La libertà d’opinione inizia dove non ci sono i fascisti
Dalle provocazioni e minacce di Forza Nuova alla conferenza con Mimmo Lucano alla Sapienza. Non è questione di ordine pubblico ma l’esigenza di tracciare una linea chiara e intransigente: il fascismo non è un’opinione.
In un delirio di onnipotenza Forza Nuova ha annunciato di voler impedire la lezione di Mimmo Lucano agli studenti di antropologia all’università la Sapienza. Senza avere nessuna misura del ridicolo, una ventina di coicanomani in crisi di astinenza hanno passato gli ultimi tre giorni a autopromuoversi come milizia in grado di fermare i “nemici dell’Italia”. “In realtà hanno ammesso, dopo il divieto della questura, che non gli interessa impedire alcunché ma solamente avere il loro misero spazio in campagna elettorale.
Negli scorsi giorni in tanti tra studenti, docenti, ricercatori e associazioni hanno risposto con un doppio appuntamento. Alle ore 11 alla Minerva per il concentramento universitario e alle 12 ad Aldo Moro per una conferenza stampa.
Dall’altra parte l’amministrazione universitaria e il rettore Gaudio si sono trincerati per giorni dietro il silenzio stampa, preoccupandosi di nascondere il più possibile l’iniziativa e proponendo addirittura di far entrare Mimmo Lucano da un’entrata secondaria. Una presa di parola pubblica del rettore è finalmente arrivata, dopo gli appelli di studenti, ricercatori, docenti e dipartimenti. Una posizione, quella del rettore, che però è una delega in bianco alla Questura.
La stessa Questura che nelle settimane scorse ha permesso a Casapound di segregare una famiglia dentro casa per giorni, che ha inseguito gli esponenti di Forza Nuova per tutta la giornata di ieri cercando di contrattare un presidio autorizzato, che è guidata dalle parole del Ministro Salvini che parlano di libertà di espressione per i fascisti.
E’ evidente allora che il problema politico è la difesa della libertà di opinione dei gruppi neofascisti. Alla Sapienza, cosi come ad Aldo Moro non può essere permesso loro di prendere parola.
L’amministrazione della Sapienza, così come successo al Salone del Libro di Torino la scorsa settimana, non si è schierata contro la presenza dei gruppi neofascisti in quanto “luogo di cultura”, come se ciò bastasse per costruire gli anticorpi, ma è stata costretta a dover prendere parola. Piuttosto esplicitamente ha dimostrato che avrebbe di gran lunga preferito nascondere la polvere sotto il tappeto e fare finta di nulla. La retorica del “chi legge e studia è antifascista” è fuorviante e insufficiente. Togliere ogni spazio e agibilità è l’unica pratica possibile contro le organizzazioni neofasciste.
Solo l’intrasigenza di alcuni componenti del mondo universitario, composte da studenti, docenti e ricercatori hanno messo con le spalle al muro l’amministrazione. Non basta permettere a Lucano di partecipare alla conferenza, bisogna intervenire affinchè i fascisti non mettano piede ad Aldo Moro.
Come hanno sempre fatto in passato, le formazioni neo-fasciste spingono per legittimare una propria agibilità politica. Alla Sapienza i fascisti sono sempre stati respinti e cosi continuerà ad essere. Alla Sapienza i gruppi neofascisti non esistono. Non si tratta di un caso, ma il frutto dell’impegno di chi in questi decenni ha allontanato i fascisti con ogni mezzo necessario.
Quella di lunedi sarà un’occasione importante per gli antifascisti della città. La provocazione di Forza Nuova non si nasconde dietro una problematica sociale, strumentalizzando la rabbia di chi aspetta un alloggio popolare da decenni o vive in condizioni di difficili. E’ una provocazione tutta politica. Domani su questo andrà messo un punto e ognuno dovrà prendersi le proprie responsabilità. Ad Aldo Moro i fascisti non dovranno mettere piede, è lì che sta la posta in gioco della giornata. Senza avere paura di essere divisivi ma con la certezza di continuare a tracciare l’unica strada percorribile.
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