Verso un 25 novembre di rabbia e di lotta.
In questi giorni i fatti stanno imponendo un’accelerazione alle mobilitazioni previste per il 25 novembre, giornata contro la violenza patriarcale.
Dal femminicidio di Giulia Cecchettin in avanti, grazie alla forte e lucida presa di parola pubblica della sorella Elena, le strade di tantissime città d’Italia si stanno riempiendo di una spontanea necessità di prendere posizione e rompere il muro mediatico, narrativo e della politica istituzionale che riproduce la violenza di genere. Tantissime giovani e giovanissime donne sono scese in piazza e hanno interrotto il minuto di silenzio proposto dal ministro Valditara nei luoghi della formazione e i contenuti dei movimenti transfemministi hanno occupato lo spazio del dibattito pubblico.
Sabato 25 novembre ci saranno diversi appuntamenti, come i cortei nazionali di Roma e Messina già previsti dalla rete Non Una Di Meno, ma anche iniziative nate sull’onda dell’esigenza di mobilitarsi che ha di fatto allargato la partecipazione ai territori, come nel caso della città di Torino.
L’intervento di Chiara di NUDM Torino fa il punto della situazione
Qui un contributo di Giorgia da NUDM Bologna, città che ieri sera è stata attraversata da ventimila persone in corteo
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