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Per le banche sì, per gli studenti no: la Corte Suprema USA decide contro la riduzione del debito studentesco

Il 30 giugno la Corte Suprema USA si è pronunciata contro il programma di riduzione del debito studentesco e ha ordinato a decine di milioni di mutuatari di pagare centinaia di miliardi di dollari che altrimenti sarebbero stati condonati.

L’amministrazione Biden, sulla spinta della sinistra del Partito Democratico, aveva promosso un piano di riduzione del debito di 400 miliardi di dollari. Il piano aveva avuto un’immediato successo: le candidature per accedere alla riduzione del debito sono rimaste aperte per meno di quattro settimane e in questo lasso di tempo 26 milioni di persone hanno presentato domanda o hanno fornito al Dipartimento Federale dell’Istruzione informazioni sufficienti per dimostrare di essere idonee. Di questi, più di 16 milioni di mutuatari hanno ricevuto l’approvazione per la cancellazione di un debito fino a 20.000 dollari. Fino a 43 milioni di persone avrebbero potuto vedersi condonare il debito, e per quasi la metà di loro – 20 milioni di mutuatari – il piano avrebbe cancellato tutto il loro debito residuo.

Ovviamente non si trattava di una proposta di carattere umanitario, il debito studentesco rappresenta un problema per l’economia USA, tanto da essere considerato spesso una bolla pronta ad esplodere. Inoltre rappresenta un enorme spartiacque nell’accesso all’istruzione che indirettamente si ripercuote anche sul mercato del lavoro. Si consideri che negli ultimi 30 anni, le tasse scolastiche delle università pubbliche, adeguate all’inflazione, sono raddoppiate e ora ammontano a 10.740 dollari all’anno. L’aumento è stato ancora più drammatico per le università private, con un’impennata di quasi il 150% fino a 38.070 dollari.

Biden ora dice che utilizzerà l’Higher Education Act per perseguire un nuovo programma di riduzione del debito studentesco. Avrebbe dovuto farlo fin dall’inizio. Ma il suo obiettivo, quando ad agosto ha annunciato il programma originale di riduzione del debito, era quello di aumentare la scarsa popolarità dei Democratici in vista delle elezioni di midterm: la sua capacità di resistere a una sfida legale dopo il voto di novembre era di secondaria importanza.

La Corte Suprema che ha preso questa decisione è la stessa che aveva ribaltato poco più di un anno fa la sentenza Roe v. Wade privando le donne del diritto costituzionale di accedere all’aborto. Una Corte Suprema a maggioranza conservatrice e reazionaria, che appena qualche giorno prima aveva stabilito che le università non possono prendere in considerazione la razza quando valutano le domande di ammissione al college.

La decisione della Corte di annullare la riduzione del debito studentesco è stata giustificata secondo la “major questions doctrine” che nella loro interpretazione prevede che ogni decisione su questioni importanti debba passare da un’esplicita autorizzazione del Congresso. Recentemente questa dottrina è stata utilizzata anche per annullare la moratoria sugli sfratti a livello nazionale e per eliminare la capacità dell’Agenzia per la protezione dell’ambiente di regolamentare le emissioni di gas serra che causano il cambiamento climatico.

E’ evidente che questa decisione ha come risultato il mantenimento delle differenze di classe, genere e razza nell’accesso alle università USA: un’indagine condotta dall’Albert’s organization found ha rilevato che quasi due terzi del debito accumulato dagli studiosi Nativi americani riguardava i prestiti agli studenti e non altri tipi di debito. Secondo la Federal Reserve Bank di St. Louis, le giovani donne di colore sono le più propense ad avere un debito studentesco e il loro saldo medio è il più alto tra tutti i mutuatari, con 11.000 dollari.

In generale, le donne hanno più probabilità degli uomini di avere un debito, ma un reddito più alto per gli uomini significa che possono pagare il debito più velocemente delle donne. Secondo la Fed di St. Louis, gli uomini e le donne di colore iniziano con un debito studentesco maggiore rispetto alle loro controparti bianche e, poiché guadagnano meno, lo pagano più lentamente. Ciò significa che le disparità razziali e di genere nel debito studentesco aumentano nel tempo.

Le iscrizioni ai college e alle università per afroamericani sono in realtà diminuite. Secondo il National Center for Education Statistics, tra il 2010 e il 2020 sono diminuite del 22%, pari a oltre 650.000 studenti, e da allora sono calate di un altro 7%, come mostrano i dati del National Student Clearinghouse Research Center.

Di questa materia è fatto il sogno americano: segregazione e classismo.

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