3 Maggio contro Salvini a Modena: cosa succede al Novi Park
Dalla pagina dello Spazio Guernica, una valutazione della giornata di ieri
in cui la passerella elettorale del ministro leghista è stata guastata da plurime contestazioni nella città della Ghirlandina e nelle altre piazze emiliane e romagnole in cui si è presentato.
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Centinaia di giovani hanno manifestato nella giornata di ieri (3 Maggio) il proprio dissenso alle politiche razziste e securitarie del ministro Salvini.
Cariche indiscriminate, lacrimogeni sulla folla, sequestri di persona, fermi e una forte e spontanea resistenza antifascista.
All’insegna dell’odio e della violenza la celere a suon di insulti razzisti e sessisti e minacce ai “ragazzini” (così definiti) ha creato il teatro perfetto di una giornata che rompe con la routine delle manifestazioni-contro e ha creato uno scenario inedito nella nostra città.
Ma cos’è davvero successo nella piazza antagonista?
Qualche giorno prima del 25 aprile il ministro degli Interni, il leghista Salvini, aveva annunciato la sua venuta in città. Una presenza intollerabile per chi, come noi, considera chi veicola odio, razzismo, suprematismo e sessismo e invoca repressione da posizioni di elevato potere, una presenza impossibile da ignorare o affrontare con l’indifferenza.
Una città che ha visto tante famiglie lottare per il diritto alla casa, lavoratori e lavoratrici battersi contro lo sfruttamento nelle aziende, migranti portare avanti lotte durissime per il rilascio dei documenti, ha una memoria storica, di parte, non compatibile con i messaggi spacciati a reti unificate dal leader della Lega. Ricordiamo inoltre che a Modena sta per riaprire il lager di via la Marmora (il Cpr) e che da settembre è iniziata una campagna contro questa struttura.
Veniamo a ieri. Appena arrivati al luogo di ritrovo del presidio siamo stati circondati e bloccati dalle forze dell’ordine. Cinque blindati, agenti della Digos, un battaglione di carabinieri e un reparto della polizia di stato, hanno prima iniziato a intimidire poi a sequestrare tutte le persone che iniziavano a riunirsi al Novi Sad per contestare Salvini, meno di trenta persone completamente accerchiate dai reparti di celere.
Un dispositivo imponente schierato a garanzia di una città che si vorrebbe unicamente comoda passerella per le campagne elettorali dei soliti partiti, gli stessi reparti che in questi mesi son più volte intervenuti a sgomberare i picchetti davanti ad aziende dove non si rispetta il contratto nazionale: Una questura che interviene per interessi precisi
Dopo innumerevoli episodi di violenza e intimidazione ai danni di giovani studenti e studentesse che volevano semplicemente raggiungere il presidio è partita la prima carica.
La prima di otto distribuite in circa quattro ore di sequestro dei manifestanti da parte delle forze dell’ordine.
Ciò che è accaduto in questo lasso di tempo racconta un episodio che, in questa città, rappresenta un notevole elemento politico.
Circa centocinquanta/duecento giovani usciti a quell’ora dalle scuole, che volevano unirsi alla piazza, hanno deciso di fronte alle violenze e alla prepotenza poliziesca di non lasciar correre: di reagire a violenza e soprusi.
Lanci d’oggetti, verdure, uova, bottiglie, qualche sasso da parte di chi guardava le violenze ripetute che stavano avvenendo, cordoni spontanei a difesa delle numerose cariche, una rabbia e una determinazione da parte di una giovanissima piazza antirazzista che hanno fatto di questa giornata un pomeriggio di riscatto .
Un compagno fermato (Davide un fattorino portapizze rilasciato qualche ora dopo) e un ferito lieve alla testa. Questo il bilancio che può vantare il nemico a fronte di una composizione giovanile che sempre più ha perso i riferimenti della vecchia politica e che è in grado di sviluppare forme di conflitto molto potenti, pezzi di sindacalismo operaio caricati dalle forze dell’ordine dopo aver richiesto la liberazione dei compagni e delle compagne rinchiusi/e dal cordone della celere.
Questi sono i primi dati politici su cui ci interessa ragionare nei prossimi giorni.
Per chiarire ciò che è accaduto veramente lanciamo una conferenza stampa domenica alle ore 11:00 presso il lab. Scossa in via Carteria n 49.
Inoltre rilanciamo per il pomeriggio di sabato prossimo, l’11 maggio, un momento assembleare e una serata di socialità sempre al parco Novi Sad, teatro della giornata di resistenza di ieri, nei quali incontrarci nuovamente e muovere nuovi passi di opposizione a cpr e chi fa propaganda sulla nostra pelle
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