Intervista con Martina, appena liberata dal CRA di Lille
Sabato una grande manifestazione di solidarietà è partita dalla jungle di Calais, dove vivono in una vera e propria città autogestita diverse migliaia di migranti in attesa di arrivare in Inghilterra. Più di 5’000 tra migranti e solidali giunti da tutta la Francia, i manifestanti chiedevano l’apertura delle frontiere e protestavano contro lo sgombero della jungle deciso dalle autorità francesi. Determinato a raggiungere subito il proprio obiettivo, il corteo ha attraversato una città deserta e militarizzata e, dopo una breve assemblea, i migranti in transito hanno invaso il porto e sono partiti “all’arrembaggio” della Spirit of britain, traghetto diretto a Londra. In diverse centinaia sono riusciti a salire sull’imbarcazione aspettando la partenza per il Regno unito. Partenza che, purtroppo, non è mai arrivata a differenza della polizia che ha caricato i manifestanti sparando lacrimogeni a più non posso.
Il corteo si è soldato con 12 arresti tra migranti in transito e solidali. Tra di loro tre compagne italiane, Ornella, Martina e Francesca, che sono state rinchiuse nel centro di detenzione amministrativa (l’equivalente dei nostri CIE) di Lille in attesa di essere espulse dall’Italia. Una situazione piuttosto inedita, resa possibile dalle leggi speciali previsto stato di emergenza volute dal presidente Hollande dopo gli attentati di novembre. Alla fine il procuratore ha deciso per il rilascio delle tre, abbandonando le accuse, mentre sei migranti che provengono da paesi fuori dall’area Schengen restano detenuti in attesa del processo che si terrà il 22 febbraio.
Abbiamo raggiunto telefonicamente Martina, liberata proprio ieri in serata, per farci raccontare dell’importante giornata di mobilitazione di sabato ma anche delle condizioni detentive del CRA, dove si vive un’atmosfera di sospensione del tempo dettata dall’arbitrio delle procedure di espulsione.
Martina ai microfoni di Radio Blackout
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