
Piccoli nazisti crescono

Eravamo rimasti al 29 aprile scorso, quando il sindaco di Milano  Giuliano Pisapia spese parole di pacificazione davanti alla targa  di Claudio Ramelli, il giovane fascista ucciso 39 anni fa da alcuni  militanti di sinistra. Un gesto di umanità che molti giudicarono  inopportuno e poco tempestivo, perché quel giorno stesso mille  nazifascisti sfilarono per le vie di Milano inquadrati come un  plotone delle SS, l’aria poco pacifica. Seguì dibattito e la  sinistra cittadina si divise: ha fatto bene, ha fatto male.
A sostegno della seconda tesi — e non sembri pretestuoso perché  il nazismo, basta guardarsi attorno, sta tornando di gran moda — si  potrebbero segnalare anche i quattro indagati di ieri dopo un blitz  della Digos di Milano. A finire “nel registro” quattro esponenti del  Movimento nazionalsocialista dei lavoratori (Mlsn).
Vediamo un po’ con chi bisognerebbe pacificarsi. I quattro  giovani sono chiaramente razzisti e antisemiti (lo scrivono loro  e lo descrivono i loro addobbi). Non sono soggetti borderline,  tant’è che tre sono addirittura can-didati per le cariche di sindaco  e consigliere comunale alle prossime elezioni in tre paesi in  provincia di Milano, Lodi e Pavia. Sono personaggi pubblici che  trovano spazi di agibilità, persone che hanno potuto liberamente  esprimere il proprio pensiero. Ecco un altro dibattito aperto, dai  tempi di Voltaire.
Già, le idee. Nella abitazioni dei soggetti sono stati  se-questrati coltelli a scatto, pistole giocattolo prive del tappo  rosso, manganelli, una bandiera della Repubblica di Salò, citazioni  hitleriane e libri di chiara ispirazione nazista. Volantinavano,  allestivano banchetti con i loro striscioni. Uno di compleanno:  “Hitler mille anni”. In altro c’è scritto: “Olocausto, sei milioni di  vittime (citazione Pinocchio)”.
Tira una brutta aria a Milano e dintorni, mentre i militanti  antifascisti per troppo tempo non sono stati in grado di cogliere la  gravità dei segnali che dicono di una ritrovata vitalità della destra  più estrema. Quasi ogni giorno si segnalano presenze qui e là,  vissute dai più come semplici fastidi. Ma se mille nazifascisti  possono tranquillamente marciare con le fiaccole scortati dalla  polizia (e solo mal sopportati dalle istituzioni e dalla  politica), poi è logico aspettarsi una escalation di performance  sempre più disgustose.
Aggressioni. O sfregi, come è accaduto ancora ieri all’Arci  Metissage (zona Isola), per la seconda volta in una settimana  imbrattata da scritte inneggianti al duce e da croci celtiche.  E sempre ieri, anche se in questo caso non ci sono segni evidenti di  presenze fasciste, l’Arci Metromondo è stato devastato da ignoti.  Non è un buon segnale, ed è probabile che i responsa-bili non siano  simpatizzanti di uno dei tanti circoli di sinistra attivi in città.
Per il prossimo futuro già si annunciano altre presenze moleste.  Il 14 giugno, in un capannone industriale, si terrà un festival nazi  rock organizzato dagli Hammerskin milanesi, con la  collaborazione di Lealtà e Azione. Lo stesso dello scorso anno,  quando da tutta Europa arrivarono centinaia di nazifascisti  protetti dalla polizia, secondo cui non era possibile vietare un  festival di quel genere in un luogo privato. La festicciola privata  lo scorso anno colse di sorpresa anche la giunta Pisapia: non ne  sapevano niente. Adesso hanno un mese esatto per impedire questo  raduno. Del resto, a un anno dall’Expo, Milano è o non è la vetrina  dell’Italia nel mondo?
Di Luca Fazio per Il Manifesto
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