Milano, ucciso il pensionato Giuseppe Tavecchio
A Milano, la Questura autorizza un raduno della maggioranza silenziosa e dell’Msi che raccoglie alcune centinaia di persone a piazza Castello; a margine di questa manifestazione, vengono malmenati un cronista del “Giorno” e un fotografo.
La Questura vieta per contro la piazza alla sinistra extraparlamentare (tra cui Potere Operaio, Lotta Continua, Avanguardia operaia) che vuole manifestare per la libertà di Valpreda, contro il governo Andreotti e la ‘strage di Stato’. I giovani si radunano egualmente in vari punti della città ed impegnano la polizia, tenendo il centro per tutto il pomeriggio.
Rimane ucciso da un candelotto lacrimogeno sparato ad altezza d’uomo dalla polizia il pensionato Giuseppe Tavecchio (per la sua morte sarà incriminato per ‘omicidio colposo’, il capitano di Ps Dario Del Medico, condannato in primo grado e, infine, assolto in appello perché ‘il fatto non costituisce reato’) e si contano 40 feriti. Nei giorni seguenti, perquisizioni a tappeto, la Questura annuncia 99 arresti: fra essi il compagno, Luigi Cipriani, ‘comandante’ delle forze di piazza di AO che dovrà rendersi latitante per sfuggire all’arresto, nonché l’avvocato Leopoldo Leon, non presente ai fatti, che raccoglieva testimonianze sul comportamento della polizia, per ‘concorso ideologico nei reati di resistenza aggravata e devastazione’.
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