L’evasione di Natale
Scavalcando da più punti il perimetro del muro, cogliendo di sorpresa le guardie (in numero ridotto per le festività che si guardano bene dal cercare di evitare la fuga di massa, barricandosi all’interno della struttura in attesa di rinforzi) un numero ancora impreciso ma consistente di immigrati riesce a conquistarsi la libertà nella sera di natale, prendendo alla lettera l’adagio “il Natale è la festa di tutti”.
Dopo qualche ora si apprendono notizie più precise riguardo alla fuga e alle persone coinvolte: sessanta circa gli immigrati evasi e due quelli ripresi dopo un ora dall’evasione; usata anche una garitta, spostata di peso, per l’evasione. Molti di loro pare siano tunisini, con alle spalle le lunghe giornate di dicembre e gennaio di un anno fa, cariche di promesse che anche i cie di casa nostra fanno fatica a contenere.
L’evasione di stanotte è l’apice di un mese (e di un autunno – vedi ll’evasione record del 22 settembre scorso) di rivolte all’interno del cie, cominciate i primi di dicembre con gravi danneggiamenti ad alcuni moduli abitativi del settore maschile, incendi e tentativi di fuga.
Un fine – e speriamo inzio d’anno – che sembrano di buon auspicio…
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