Affollata marcia femminista in Cile
“In seconda fila non torneremo mai più”.
“Ooooh, il Cile si è svegliato! Si è svegliato! Si è svegliato! Il Cile si è svegliato!”. Questo grido ha unito migliaia di cilene convocate nella già emblematica Plaza Italia per la “Marcia Femminista, Plurinazionale, con le dissidenze e antirazzista” che ha riempito il centro di Santiago del Cile per il terzo venerdì consecutivo per chiedere cambiamenti politici ed economici nel paese transandino. “In seconda fila non torneremo mai più”, è la parola d’ordine della marcia per i diritti delle donne e delle dissidenze convocata dal Coordinamento Femminista 8M.
Plaza Italia, dalle 17.00, era l’ultima sosta di una serie di azioni convocate dal Coordinamento. Come passo precedente, giocatrici, tifose, calciatrici, arbitre e dilettanti si sono riunite all’incrocio delle strade Seminario e Providencia, a nord della conosciuta Plaza Baqueado, per aggiungere la parola d’ordine “di un calcio non sessista”. A sud della piazza, un’altra convocazione invitava ad omaggiare Mónica Briones, assassinata durante la dittatura di Augusto Pinochet per la sua condizione di lesbica.
“L’8N è nostro!” è stata un’altra delle parole d’ordine della massiccia mobilitazione e non è casuale che il Coordinamento Femminista 8M l’abbia convocata per venerdì, giorno che si è trasformato in un simbolo delle manifestazioni di strada negli ultimi 20 giorni, dopo che è avvenuta la storica “marcia del milione”, il passato 25 ottobre, la mobilitazione più grande dal ritorno alla democrazia. Venerdì 18 ottobre è stato l’inizio del movimento con la convocazione degli studenti ad “eludere” il pagamento del biglietto della metropolitana.
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Le tre settimane di manifestazioni hanno lasciato centinaia di denunce per casi di torture, abusi e violenze sessuali da parte delle forze di sicurezza, in particolare, i Carabinieri. L’ultima attualizzazione dell’Istituto Nazionale dei Diritti Umani (INDH) del Cile avverte che su 219 denunce aperte contro la forza, 19 sono per violenza sessuale, e ha aggiunto che nelle ultime settimane sono state presentate più denunce che negli ultimi 9 anni per denudamento nei commissariati.
Di fronte a questa situazione, per la mobilitazione di questo pomeriggio il Coordinamento Femminista 8M ha avvisato le manifestanti di fare attenzione.
“Non sono 30 pesos sono 30 anni”, “Non perdiamo di vista il punto”, “Vogliono vedere qualcosa di violento? Militare 30 di servizio: $972.354. Professoressa con 40 anni di servizio: $200.000” erano alcune delle parole d’ordine che si leggevano nei volantini stampati dai manifestanti che potevano essere scaricati dalla pagina del Coordinamento.
“A questo si aggiunge l’agenda di sicurezza annunciata ieri da (Sebastián) Piñera che aumenta solo la criminalizzazione della protesta”, ha sottolineato l’organizzazione convocatrice riguardo alle misure di mano dura annunciate ieri dal presidente, che resiste nella sua carica, nonostante le incessanti proteste.
08 novembre 2019
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