Da queste affermazioni è evidente che quello che vive in un altro mondo è Federico Rampini.
Dieci tesi sugli sconvolgimenti in corso in Medio Oriente
Alla prima bomba caduta su Gaza, il movimento pro-Palestina ha invaso immediatamente le strade e piazze delle maggiori città Americane – New York, Chicago, San Francisco, Los Angeles – per chiedere a gran voce al governo americano e alla presidenza Biden di non essere piu’ complice di una guerra che ha sempre piu’ il sapore di un vero e proprio genocidio.
La settimana scorsa (4 ottobre) hanno scioperato per tre giorni i 75.000 operatori sanitari della Kaiser Permanente, la più importante azienda privata senza scopo di lucro del settore. È stato il più grande sciopero sanitario della storia degli Stati Uniti.
La grande base aeronavale siciliana di Sigonella viene impiegata in queste ore dal Pentagono per i velivoli adibiti al trasporto di sistemi d’arma, munizioni ed equipaggiamento per le forze armate di Israele impegnate nei bombardamenti contro le milizie di Hamas e la popolazione di Gaza.
Chissà cosa accadrebbe se qualcuno dicesse che in Italia ci sono armi nucleari. Che quella presenza espone di fatto tutto il territorio a essere in qualsiasi momento bersaglio nucleare e che le esplosioni potrebbero causare tra i 2 e i 10 milioni di morti.
Così come non sono stati i malumori dei contribuenti americani a chiudere una guerra di vent’anni in Afghanistan, così probabilmente non saranno le decine di miliardi già bruciati in diciotto mesi di guerra a riportare la pace in Ucraina.
Ben 1,2 milioni di palestinesi sarebbero sull’orlo di una crisi alimentare a causa delle lotte interne tra i parlamentari di Washington.
Queste sono le parole che ha pronunciato candidamente il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, in audizione alla commissione Affari Esteri del Parlamento Europeo, a Bruxelles tre giorni fa.
Bill Gates sta ricevendo un’elemosina dal governo degli Stati Uniti (cioè dai contribuenti americani) per il suo sogno nucleare, nonostante sia un miliardario.