A un anno dalla strage di Lampedusa: interrotta la passerella istituzionale
Erano presenti tutti oggi al convegno organizzato all’aeroporto di Lampedusa, i responsabili di quei morti e di tutti le altre migliaia di corpi che nel tentativo di raggiungere l’Europa affollano ora il Mar Mediterraneo: dal presidente del Parlamento Europeo Martin Schulz, al Ministro degli Esteri italiano ed europeo Federica Mogherini, passando per la presidente della Camera Laura Boldrini. Ma già da due giorni gli spazi televisivi sono affollati da una struggente e pietista, perchè falsa, solidarietà con i sopravvissuti della strage. Una strage quella dell’ ottobre 2013, con mandanti ed esecutori. Basti infatti pensare che dopo un anno di morti in mare se ne vedono ancora tanti, fino alla settimana scorsa; o ascoltare la testimonianza di uno delle migliaia di immigrati giunti in Sicila con uno dei barconi della morte, per rendersi conto di come siano i pescatori a largo di Lampedusa a salvare quotidianamente vite umane, mentre le motovedette della Guardia Costiera ne speronano i barconi che li trasportano respingendoli in mare aperto. Ma sappiamo bene come l’operazione mare nostrum punti a tutt’altro rispetto alla creazione di un canale umanitario o quantomeno di accoglienza (che dalle nostre parti si concretizza nei centri di detenzione come i Cie).
Ma le rappresentanze istituzionali, da cui oggi però i lampedusani hanno urlato di non sentirsi affatto rappresentati, hanno evidentemente sottovalutato che gli abitanti dell’ isola sanno benissimo chi sono e quale ruolo ricoprono queste losche figure nell’adozione di quelle politiche securitarie e di chiusura di confini che hanno trasformato il braccio di mare a sud di Lampedusa in un enorme cimitero.
Così il convegno organizzato all’aeroporto da istituzioni italiane ed europee per ripulirsi volti e mani sporche di sangue è stato più volte interrotto da una contestazione e dagli interventi dei lampedusani e dei militanti del collettivo Askavusa.
E proprio mentre uno dei colpevoli di tante morti e delle politiche di chiusura della Fortezza Europa ha preso la parola, Schulz, sono piovuti fischi ed urla che hanno rivendicato il punto di vista di chi vive quotidianamente quella realtà, contro chi la utilizza a fini di propaganda per giustificare le proprie nefandezze. Nonostante qualche giornalista da strapazzo che scrive su (ad esempio, un giornale qualsiasi…!) La Repubblica voglia far credere ad un paese intero che le proteste dei lampedusani riguardino esclusivamente il calo dell’affluenza turistica nell’estate appena trascorsa, urla e contestazioni che hanno interrotto l’iniziativa ci parlano invece di una solidarietà e di una vicinanza a morti e sopravvissuti – questa volta si – sincera e genuina: “Siete voi i colpevoli! Non dovete nominare i morti. Li abbiamo visti noi non voi, ne abbiamo visti tanti, troppi! Basta ve ne dovete andare”. In seguito, quando Schulz stava per riprendere la parola, è stato nuovamente contestato: “Assassini, nazisti! Non dovete parlare, vi dovete soltanto vergognare!”.
Nefandezze e crimini umanitari della Fortezza Europa non finiranno qui. Ai lampedusani in primis, l’onere come oggi di ridargli memoria e dignità denunciando i veri responsabili.
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