Quando un aperitivo fra amici finisce insultando una merda
E’ quello che è successo oggi a un gruppo di compagni che si erano ritrovati come altre volte al bar di via Pozzo per un aperitivo. A un certo punto, la strada viene sbarrata dai mezzi blindati dei carabinieri. Che succede? Pare che sia in arrivo il pagliaccio nazista Salvini, segretario della Lega impegnato in un tour elettorale a base di populismo becero e razzismo spinto.
Noi siamo una decina. Increduli, usciamo dal bar e ci avviciniamo per dare un’occhiata. Si sa mai che ci sia la speranza di dirgli due parole, anche se sembra difficile visto lo schieramento di forze (un celerino confesserà a uno di noi, senza sapere che è un compagno, che per il comizietto di mezzora sono stati spesi oltre 5.000 euro di soldi pubblici).
Quel che ci aspetta è un bello scenario: solo una cinquantina i padani accorsi per il loro leader nazionale, mentre da dietro lo schieramento iniziano a volare insulti da parte di un gruppetto di piacentini di origine meridionale. Riusciamo a distinguere “sono passati di moda i terroni? Hai trovato un nuovo nemico? Ladro, coglione!”. A quel punto iniziamo a correre per avvicinarci. Prima di riuscire a raggiungere lo sparuto gruppetto di padani ci accorgiamo che le finestre dei palazzi soprastanti iniziano ad aprirsi: “sei venuto a farti pubblicità su noi povera gente? Vai a lavorare ladro!”. Entusiasti, ci uniamo al coro e iniziamo a urlare all’indirizzo di Salvini. Manco a dirlo però subito si avvicina la celere, carabinieri per la precisione.
Non possiamo sostenere un impatto e allora iniziamo a indietreggiare, mentre altre signore piacentine si sono unite a noi insultando il leader leghista. Il top è quando troviamo due signori, marito e moglie sulla settantina, che guardando sconfortati il presidio dell’uscio di casa ci fermano e ci fanno i complimenti. “Mai visto un casino simile in questa strada, questo qua ha portato i guai!”. Una verità palese, a cui il marito aggiunge: “quelli li della Lega, un certo Cavalli, si son mangiati 40.000 euro di soldi nostri, è una vergogna”.
Rinfrancati dal ripudio del quartiere verso lo stomachevole populismo salviniano, iniziamo ad andarcene.
Quello che ci sentiamo di dire è questo:
- Salvini, dopo il tentato omicidio di Bologna, non riesce a fare una tappa de suo tour dell’odio senza essere braccato o schifato dalle persone intelligenti. Questo è un merito del Movimento ma anche la cifra di quanto sia odiosa la sua campagna, al di là del 3-8% che si porterà a casa alle elezioni.
- Salvini va braccato, perché il suo progetto di partito di destra nazional populista, che coinvolgerebbe Fratelli d’Italia, parte del PDL e con l’appoggio esterno di Casa Pound, è un progetto pericoloso. Va strangolato nella culla, onde doverci in futuro pentirci ad ogni pestaggio, omicidio a sfondo razziale, violenza di genere organizzata.
- Salvini non deve essere visto come un normale segretario di partito. Perché uno che promuove dei simil-pogrom nei campi nomadi, che passa da un insulto ai meridionali ad uno agli omosessuali, non è un segretario di partito. E’ il responsabile morale della violenza fra poveri che sta avvenendo a Roma in queste ore e che vorrebbe estendere anche a Milano, dove invece un fiero movimento antagonista sta portando avanti percorsi di riappropriazione di case e reddito. E’una merda, euna merda o la si pesta per errore o è dovere civico lavarla via dalla strada con un sincero getto di piscio caldo.
Piacenza, 13 novembre 2014
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