Dalla parte della dignità: a fianco dei lavoratori della logistica
Pubblichiamo qui di seguito i contributi di Valerio Evangelisti e Wu Ming 1, tratti da Commonware.org, ribadendo l’importanza del corteo che si terrà sabato a Bologna dalle ore 15 (Piazza dell’ Unità)
Non avrei mai pensato di dover assistere, nel 2014, a eventi degni degli inizi del ‘900. Lavoratori licenziati per avere scioperato contro la riduzione ulteriore di paghe da fame, violenze contro poveri diavoli per spezzarne i picchetti, arresti arbitrari e pestaggi di sindacalisti, false promesse e false accuse da parte delle autorità, campagne stampa menzognere che addebitano le violenze a chi le subisce. Vittime di tanta prepotenza gli stessi sfruttati del 1900: i facchini, poverissimi e precari, costretti a un lavoro massacrante e a condizioni di vita indegne.
La sorpresa viene dall’identità dello sfruttatore: cooperative che mantengono arbitrariamente quella denominazione ormai solo formale, appoggiate dal consenso, dalla complicità attiva o dall’indifferenza di sindacati “ufficiali” di cui il tempo ha ingiallito il colore e deturpato le funzioni. Forze che non si vergognano di tradire clamorosamente la loro stessa storia.
Io spero che i lavoratori della logistica tengano duro, in nome di quel valore supremo che ispirò proprio quei proletari come loro che fondarono cooperative e sindacati: la dignità. Auguro invece la sconfitta a coloro che l’hanno persa.
Valerio Evangelisti
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Lo sciopero è sciopero, un picchetto è un picchetto e un crumiro è un crumiro e quindi, tagliando con l’accetta, uno che accetta la logica della guerra tra poveri e tradisce i suoi compagni.
L’accetta che taglia corta la definizione di “crumiro” è la stessa che spacca il mondo in due quando la situazione arriva al dunque. Il “dunque” è che la società è divisa in classi. Il “dunque” è che lo sfruttato sta da una parte e lo sfruttatore dall’altra.
Un padrone è un padrone, un padrone è uno sfruttatore e ogni padrone combatte incessantemente la lotta di classe.
Un padrone “di sinistra” è un ossimoro vivente (anzi, un ossimoro non-morto).
“Cooperativa” è una parola che non significa più un cazzo.
Dovrebbe essere l’ABC, ma l’analfabetismo di ritorno ci strangola.
Il grande, grandissimo merito dei lavoratori in lotta nella logistica, in Emilia e in altre parti d’Italia, è di aver ricominciato ad alfabetizzare.
In questi giorni più che mai afflitti da un discorso pubblico portato avanti quasi solo da infami e interamente composto da minchiate, e mentre i padroni indulgono nei più canaglieschi ricatti (si veda la vicenda Electrolux), le lotte nella logistica sono, come suol dirsi, ossigeno.
E ci sono tanti modi di usare l’ossigeno.
Nella scena finale del film “Lo squalo”, una bombola d’ossigeno viene conficcata tra i denti del mostro e fatta esplodere. Del mostro non rimangono che frattaglie, e i nostri eroi nuotano verso casa.
Buona nuotata, compagne e compagni.
Wu Ming 1
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