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Atene, l’antifascismo popolare e quello ufficiale

«Se voi aveste reagito agli omicidi di migranti, Killa sarebbe ancora vivo». La grande scritta rossa campeggia sul muro di Propilia, la vecchia università nel centro di Atene. Grande risalto viene dato sulla stampa greca per le vicende giudiziarie di Alba dorata dopo l’omicidio di KillaP, Paolo Fyssas, il rapper antifascista. All’ondata di sdegno in tutto il paese è seguita la conversione repentina del governo con l’arresto dei vertici del partito nazista che, da mesi, sparge terrore tra i migranti e i cittadini con spedizioni violentissime. Atene è al centro, in questo fine settimana di alcuni festival antirazzisti. Uno dei quali, nel parco di Kolonnos, organizzato da alcune associazioni vicine alla sinistra di Syriza, con diversi ospiti europei – tra cui il vostro cronista. Per la prima volta, le manifestazioni antifasciste hanno visto la partecipazione unitaria dei vari spezzoni della sinistra (Syriza, Kke, Antarsya e anarchici) con il coinvolgimento di persone senza appartenenza, cittadini sdegnati dai raid squadristi.

La svolta antifascista di Nuova democrazia, l’azionista principale – simile al nostro Pdl – del governo che sta affamando la Grecia assieme al Pasok e Sinistra democratica (equivalente di Sel in rotta col governo solo dopo lo scandalo della chiusura dell’Ert) non convince l’opinione pubblica antirazzista che da sempre denunciava la vera natura della formazione di estrema destra in crescita repentina nei sondaggi almeno fino all’omicidio del cantante che la grande stampa italiana ha provato a mistificare descrivendolo come un delitto scaturito da una banale lite calcistica.

Alcuni giornalisti greci hanno documentato per anni, e con estrema precisione, il lavoro di Alba dorata e i suoi crimini. C’è un sito, gestito da una redazione anonima di tre attivisti, che offre un archivio impareggiabile delle imprese delle squadracce da almeno dieci anni. Alba dorata, nel frattempo, sembrava stabilmente al terzo posto nei sondaggi e, dopo la retata dei suoi leader, ha preso a calare, ora lo danno al 7,5 contro il 12 del mese scorso. La terza forza politica sono gli indecisi, al 14%.

Forse i partiti di governo si sono resi conto che i nazi esercitavani una concorrenza diretta su di loro più che sull’elettorato popolare più radicale che continua a premiare la sinistra di Syriza, il partito che sembra ormai al primo posto – il sondaggio è proprio di oggi, nei sondaggi, quasi al 21%, con Nuova democrazia sotto di quasi tre punti. Forse la Troika stessa, preoccupata dall’ondata anti euro, ha fatto pressione su Samaras per un cambiamento di rotta.

La radio della coalizione della sinistra radicale apre costantemente i propri notiziari sul caso Alba dorata anche perché, almeno le componenti di sinistra del partito di Tsipras (che pesano per il 35%) hanno ben chiara l’urgenza di legare le mobilitazioni antifasciste agli scioperi generali che nel paese ellenico contestano i memorandum della Troika e l’austerità ferocissima in cui il paese versa da anni. Se è un laboratorio per le politiche neoliberiste, la Grecia lo è anche per chi ha l’ambizione di far pagare la crisi a chi l’ha provocata. Di questo si parla al meeting in corso nel parco di Kolonos frequentato da alcune migliaia di persone per sera mentre è uscito l’ennesimo sondaggio che fissa al 77% la percentuale di greci che non credono alla possibilità di uscire dalla crisi seguendo le ricette dell’Unione europea. La scritta più frequente sulle vetrine è “Enoikiazetai”,affittasi.

Intanto la ragazza di Fyssas, ventisette anni, ha deciso di descrivere i momenti tragici di quella sera del 25 settembre quando urlava e implorava i poliziotti sentendosi rispondere: «Non possiamo fare nulla. Sono troppi». L’inerzia della polizia è un punto fermo nella vicenda di questo omicidio e anche nei rapporti tra le forze dell’ordine e i nazisti greci. E’ opinione corrente che la maggior parte delle divise abbiano votato per Alba dorata e nel corpo agisca più di un membro dell’organizzazione. La ragazza di Fyssas ha testimoniato che prima dell’omicidio non c’era stato alcun pretesto per l’aggressione e che s’è trattato di un agguato in piena regola.

La ventisettenne ha parlato di 7-8 persone che si muovevano minacciosamente verso i suoi amici mentre nel locale c’erano poliziotti del gruppo DIAS, sbirri che pattugliano le strade a bordo di potenti motociclette.

«Urlavo dicendo che i nostri amici erano in pericolo e ho chiesto aiuto. Mi ricordo di un poliziotto alto e molto corpulento che m’ha ripetuto, a muso duro, «Non possiamo fare nulla. Loro sono troppi». La giovane donna racconta la sua disperazione di quei momenti, di aver quasi tirato per la giacca uno degli agenti mentre un altro uomo muscoloso le diceva a pochi centimetri dal viso: «Perché quel finocchio è venuto nel mio negozio?!». E lei ha riconosciuto in quella persona lo stesso tipo muscoloso che compare su You Tube in un’altra impresa di Alba dorata a Missolungi, nel Peloponneso.

Solo due poliziotti, un uomo e una donna, sono accorsi, almeno nel ricordo della ragazza, ma era ormai troppo tardi.

da BellaCiao

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pubblicato il in Antifascismo & Nuove Destredi redazioneTag correlati:

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