Mentre cresceva l’attesa per la visita a Washington del Presidente israeliano Yitzhak Hertzog (Isaac Herzog), gli addetti ai lavori del Distretto di Columbia (DC) si sono affrettati a nascondere il fatto che Israele è uno Stato Razzista.
Se entro la fine di luglio non verrà trovato un accordo sul rinnovo del contratto, i 340.000 lavoratori del gigante della logistica statunitense rhood of TeamUPS – organizzati dall’International Brothesters (IBT) – entreranno in sciopero.
Mentre la controffensiva ucraina langue, gli USA annunciano l’invio di bombe a grappolo e la Turchia si riavvicina alla NATO. Segnali della volontà degli Stati Uniti di continuare ad alimentare il conflitto.
Il 30 giugno la Corte Suprema USA si è pronunciata contro il programma di riduzione del debito studentesco e ha ordinato a decine di milioni di mutuatari di pagare centinaia di miliardi di dollari che altrimenti sarebbero stati condonati.
Nei giorni scorsi, gli Stati Uniti hanno dichiarato di aver interrotto la cooperazione scientifica e tecnologica bilaterale con gli insediamenti. Hanno inoltre denunciato i progetti israeliani di espansione degli insediamenti e la violenza dei coloni contro i palestinesi nella Cisgiordania occupata.
Quanto sta succedendo in California, Florida e Louisiana ci pone delle domande anche alle nostre latitudini. A quale costo lo stato neoliberale ed il capitalismo sono disposti a ricostruire in luoghi in cui gli eventi estremi si fanno particolarmente intensi e cronicizzati? Il battage politico di questi giorni sull’Emilia Romagna sembra darci un’indicazione chiara e preoccupante…
Per comprendere le cause della guerra in corso in Ucraina, al di là delle dinamiche geopolitiche, è importante partire dal presupposto di analizzare e tenere in conto la crisi interna agli Stati Uniti..
Insomma, ancora una volta non si tratta di ribaltare le sorti militari sul campo ma di dissanguare la Russia di Putin, dal punto di vista dei costi umani ed economici, per rendere il futuro di Putin più incerto e costringerlo a mitigare le sue posizioni.
Un congressista peruviano ha dichiarato oggi che l’annunciato arrivo di truppe degli Stati Uniti genera inquietudine in Perù per il contesto di preparativi di proteste sociali e per i precedenti interventisti di Washington.
In un’altra mossa che contraddice le promesse di azione sul clima fatte in campagna elettorale, l’amministrazione Biden ha recentemente concesso l’approvazione di un gasdotto di 303 miglia nel cuore dell’Appalachia, nonostante il clima si stia rapidamente destabilizzando.