InfoAut
Immagine di copertina per il post

L’Ecuador si apre all’intervento militare degli Stati Uniti

La violenza e l’insicurezza che da più di un lustro imperano in Ecuador, promosse da una successione di governi di destra, ha raggiunto oggi una nuova pietra miliare, dopo che il 2023 si è chiuso con circa 8 mila morti violente, il tasso più alto nel numero di assassinati nella storia del paese, e quasi il doppio rispetto alle più di 4 mila avvenute un anno prima.

di Daniel Kersffeld

La spettacolare occupazione del canale della televisione TC, la sospetta fuga dal carcere di due narcotrafficanti, diversi atti di violenza commessi da organizzazioni delinquenziali nell’Università di Guayaquil e in diversi centri commerciali sono stati il detonatore affinché Daniel Noboa, l’attuale presidente dell’Ecuador, ordinasse all’Esercito l’immediato ristabilimento dell’ordine in tutto il paese.

Per questo ha fatto riferimento al carattere dell’attuale crisi che attraversa il paese andino come un “conflitto armato interno”, una formula che, senza dubbio, rimanda all’estesa crisi sofferta dalla Colombia nello scontro armato tra forze paramilitari, guerriglie e organizzazioni legate al narcotraffico.

Allo stesso modo, il presidente ha identificato e denunciato più di una ventina di bande criminali di diversa grandezza e presenza territoriale come “organizzazioni terroriste” e come “attori non statali belligeranti”. Questa denominazione non è gratuita e le conseguenze politiche e militari di questa decisione risultano altamente preoccupanti per tutta la regione.

La lettura ufficiale afferma che attualmente in Ecuador avviene lo scontro di due dei più potenti cartelli della droga del Messico: quello di Sinaloa e quello di Jalisco, che opererebbero a partire da un diverso tipo di organizzazioni satelliti.

Al di là della veridicità di questo racconto, quello che risulta indubitabile è che potrebbe rendere possibile l’intervento militare degli Stati Uniti per preservare la pace e l’ordine, e proteggere i propri interessi internazionali.

In questo senso, l’ultimo viaggio dell’ex presidente Guillermo Lasso negli Stati Uniti, realizzato alla fine di settembre 2023, è risultato chiave per la firma di due accordi internazionali che, non causalmente, non sono stati diffusi in modo ufficiale dal Dipartimento di Stato.

Mentre il primo accordo permette la presenza di navi militari statunitensi nelle acque ecuadoriane, il secondo fissa direttamente le condizioni per la presenza di militari degli Stati Uniti in Ecuador.

Alla firma dell’accordo furono presenti il rappresentante repubblicano Dan Crenshaw, che presiede il “Gruppo di Lavoro del Congresso per Combattere i Cartelli della Droga Messicani”, così come anche alti funzionari della Guardia Costiera e del Dipartimento della Difesa.

La partecipazione di forze militari straniere in Ecuador sarebbe basata anche su varie iniziative adottate durante il governo di Joe Biden.

In primo luogo, si trova la “Strategia degli Stati Uniti per Prevenire Conflitti e Promuovere Stabilità”, emessa nell’aprile del 2022, nella quale si vuole attaccare “la vulnerabilità di un paese o regione al conflitto armato, la violenza su grande scala o un’altra instabilità, inclusa l’incapacità a gestire minacce transnazionali e altre perturbazioni significative”.

D’altra parte, bisogna menzionare la “Strategia di Sicurezza Nazionale (NSS-2022)”, pubblicata dalla Casa Bianca nell’ottobre del 2022, nella quale si presenta l’idea “dissuasione integrata” come elemento fondamentale della politica di difesa statunitense, nel medesimo momento in cui si pongono le sfide di Cina e Russia da parte della geopolitica elaborata da Washington.

Da ultimo, non è minore l’apporto realizzato dal menzionato congressista Crenshaw che, insieme ad un altro repubblicano, Mike Waltz, nel gennaio del 2023 presentò il progetto denominato “Autorizzazione per l’uso della Forza Militare” contro i cartelli messicani. Una proposta che successivamente fu integrata dalla senatrice repubblicana Lindsey Graham attraverso il progetto “Fine Narcos” per designare nove cartelli messicani come “organizzazioni terroriste straniere”.

In caso di successo, la partecipazione militare statunitense sarebbe a carico delle Brigate di Assistenza della Forza di Sicurezza (SFAB con la loro sigla in inglese), create nel 2017 per consigliare e accompagnare gli eserciti dell’Afganistan e dell’Irak.

A differenza di quanto avvenuto fino a pochi decenni fa, non si tratterebbe di stabilire formazioni a lungo termine (come in Ecuador si assicurava la permanenza nel tempo della base di Manta) ma di fornirle un carattere dinamico e mobile, rinforzando i legami tecnici, ideologici e formativi con le organizzazioni militari locali.

La volontà collaborativa dell’Ecuador, e la strategia di usarla, sono state confermate il 3 ottobre dal cancelliere Gustavo Manrique che ha affermato che si contemplava che le truppe statunitensi partecipino ad “operazioni di breve durata” nell’ambito della lotta “contro il narcotraffico, il crimine transnazionale e altri delitti”, all’inizio, in spazi marittimi.

Per sradicare qualsiasi dubbio, Manrique ha ribadito: “Non è che si installeranno truppe. Entrano (i militari statunitensi) per un periodo di breve durata, fanno le operazione e si ritirano”. Allo stesso tempo, il ministro ha aggiunto che le autorità ecuadoriane sarebbero presenti nelle imbarcazioni statunitensi, “per non perdere sovranità”.

Attualmente, l’Ecuador è un pezzo sempre più importante nella geopolitica con cui gli Stati Uniti vogliono recuperare influenza e terreno nei paesi del Pacifico, di fronte alla minaccia rappresentata dalla Cina, principalmente, nell’area economica e commerciale. Senza escludere, ovviamente, le azioni della Russia nella regione, che due anni di conflitto militare in Ucraina e di blocco economico da parte delle potenze della NATO non sono riuscite a piegare.

Con programmi di sicurezza come il Piano Colombia e l’Iniziativa Mérida già sotterrati in passato, dagli Stati Uniti vengono svolte nuove strategie per assicurare l’intervento dei suoi eserciti nel contesto latinoamericano.

Una combinazione funesta di inoperosità e corruzione delle forze di polizia e di sicurezza, insieme alla riprovevole volontà politica degli ultimi governi neoliberali che hanno manifestato il loro indiscutibile interesse ad un allineamento senza restrizioni con Washington, potrebbe oggi essere determinante per l’imminente arrivo di forze militari statunitensi in territorio ecuadoriano.

11 gennaio 2024

Página/12

da Comitato Carlos Fonseca

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

ecuadornarcotrafficostati uniti

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Jenin sotto attacco israeliano: 6 morti e 35 feriti

Il Ministero ha spiegato in una breve dichiarazione che sei persone sono state uccise e altre 33 sono state ferite e sono state trasportate negli ospedali Ibn Sina, Al-Amal e Al-Shifa. È probabile che il bilancio delle vittime aumenti con l’aggressione israeliana. Jenin. Sei palestinesi sono stati uccisi e altri 35 sono rimasti feriti durante […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Somalia, Sudan, Algeria… ed il ritorno di Trump

Da Radio Africa: prima puntata del 2025, lunedì 20 gennaio 2025, per l’approfondimento quindicinale dedicato all’Africa sulle frequenze di Radio Onda d’Urto, dentro la Cassetta degli Attrezzi. In questi 30 minuti ci occuperemo di diversi Paesi africani, da nord a sud. Partiremo dalla Somalia e da Mogadiscio (in foto) in particolare, al centro del reportage sul campo della rivista Africa, con la storia […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Usa: Leonard Peltier uscirà dal carcere

In uno dei suoi ultimi atti da Presidente Biden ha commutato la condanna all’ergastolo di Leonard Peltier, l’attivista dell’American Indian Movement in prigione da quasi 50 anni. Peltier sconterà il resto della pena agli arresti domiciliari. da Osservatorio Repressione «Ho commutato la pena dell’ergastolo alla quale era stato condannato Leonard Peltier, concedendogli gli arresti domiciliari»: nell’ultimo giorno, […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Voci da Gaza II – Asuat Min Gaza II

Seconda –di due– puntata speciale nello spazio informativo di Radio Blackout dedicata all’intervista di Fadil Alkhadly, membro dell’Uawc, Unione dei comitati dei lavoratori agricoli.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Raggiunto l’accordo di cessate il fuoco a Gaza

L’ accordo tra la Resistenza palestinese e il governo israeliano è stato raggiunto e firmato da entrambe le parti, a darne l’annuncio è stato Trump che da oggi inizierà il suo mandato esecutivo come presidente statunitense.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Perù. Tamburi di guerra

Su Perù 21 (giornale peruviano, ndt), il 14 gennaio, un editorialista poco noto ha inserito un’“opinione” piuttosto bellicosa. In essa, Héctor Romaña – una penna di pedigree, forse – promuoveva l’intervento militare in Venezuela. di Gustavo Espinoza M., da Resumen Latinoamericano Potrebbe essere letto come il punto di vista di un analista disperato che non […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Cessate il fuoco nella Striscia di Gaza: facciamo il punto con Eliana Riva

“Cessate il fuoco”: è la notizia che da ieri sera poco dopo le 18 occupa le prime pagine di tutti i giornali, dopo la dichiarazione su Truth da parte di Donald Trump che si è intestato l’accordo tra Israele e Hamas.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Cessate il fuoco(?) su Gaza

Imminente l’accordo di cessate il fuoco su Gaza e di scambio di prigionieri – con la mediazione di Usa, Qatar, Egitto – che dovrebbe prevedere nei primi 42 giorni il rilascio di una parte degli ostaggi e la liberazione di prigionieri politici palestinesi, mentre Israele terrà il controllo del corridoio Filadelfia tra Gaza ed Egitto […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

L’escalation di Erdogan contro il Rojava

La Turchia e le milizie islamiste filo-turche, in particolare l’Esercito nazionale siriano (SNA), stanno sfruttando lo spostamento di potere a Damasco per colpire le aree di autogoverno controllate dai curdi nella Siria settentrionale e orientale. Ankara giustifica queste azioni sostenendo che i gruppi che operano nella regione, in particolare le Unità di difesa popolare curde […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

La politica al tramonto (d’Occidente)

Anton Jager; Iperpolitica. Politicizzazione senza politica; Nero Edizioni; Roma 2024; 15€ 158 pp. di Jack Orlando, da Carmilla Tre proiettili alle spalle e Brian Thompson, il CEO della United Healthcare, cade freddato a terra.Non si fa in tempo a avere l’identità dell’attentatore che già inizia il vociare di internet.Sui social si brinda alla morte del capo […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Palantir comincia la guerra civile nella difesa americana

Nei racconti di Tolkien i Palantir sono le pietre veggenti e vedenti presenti nel Signore degli Anelli il cui nome significa “coloro che vedono lontano”. di Nlp da Codice Rosso In linea con il testo “Magical Capitalism”, di Moeran e De Waal Malefyt, che vede il magico delle narrazioni come un potente strumento di valorizzazione del brand […]

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Guerra globale, una sola egemonia da garantire

Ich kenne Schritte die sehr nützen und werde euch vor Fehltritt schützen Und wer nicht tanzen will am Schluss weiß noch nicht dass er tanzen muss Io conosco passi che sono molto utili  e che vi proteggeranno dai passi falsi  e chi alla fine non vuole ballare  non sa ancora che deve ballare (Amerika – […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Stati Uniti: soggetti e strategie di lotta nel mondo del lavoro

L’ultimo mezzo secolo di neoliberismo ha deindustrializzato gli Stati Uniti e polverizzato il movimento operaio.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Elezioni USA: che paese arriva al voto del 5 novembre 2024? Intervista all’americanista Ferruccio Gambino

Usa: martedì 5 novembre 2024 il voto per le presidenziali. Ultimi fuochi di campagna elettorale, con i sondaggi danno la Harris avanti nel voto popolare su scala federale, con il 48,1% contro il 46,7% di Trump.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Gli Stati Uniti verso le elezioni: guerre e guerra civile

Manca poco più di una settimana alle elezioni negli Stati Uniti e nonostante i pronostici regna l’incertezza.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Spettri di Working Class, il classico strumento repubblicano per vincere le presidenziali

Paul Samuelson, per quanto sia stato un genio della astrazione economica e della regolazione dei mercati, ci ha lasciato modelli matematici di efficienza delle transazioni di borsa che, nella realtà, si sono paradossalmente rivelati soprattutto strumenti ideologici.