Bologna scaccia Salvini, la LegaNord e le loro provocazioni
In attesa dell’arrivo di Salvini, diversi esponenti leghisti avevano cercato di effettuare una raccolta firme nella zona, finalizzata alla chiusura dei campi rom. Un’iniziativa arrivata sull’onda della precedente provocazione leghista di qualche giorno fa ad opera della consigliera comunale Bergonzoni.
Questa, munita di telecamera, era entrata nella struttura ed era stata a sua volta presa a schiaffi da una ragazza rom che ne denunciava le parole razziste nei confronti di chi viveva nel campo. La raccolta firme è comunque fallita, dato che il cartello per raccogliere le firme è stato strappato dalle mani di uno dei leghisti e ridotto a brandelli.
Dopo qualche ora di presidio, si presenta Matteo Salvini il quale, irritato dall’impossibilità di varcare i cancelli della struttura, ha cercato di sfondare il presidio, accelerando alla guida della sua macchina e investendo diversi manifestanti, ferendoli (uno ha dovuto ricorrere all’ospedale) ma fortunatamente in maniera non grave.
A quel punto la rabbia dei manifestanti si è sfogata nei confronti della provocazione leghista arrivando a spaccare il vetro posteriore dell’auto dell’aspirante Le Pen italiano e costringendolo alla fuga rovinosa. Con lui in macchina, il candidato alla regione Emilia Romagna Alan Fabbri e la stessa consigliera comunale Bergonzoni.
Ancora una volta Bologna ha dichiarato un forte no, senza mediazioni, alla presenza e alle provocazioni della Lega Nord, dimostrando che la città non sarà mai tollerante verso chi propaga tutti i giorni beceri argomenti razzisti e xenofobi.
Un video da Repubblica:
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