Sfinimento delle capacità di riproduzione sociale, economia al collasso e aumento del degrado ecologico: di fronte a queste sfide per il settore agricolo non basta il capitalismo verde
Una politica climatica temeraria, incurante delle contraddizioni reali derivanti dai cambiamenti occorsi sulla scena mondiale, ha finito per scontentare sia la classe imprenditoriale che i ceti sociali più esposti alle conseguenze della transizione energetica.
La notizia del drastico calo del traffico nel Canale di Panama e in quello di Suez, provocati rispettivamente dal cambiamento climatico e dalla guerra, non è sotto i riflettori mediatici.
Ancora sulle proteste degli agricoltori, pubblichiamo questa interessante analisi sulle mobilitazioni in Calabria apparse originariamente su Addùnati il 24 gennaio.
La stessa pianura padana che in queste settimane si trova in cima alle classifiche mondiali per inquinamento da polveri sottili: il mese scorso la qualità dell’aria ha superato la soglia critica delle concentrazioni di PM10
A giugno si terrà in Italia il G7, l’incontro periodico di Canada, Francia, Germania, Giappone, Italia, Regno Unito, Stati Uniti a cui solitamente si aggiunge anche l’Unione europea.
In India è scoppiato un nuovo ciclo di proteste degli agricoltori contro il governo Modi con scontri e lanci di lacrimogeni alle porte di Nuova Delhi.
Extinction Rebellion occupa l’ingresso di Cassa Depositi e Prestiti a Torino e del palazzo della Regione Lombardia a Milano. Nel giorno di S. Valentino viene denunciata l’ipocrisia del Governo e delle Regioni su crisi climatica e distruzione degli ecosistemi, “un amore dichiarato ma mai veramente vissuto”.
Disponibile la tesi di dottorato del filosofo giapponese Kohei Saito, pubblicata dalla casa editrice Castelvecchi.
Le mobilitazioni di questi giorni degli agricoltori, che stiamo seguendo e attraversando, ci danno la possibilità di ribadire alcune questioni.