InfoAut
Immagine di copertina per il post

Ecuador, le contraddizioni del presidente Correa

 

La Confederazione delle Nazionalità Indigene dell’Amazzonia Ecuadoriana CONFENIAE, che riunisce 21 organizzazioni e federazioni delle 11 nazionalità amazzoniche, di fronte alla decisione governativa di dare per terminata l’iniziativa Yasuní ITT, esprime quanto segue:

L’intensificazione della politica estrattivista dell’attuale regime –che supera i governi neoliberisti del passato– ha dato luogo a sistematiche violazioni dei nostri diritti fondamentali e ha creato una serie di conflitti socio ambientali nelle comunità indigene di tutta la regione amazzonica. La storia lo dimostra: 40 anni fa fu sterminato il popolo Tetete con l’inizio dell’attività petrolifera nel nordest ecuadoriano; attualmente si stanno sterminando i popoli Tagaeri e Taromenane al culmine di una presunta rivoluzione cittadina.

Questo avviene mentre fuori si promuove l’immagine di un Ecuador che possiede una delle costituzioni più avanzate del mondo, che riconosce i diritti collettivi dei popoli indigeni, in modo speciale, il loro diritto ad una consultazione libera, preventiva ed informata, i diritti della natura, il Sumak Kawsay, tra gli altri. Nonostante ciò, quando gli interessi dei grandi capitali entrano in gioco, i governanti attraverso i loro organi di dominio giuridico, non hanno il minimo imbarazzo nel riformare le leggi per legalizzare il furto, il saccheggio e la violazione dei diritti umani.

Al contrario, la proposta dei popoli indigeni è sempre stata la conservazione dell’ambiente, l’uso e l’utilizzo cosciente delle risorse naturali, la difesa e la cura di nostra madre natura e una convivenza equilibrata tra lei e gli esseri umani, un equilibrio che ci permetta di praticare nei fatti, e non solo nei discorsi, il vero Sumak Kawsay, come lo dimostra la nostra storia millenaria e presente. Sono i territori dove noi popoli indigeni abitiamo che conservano puliti i propri fiumi, lagune, cascate, pendii e boschi; al contrario, sono quei territori dove sono penetrate le imprese petrolifere, minerarie, del legname, dell’agro-negozio ed altre, quelle zone dove è stato ripulito il manto verde della nostra selva amazzonica e lo si è trasformato in buchi consegnati al saccheggio e alla voracità delle imprese estrattive del paese e del mondo.

Pertanto, la nostra lotta è sempre stata, è e sarà per la difesa dei nostri territori contro l’estrattivismo, punta di lancia dell’accumulazione del grande capitale e, pertanto, dello sviluppo del sistema capitalista che opprime non solo l’essere umano, ma anche la natura e tutti i suoi esseri.

L’annuncio del Presidente Correa di mettere fine all’iniziativa di conservazione dello Yasuní è stata una dimostrazione in più del carattere neoliberista, pro imperialista e consegnatario (delle risorse) dell’attuale regime di fronte alle disposizioni dei nuovi poteri egemonici europei, asiatici e nordamericani. Ratifica ciò che in varie occasioni già stavamo anticipando: mai il governo è stato realmente impegnato nella conservazione della natura, al di là della campagna pubblicitaria e mediatica montata di fronte al mondo per mostrare il contrario; ha sempre avuto una fiche da giocare sotto la manica, ha sempre mantenuto un doppio discorso che ha rinnovato finché serviva a convincere coloro che avevano pensato che le sue proposte erano state prese sul serio, ottenendo così appoggio popolare per confermarsi al potere. Bisogna anche ricordare che l’Iniziativa di lasciare sottoterra il petrolio in cambio del reperimento di fondi, come parte di un debito ecologico dei paesi industrializzati, è stata una iniziativa del movimento indigeno e di settori ambientalisti, alla quale si è attenuto nel 2007 il governo di Correa per prospettare l’iniziativa Yasuní ITT.

Di fronte a questi fatti, la Confederazione delle Nazionalità Indigene dell’Amazzonia Ecuadoriana, CONFENIAE, si dichiara in allerta e guardia permanente per la difesa dei nostri diritti territoriali. È in gioco la sopravvivenza di popoli non contattati che nei mesi scorsi hanno sofferto sulla propria carne gli assalti dell’attività estrattiva nello Yasuní; la storia si ripete, siamo alle porte di un nuovo etnocidio da parte dei governanti e di fronte a ciò, da tutti gli angoli dell’Amazzonia, noi nazionalità indigene ci manterremo vigili per il nostro territorio, principale eredità per l’equilibrio ambientale a livello planetario per le presenti e future generazioni.

La nostra lotta è senza quartiere in difesa della selva e della vita; noi popoli indigeni non abbiamo carte occulte da nascondere, non abbiamo maschere che nascondono i nostri principi di vita. Lottiamo frontalmente per la vita, senza doppi discorsi, insieme alle nostre basi che da ogni centro, comunità, associazione, federazione e organizzazione sono disposte a difendere la propria casa, la propria terra, l’essenza della propria vita.

Puyo, 20 Agosto 2013

 

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Approfondimentidi redazioneTag correlati:

Correaecuadorpetrolioterritorio

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Le capacità diagnostiche dell’IA ed il capitalismo dei big data

Il cammino dell’innovazione tecnologica è sempre più tumultuoso e rapido. Lo sviluppo in ambito di intelligenza artificiale è così veloce che nessun legislatore riesce a imbrigliarlo negli argini delle norme. Stai ancora ragionando sull’impatto di ChatGPT sulla società che è già pronto il successivo salto quantico tecnologico. da Malanova.info In un recente studio del 28 […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Il cambiamento climatico è una questione di classe/1

Alla fine, il cambiamento climatico ha un impatto su tutti.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Il coltello alla gola – Inflazione e lotta di classe

Con l’obiettivo di provare a fare un po’ di chiarezza abbiamo tradotto questo ottimo articolo del 2022 di Phil A. Neel, geografo comunista ed autore del libro “Hinterland. America’s New Landscape of Class and Conflict”, una delle opere che più lucidamente ha analizzato il contesto in cui è maturato il trumpismo, di cui purtroppo tutt’ora manca una traduzione in italiano.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Controsaperi decoloniali: un approfondimento dall’università

n questo momento storico ci sembra inoltre cruciale portare in università un punto di vista decoloniale che possa esprimere con chiarezza e senza peli sulla lingua le questioni sociali e politiche che ci preme affrontare. Sempre più corsi di laurea propongono lezioni sul colonialismo, le migrazioni e la razza, ma non vogliamo limitarci ad un’analisi accademica: abbiamo bisogno dello sguardo militante di chi tocca questi temi con mano.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Stati Uniti: soggetti e strategie di lotta nel mondo del lavoro

L’ultimo mezzo secolo di neoliberismo ha deindustrializzato gli Stati Uniti e polverizzato il movimento operaio.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

L’intelligenza artificiale. Problemi e prospettive

L’Ai attuale è una grande operazione ideologica e di marketing, confezionata per aumentare il controllo delle persone e restringere il margine di libertà digitale” (1) Intervista a Stefano Borroni Barale, da Collegamenti di Classe L’Intelligenza artificiale (Ai) è un tema oggi talmente di moda che persino il papa ha ritenuto indispensabile dire la sua sull’argomento. […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

L’enigma Wagenknecht

Dopo le elezioni regionali del Brandeburgo, il partito di Sahra Wagenknecht (BSW) ha confermato di essere una presenza consolidata nel panorama politico tedesco. di Giovanni Iozzoli, da Carmilla Il profilo stesso di questa aggregazione non autorizza la sua collocazione nel campo delle performance elettorali effimere o occasionali: le radici sociali sono solide e si collocano […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Ribellarsi per la Palestina è possibile e necessario più di prima: una riflessione dal casello di Roma Ovest su sabato 5 ottobre e DDL 1660

Con questo articolo vogliamo proporre una riflessione sulla giornata di mobilitazione per la Palestina di sabato 5 ottobre a partire dall’esperienza di lotta e conflitto che abbiamo avuto come studentə e giovani di Pisa partitə con il pullman di Studentə per la Palestina, per arrivare a Roma.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Il trattore torna al campo.. e adesso?

I primi mesi del 2024 sono stati segnati in molti paesi d’Europa dall’esplosione del cosiddetto “movimento dei trattori”.

Immagine di copertina per il post
Confluenza

Bertolla Vendesi – Una camminata nel declino inarrestabile dell’ultimo borgo rurale di Torino

Continuiamo la raccolta dei contributi redatti da Un altro piano per Torino, di cui avevamo già pubblicato un articolo sulla camminata dal parco della Pellerina all’ex area Thyssen. Diffondiamo questi contenuti perché uno degli elementi fondamentali per costruire una solida lotta a difesa dei territori significa conoscerli!

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Sudamerica: crisi diplomatica dopo l’assalto della polizia ecuadoregna all’ambasciata del Messico a Quito.

Il presidente messicano Obrador ha annunciato la rottura delle relazioni diplomatiche con l’Ecuador, dopo che la polizia ha fatto irruzione nell’ambasciata messicana a Quito per arrestare l’ex vicepresidente Jorge Glas, legato all’ex presidente Correa, da tempo rifugiatosi in Europa.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Ecuador: In una settimana sono saliti a 1.500 gli arrestati

Da quando Noboa ha dichiarato che il paese vive un “conflitto interno” sono più di 1.500 i detenuti.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Ecuador: Una guerra contro il movimento indigeno

Il decreto di Conflitto Armato Interno emesso dal governo di Daniel Noboa “si inscrive in modo diretto nella Dottrina dello Shock come condizione di possibilità per l’aggiustamento economico”, sostiene l’economista ecuadoriano Pablo Dávalos.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

L’Ecuador si apre all’intervento militare degli Stati Uniti

La violenza e l’insicurezza che da più di un lustro imperano in Ecuador, promosse da una successione di governi di destra, ha raggiunto oggi una nuova pietra miliare, dopo che il 2023 si è chiuso con circa 8 mila morti violente, il tasso più alto nel numero di assassinati nella storia del paese, e quasi il doppio rispetto alle più di 4 mila avvenute un anno prima.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Ecuador: “L’opacità è una strategia di controinsurrezione”. Intervista a Raquel Gutiérrez

In questo Paese, dal 2021, sono stati denunciati circa 500 assassinii nelle carceri e, allo stesso tempo, il numero di omicidi aumenta ogni giorno, soprattutto nei quartieri periferici delle città costiere come Esmeraldas e Guayaquil. 

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Ecuador: degradazione allarmante

Domenica l’Ecuador è entrato in un vortice di violenza e di decomposizione dello stato di diritto.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Costruendo un ponte verso il caos climatico

La 28a Conferenza delle Parti (COP28) delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (UNFCCC) è iniziata ieri a Dubai, non proprio sotto i migliori auspici.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Distruttori del Pianeta: come i piani di estrazione di petrolio e gas di 20 paesi rischiano di bloccarci nel caos climatico

Questo nuovo rapporto, intitolato “Distruttori del Pianeta: come i piani di estrazione di petrolio e gas di 20 paesi rischiano di bloccarci nel caos climatico”, viene pubblicato pochi giorni prima del vertice del Segretario Generale delle Nazioni Unite António Guterres, “Climate Ambition Summit”, a New York, dove più di 10.000 persone marceranno per protestare contro l’inazione verso i combustibili fossili.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Ecuador: un referendum ferma l’estrazione di petrolio nella foresta amazzonica

Si stima che in un solo ettaro del parco Yasunì ci siano più specie animali che in tutta l’Europa e più specie vegetali che in tutto il Nord America.