InfoAut
Immagine di copertina per il post

Raúl Zibechi: sempre più vicini al collasso

La notizia del drastico calo del traffico nel Canale di Panama e in quello di Suez, provocati rispettivamente dal cambiamento climatico e dalla guerra, non è sotto i riflettori mediatici.

Meno ancora interessa la crescita della crisi idrica, che ora non riguarda più solo il Sud del mondo. Intanto, i mercati azionari continuano a salire, del resto l’1 per cento più ricco del mondo ha aumentato la propria quota di ricchezza. Tutto questo si traduce in una sopravvivenza sempre più a rischio per la gente che sta in basso. In realtà il successo del capitalismo è un altro. Raúl Zibechi lo spiega così: “Siamo ancora impantanati nelle quisquilie della quotidianità consumistica e narcisistica: l’ultimo modello di cellulare o di abbigliamento; la partita di calcio a cui assistiamo come semplici spettatori; la campagna elettorale che si limita a intrattenere, ma non risolve nulla di sostanziale. Questo è un trionfo strategico del capitalismo…”

di Raúl Zibechi, tradotto da Comune-info


Il Canale di Panama registra un calo del traffico navale del 30 per cento, che raggiungerà il 50 per cento nei prossimi mesi a causa della tremenda siccità che affligge la regione. In questi mesi il traffico è sceso da 35-40 a 24 traversate al giorno (“La sequía prolonga la crisis en el canal de Panamá”).

Il Canale di Suez ha registrato un calo di quasi il 50 per cento a gennaio a causa dell’offensiva militare del gruppo Ansarullah contro le navi dirette ai porti israeliani (“Los ingresos del canal de Suez cayeron un 46% en enero de 2024”).

Sebbene le ragioni siano diverse, rispettivamente il cambiamento climatico e la guerra, entrambe convergono ormai da un certo tempo, mettendo in luce il delirio del sistema e la vicinanza al collasso. Tuttavia, anche se l’umanità è sull’orlo dell’abisso, come appare evidente in questi anni di incendi voraci e di guerre di sterminio, i mercati azionari continuano a salire, perché all’1 o 2 per cento più ricco importa poco della vita, purché non sia la propria.

La crisi idrica continua a crescere, perché consumiamo e sprechiamo sempre più acqua. Un abitante del pianeta su quattro (2 miliardi di persone) soffre dello “stress idrico” che si verifica quando un paese o una regione consuma più acqua di quella di cui dispone. Secondo le Nazioni Unite, entro il 2050 un altro miliardo di persone sperimenterà un elevato stress idrico. La maggior parte dei paesi in cui si sta già vivendo la crisi dell’acqua appartengono al Sud del mondo (il Cile, nel continente latinoamericano), ma ci sono già regioni settentrionali che hanno lo stesso problema, come la California, l’Andalusia e la Catalogna. L’Atlante del Rischio Idrico pubblica una mappa interattiva che permette di monitorare la situazione in qualsiasi parte del pianeta. Metà del Messico è in rosso.

Alla base di una parte di queste crisi potrebbe esserci l’economia, che tende a contrarsi a causa delle difficoltà di approvvigionamento energetico, che invece sono in crescita. Gail Tverberg, esperta di petrolio e ambiente, sostiene che le economie sono “strutture dissipative” (un concetto creato dal premio Nobel Ilya Prigogine) che consumano energia, si espandono e, ad un certo punto, collassano. Gail Tverberg spiega che l’economia globale sta passando dalla crescita a una contrazione di lunga durata, ma quando ciò accade “la ricchezza del sistema è sempre più distribuita tra i ricchi e i potenti”, lasciando indietro i settori popolari e la classe media (“2024 Will Be a Critical Year for the Global Economic System”). Ovviamente, l’eccessiva concentrazione della ricchezza è un altro cappio intorno al collo del sistema economico.

In effetti, l’1 per cento più ricco ha aumentato la propria quota di ricchezza dal 23 al 32 per cento.

A questo punto, Tverberg segnala che stanno cominciando ad apparire delle incrinature nell’economia globale, per diversi motivi.

Uno, perché le popolazioni tendono a crescere, ma le risorse che le sostengono non crescono. Per inciso, l’autrice afferma che la transizione verso l’energia sostenibile “suona molto inverosimile” di fronte alla crescente domanda di combustibili fossili, dovuta precisamente al fatto che il cambiamento climatico esige un consumo sempre maggiore di energia per mantenere il consueto stile di vita consumistico.

In secondo luogo, le linee di approvvigionamento subiscono interruzioni, il che costituisce “un altro segno del fatto che l’economia sta raggiungendo i suoi limiti”. Ciò significa acquistare prodotti più costosi, una questione che si ripercuote sul problema delle catene di approvvigionamento e della scarsità di risorse.

Infine, Tverberg fornisce dati sulla riduzione della produzione manifatturiera nel mondo sulla base di dati relativi ai quindici paesi più industrializzati. Il calo è significativo negli Stati Uniti, in Europa, in Giappone e in Australia. Solo in India, in Russia e in Cina (in quest’ordine) non si riscontra nessun calo. “Se il settore manifatturiero è in fase di contrazione, ci possiamo aspettare altre interruzioni delle linee di rifornimento nei prossimi mesi e anni” (Ibidem).

Tverberg conclude affermando che ci sarà più debito pubblico e ci saranno maggiori rischi di iperinflazione. A suo avviso, il sistema è come un vecchio di più di ottant’anni che può inciampare e cadere in qualsiasi momento, ma non sappiamo quando ciò accadrà.

Appare evidente che la crisi ambientale, la tendenza alla contrazione delle economie e il proliferare delle guerre stiano prefigurando situazioni critiche per la gente che sta in basso, la cui sopravvivenza è sempre più a rischio. Credo che queste debbano essere le tematiche centrali che ci tengono svegli, che occupano il nostro tempo e il nostro impegno negli spazi collettivi. Ma niente è più lontano dalla realtà.

Siamo ancora impantanati nelle quisquilie della quotidianità consumistica e narcisistica: l’ultimo modello di cellulare o di abbigliamento; la partita di calcio a cui assistiamo come semplici spettatori; la campagna elettorale che si limita a intrattenere, ma non risolve nulla di sostanziale. Questo è un trionfo strategico del capitalismo: ci porta a capofitto al collasso mentre teniamo gli occhi fissi sullo schermo, ignorando la distruzione e il massacro della vita.

La quattordicesima parte del recente comunicato dell’EZLN [Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale] lo dice in modo trasparente:

“La maggioranza della popolazione non vede o non crede possibile la catastrofe. Il capitale è riuscito a instillare l’immediatismo e il negazionismo nel codice culturale di base di chi sta in basso…”.


Fonte: “Cada año más cerca del colapso”, in La Jornada, 09/02/2024.

Traduzione a cura diCamminardomandando

Foto di Franklin Canelon su Unsplash

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Crisi Climaticadi redazioneTag correlati:

canale di suezCRISI CLIMATICAguerraraul zibechi

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Gli abitanti di Bagnoli e dei Campi Flegrei denunciano la mancata prevenzione e vengono caricati

Gli abitanti di Bagnoli, dei Campi Flegrei e tanti solidali da Napoli oggi oggi erano in piazza per denunciare che nel territorio, dove ci sono più di 400 sfollati e dominano incertezza e paura per il futuro, si tiene un comizio elettorale presso Città della Scienza. da Laboratorio Politico Iskra Gli abitanti sono stati caricati […]

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Torino: 39 avvisi di garanzia per abitanti e attivisti a difesa del parco, “questa è un’intimidazione senza mezzi termini”

Erano un centinaio le persone riunite in conferenza stampa lunedì 17 marzo all’interno del cortile Campus Einaudi di Torino. Studenti, lavoratori, associazioni, ambientalisti, abitanti del quartiere e alcune delle 39 persone che hanno ricevuto, pochi giorni prima, altrettanti avvisi di garanzia dalla Questura torinese.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Le istituzioni a Lamezia come stanno affrontando la sequenza simica in corso?

Da qualche giorno è in corso uno sciame sismico che sta interessando la provincia di Catanzaro e che dal 13 febbraio alle 13 del 17 marzo ha registrato – secondo i dati forniti dall’INGV – 134 scosse nell’area compresa fra Marcellinara, Miglierina e Tiriolo.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

TAV, Anno Zero: l’inizio della fine della Torino-Lione

L’Anno Zero non esiste. Nel nostro tempo, che segue il calendario gregoriano, si passa direttamente dall’anno 1 a.C. all’anno 1 d.C. Nel fantastico mondo della Torino Lione invece il tempo ha un significato astratto. Ogni anno è l’Anno Zero, in un eterno gioco dell’oca dove si ritorna sempre al punto di partenza. da notav.info Giovedì […]

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Contro il porto crocieristico di Fiumicino

Royal Caribbean, colosso statunitense delle crociere, vuole costruire a Fiumicino il primo grande porto a gestione privata in Italia.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Il Comune di Bussoleno allunga le mani sulla stazione internazionale ed è subito bufera

“Metti la cera, togli la cera”. Chi di noi non si ricorda della famosa frase pronunciata dal maestro Miyagi nel film “Karate Kid” all’inizio degli anni 80.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

La violenza colpisce la scienza: gli esperti sono minacciati per aver rivelato gli impatti sulla biodiversità

Messaggi intimidatori, attacchi fisici, avvertimenti. Secondo l’International Council on Science, gli scienziati ambientali latinoamericani sono sempre più minacciati. di Ana Cristina Alvarado, da ECOR Network “Stiamo assistendo a casi di persone che pubblicano informazioni scomode e, alla fine, si attaccano gli scienziati al fine di mettere a tacere il loro lavoro”, afferma Laura Furones, autrice […]

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Messina: corteo No Ponte sullo Stretto in occasione del Carnevale, la polizia carica a freddo i manifestanti

Un’ampia manifestazione a Messina contro la realizzazione del Ponte sullo Stretto ha animato questo sabato 1 marzo la città siciliana. Un corteo colorato ha legato la giornata di lotta con la festività del Carnevale, da sempre festa popolare e giorno in cui – fanno sapere i No Ponte – “si rovescia, si fa beffe del potere, […]

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Opporsi al ponte sullo Stretto costa: 340mila euro!

La storia del Ponte sullo Stretto si arricchisce di una nuova, incredibile pagina. di Peppe Marra, da Volere la Luna Presentato come un’opera strategica, il Ponte è in realtà un grande inganno (https://volerelaluna.it/controcanto/2024/02/15/messina-linganno-del-ponte/), tali e tante sono le criticità legate alla sua realizzazione. In sintesi: il territorio dello Stretto è una zona ad alto rischio sismico e costruire una struttura di queste dimensioni su un’area così instabile […]

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Viaggio nei cantieri del Tav tra mito e realtà. Il sistema “grandi opere” per espropriare, devastare e speculare

Sono passati 30 anni da quando, a inizi anni ’90, nasceva il movimento No Tav in Val di Susa (TO). Parallelamente alla sua storia, emergeva quello che sarebbe diventato il modus operandi di gestione manageriale dei beni comuni, della spesa pubblica, del territorio e della politica in Italia: le “grandi opere”. Un quantitativo ingente di […]

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

Gli “operai del nuovo millennio”: racconti dalla piazza

Durante il corteo del 28 Marzo abbiamo raccolto i contributi di alcuni giovani lavoratori di Dumarey, ex General motors, un’ azienda specializzata nella progettazione di sistemi di propulsione, che conta circa 700 dipendenti nello stabilimento torinese.

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

Rinnovo del CCNL e guerra: reportage dal corteo dei metalmeccanici di Torino

Ieri mattina i metalmeccanici sono scesi in piazza in tutta Italia in occasione dello sciopero nazionale di categoria, per richiedere il rinnovo del CCNL e la riapertura della trattativa ostacolata da Federmeccanica e Assistal. 

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Ravenna: sequestrato materiale militare. Era diretto in Israele senza licenza

Ottocento pezzi acquistati dall’azienda Imi Systems, che rifornisce l’esercito. Il porto romagnolo teatro di proteste e di blocchi dei portuali di armi e navi israeliane

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

Guerra e lavoro: interviste ai lavoratori dell’aereospace

Pubblichiamo due interviste raccolte all’esterno di due delle maggiori aziende del settore strategico dell’aereospace, dove i lavoratori metalmeccanici si sono raggruppati in presidio per il rinnovo del CCNL durante la giornata di sciopero del 15 Febbraio

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

Tra venti di guerra e transizione verde, come si trasformano i nostri territori?

Inchiesta sul lavoro dentro il tessuto industriale piemontese.

Immagine di copertina per il post
Formazione

Collettivo Einstein: contro guerra e riarmo, organizziamoci e lottiamo

Oggi (ieri ndr) abbiamo lanciato un presidio sotto scuola per dire la nostra in merito al riarmo e a un incontro che si sarebbe dovuto svolgere all’interno dell’auditorium di via Pacini. Riprendiamo da Collettivo Einstein Riarmo che si farà grazie ai soldi per le scuole, per la sanità pubblica e quelli delle tasse pagate dalle […]

Immagine di copertina per il post
Formazione

Venti di guerra sull’Italia? La guerra viene fatta a noi studenti e lavoratori!

Riprendiamo l’appello di studenti e studentesse del Collettivo Einstein di Torino che chiamiamo un’assemblea studentesca presso la loro scuola sul tema del riarmo europeo.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Cosa sta succedendo in Serbia?

Sabato 15 marzo a Belgrado si è svolta la più grande mobilitazione della storia della Serbia, che ha visto la partecipazione di oltre 800.000 persone provenienti da tutto il paese, in gran parte studenti e studentesse.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

L’anomalia della guerra in Messico

Il 5 marzo il collettivo “Guerreros Buscadores de Jalisco” scopre qualcosa che innalza il livello della crudeltà del potere in Messico: un campo di sterminio del Cartel Jalisco Nueva Generación, uno dei cartelli più feroci del Paese.

Immagine di copertina per il post
Confluenza

Il piano energetico nazionale: sveliamo il mito della transizione ecologica 

A seguito di una interessante chiacchierata con Elena Gerebizza di ReCommon, associazione  che lotta contro gli abusi di potere e il saccheggio dei territori per creare spazi di trasformazione nella società, in Italia, in Europa e nel mondo, e che introdurrà la seconda sessione del Convegno “No alla servitù energetica” a Livorno il 29 e 30 marzo, a partire dall’esigenza di tracciare un quadro del piano energetico nazionale, riportiamo qui una restituzione in vista della discussione collettiva.