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Costruendo un ponte verso il caos climatico

La 28a Conferenza delle Parti (COP28) delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (UNFCCC) è iniziata ieri a Dubai, non proprio sotto i migliori auspici. Già da tempo la scelta degli Emirati – il 7° produttore di petrolio al mondo – come sede dell’evento, e di Sultan Ahmed Al Jaber come presidente/anfitrione aveva infatti contribuito a connotare questo ennesimo summit come l’ennesimo festival dell’ipocrisia.

di Urgewald, da ECOR Network

Sultan Ahmed Al Jaber –  CEO dell’Abu Dhabi National Oil Company (ADNOC), l’impresa petrolifera statale emiratina, e chairman della Masdar, l’impresa statale emiratina per lo sviluppo delle rinnovabili – è un emblema perfetto della situazione attuale, dove possono convivere tranquillamente lo sviluppo delle rinnovabili e lo sviluppo del settore oil & gas nella misura in cui concorrono entrambi all’accumulazione di capitale.
Come descrive questo briefing di Urgewald, di cui proponiamo oggi la traduzione, le prospettive di espansione del settore del petrolio e del gas fossile stanno andando a gonfie vele, con buona pace degli accordi di Parigi, delle COP e della catastrofe climatica in corso.

E’ difficile pensare che una vasta compagine di compagnie multinazionali stia investendo miliardi per la ricerca ed estrazione di combustibili fossili nella prospettiva di non remunerare i propri investimenti a lungo termine. La logica che ne risulta, è la  volontà di “spremere il limone” dell’economia fossile fino in fondo, e solo a esaurimento del business passare alle rinnovabili come forma sostitutiva (e non aggiuntiva, come è ora) nella produzione di energia, che in buona parte ci sarà venduta dagli stessi soggetti che hanno causato il disastro.

Per finire, una nota di colore: un paragrafo del briefing di Urgewald è specificamente dedicato all’incompatibilità fra le politiche della compagnia petrolifera del paese che ospita la COP e l’obiettivo del contenimento del riscaldamento globale entro 1,5 ºC.
 


Il 15 novembre Urgewald e più di 50 suoi partners hanno pubblicato il secondo aggiornamento della Global Oil & Gas Exit List (GOGEL). GOGEL è un database pubblico che fornisce una ripartizione dettagliata delle attività delle società petrolifere e del gas in tutto il mondo. Copre 1.623 società attive nei settori dell’esplorazione, processamento, trasporto, stoccaggio e commercializzazione di petrolio e gas, e nella produzione di energia tramite centrali termoelettriche a gas. Le società elencate da GOGEL rappresentano il 95% della produzione globale di petrolio e gas.

Nel bel mezzo della crisi climatica, il 96% delle 700 società di esplorazione e sviluppo elencate da GOGEL stanno ancora esplorando o sviluppando nuovi giacimenti di petrolio e gas. E 1.023 imprese stanno progettando nuovi terminali GNL, gasdotti o centrali elettriche alimentate a gas. “L’ampiezza dei piani di espansione del settore è davvero spaventosa. Per mantenere in vita [l’obiettivo del contenimento del riscaldamento globale entro] 1,5 ºC, è vitale una decrescita rapida e gestita sia nella produzione di petrolio che di gas. Le compagnie petrolifere e del gas stanno invece costruendo un ponte verso il caos climatico“, afferma Nils Bartsch, dirigente della sezione Oil & Gas Research di Urgewald.

Dove tutto ha inizio: l’esplorazione

Secondo la tabella di marcia [per praticare l’obiettivo del contenimento del riscaldamento globale entro] 1,5 º C pubblicata dall’Agenzia internazionale per l’energia (AIE) nel 2021, l’esplorazione di nuove riserve di petrolio e gas non è più necessaria e ritarda la transizione energetica. 1 Dal 2021, la spesa annua in conto capitale per la prospezione di petrolio e gas è tuttavia aumentata di oltre il 30%. Negli ultimi 3 anni, le compagnie petrolifere e del gas nel nostro database hanno speso un totale di 170,4 miliardi di dollari per esplorare nuove riserve di petrolio e gas che non possiamo permetterci di bruciare. GOGEL elenca 384 società la cui spesa media per l’esplorazione ha superato i 10 milioni di dollari tra il 2021 e il 2023. Le prime 7 società di esplorazione sono la China National Petroleum Corporation – CNPC (5,9 miliardi di dollari), la CNOOC (3,2 miliardi di dollari), la Saudi Aramco (2,8 miliardi di dollari), la Pemex (2,6 miliardi di dollari), il Sinopec Group (2,4 miliardi di dollari), la Pioneer Natural Resources (2,1 miliardi di dollari) e la Shell (2,0 miliardi di dollari).

Espansione sconsiderata

Secondo GOGEL, 539 aziende si stanno preparando a portare in produzione 230 miliardi di barili di petrolio equivalente (bboe) di risorse petrolifere e gas non sfruttate.2 Questi piani di espansione a breve termine compromettono gravemente gli sforzi volti a limitare l’aumento della temperatura globale a 1,5 ºC. 3 Gli ultimi risultati mostrano che, anche se tutta l’estrazione di carbone dovesse terminare magicamente durante la notte, avremmo ancora bisogno di lasciare sottoterra quasi il 20% delle risorse di petrolio e gas dei giacimenti confermati e in produzione, per rimanere all’interno del carbon budget [conforme all’obiettivo] di 1.5 °C. A) Le 7 compagnie con i più ampi piani di espansione sono Saudi Aramco (16.8 bboe), QatarEnergy (16.5 bboe), Gazprom (10.7 bboe), Petrobras (9.6 bboe), ADNOC (9.0 bboe), TotalEnergies (8.0 bboe) and ExxonMobil (7.9 bboe). Queste 7 società sono responsabili di un terzo dell’espansione globale a breve termine dell’estrazione di petrolio e gas.

L’espansione nei Paesi di ‘frontiera’: come gli attori globali creano nuove dipendenze fossili

Le compagnie elencate da GOGEL stanno esplorando o sviluppando nuove risorse di petrolio e gas in 129 paesi. TotalEnergies (53 paesi) è in cima alla lista delle imprese in espansione nel maggior numero di paesi, seguita da Shell (41 paesi), Eni (40 paesi), ExxonMobil (39 paesi), BP (29 paesi), Petronas (27 paesi) e Chevron e Repsol (25 paesi ciascuno). Quasi un terzo dei paesi in cui TotalEnergies sta esplorando e sviluppando nuove risorse di petrolio e gas sono paesi di frontiera come il Sudafrica, la Namibia, il Mozambico o Papua Nuova Guinea. Questi paesi attualmente hanno poca o nessuna produzione di petrolio e gas.4 Invece della transizione, le grandi compagnie del petrolio e del gas stanno spingendo nuovi paesi verso la dipendenza dai combustibili fossili.

Compagnie petrolifere e del gas come TotalEnergies, Shell e i loro partner locali stanno spendendo miliardi di dollari per bloccare i paesi africani in un futuro di gas fossile. Il gas non è una valida opzione energetica per l’Africa. È sporco, costoso e la maggior parte dei nuovi progetti richiederanno 5 – 7 anni per completarsi prima di poter dare qualsiasi contributo alla sicurezza energetica. Ciò di cui abbiamo bisogno è una transizione giusta verso l’energia sostenibile e rinnovabile per tutti“, afferma Leanne Govindsamy del Centro per i diritti ambientali delle ONG sudafricane.
 

La compagnia petrolifera nazionale di Abu Dhabi in rotta di collisione con l’obiettivo dell’1,5 ºC

GOGEL consente agli utenti di valutare se le attività di un’impresa siano in linea con la tabella di marcia dell’Agenzia internazionale dell’energia (AIE) per lo zero netto entro il 2050. Per ogni compagnia petrolifera impegnata nelle operazioni a monte del processo produttivo, GOGEL descrive quale parte della sua espansione a breve termine supera il percorso definito dall’AIE. 5 Con 8,3 miliardi di barili equivalenti di petrolio (bboe), la Abu Dhabi National Oil Company (ADNOC) ha il più alto superamento assoluto di qualsiasi altra impresa al mondo. 

Mentre il CEO dell’ADNOC, Sultan Al Jaber, è al posto di guida del summit sul clima di quest’anno, la sua impresa è in rotta di collisione con l’obiettivo dell’1,5 ºC. Solo poche settimane prima dell’apertura degli eventi della COP28 a Dubai da parte di Sultan Al Jaber, la Abu Dhabi National Oil Company ha annunciato la decisione finale di investimento per il suo enorme progetto sul gas di Hail e Ghasha. Il progetto Hail and Ghasha è situato nella Riserva della Biosfera di Marawah che ospita molte specie in via di estinzione ed è la più grande riserva marina del Golfo Arabico. Bruciare il gas che la ADNOC intende produrre emetterebbe più di 20 volte la CO2 che l’impresa punta a catturare. 6
Inoltre, il metano sfuggirà lungo tutta la catena di approvvigionamento man mano che il gas si dirigerà verso gli utilizzatori finali. Il metano ha un effetto sul riscaldamento [globale] maggiore di 86 volte di quello della CO2 in un periodo di 20 anni. 7 L’ADNOC elimina tutte queste emissioni dall’equazione dello zero netto. Resta anche da vedere se l’ADNOC catturerà e conserverà il carbonio promesso. Anche l’ottimista AIE riconosce che la storia della cattura e dello stoccaggio del carbonio “è stata in gran parte una delle aspettative non soddisfatte” 8

La nuova infrastruttura di esportazione del GNL sovralimenta l’espansione del gas

Il GOGEL 2023 copre tutte le società che stanno sviluppando nuovi terminali di gas naturale liquefatto (GNL) e fornisce dati disaggregati per l’espansione delle capacità di esportazione e importazione di GNL. 9 Secondo la banca dati, le imprese prevedono di aumentare la capacità globale di esportazione di GNL del 162%. 10 I nuovi terminali per l’esportazione di GNL sono determinanti per l’estrazione di gas su larga scala in paesi come gli Stati Uniti, il Qatar o il Mozambico I 7 maggiori sviluppatori di capacità di esportazione di GNL su GOGEL sono: Venture Global GNL (71,1 milioni di tonnellate all’anno (Mtpa), NOVATEK (58,2 Mtpa), QatarEnergy (46,5 Mtpa), Sempra Energy (29,4 Mtpa), Tellurian (27,6 Mtpa), Shell (25,2 Mtpa) e Cheniere Energy (22,8 Mtpa).

Progetti per il GNL negli USA e boom del fracking

Gli Stati Uniti hanno iniziato ad esportare GNL nel 2016, l’anno dopo la firma dell’accordo di Parigi sul clima.11 Oggi la Gulf Coast degli Stati Uniti sta consolidando la sua posizione come principale centro di esportazione di GNL al mondo. I 21 nuovi impianti di esportazione di GNL previsti lungo la Gulf Coast rappresentano il 41% dell’espansione globale delle esportazioni di GNL elencate su GOGEL. La maggior parte dei gas fossili che saranno esportati da questi terminali proviene dal bacino del Permiano, il cuore dell’industria del fracking statunitense. GOGEL elenca 76 aziende attive nel bacino del Permiano. Mentre il fracking è vietato in molti paesi, l’88% del gas fossile prodotto negli Stati Uniti proviene dal fracking.12 Imprese come Chevron, ConocoPhillips o EOG Resources pompano enormi quantità di acqua, sabbia e sostanze chimiche nel terreno per estrarre idrocarburi intrappolati in formazioni di roccia scistosa. Le operazioni di fracking lasciano tracce di paesaggi distrutti, acqua contaminata, aria inquinata e gravi impatti sulla salute, soprattutto per i bambini. 13,14 Inoltre, il processo di liquefazione è ad alta intensità energetica e il rischio di perdite di metano lungo tutta la catena di approvvigionamento rendono il GNL proveniente dagli Stati Uniti particolarmente dannoso per il clima. 15,16

Le comunità lungo la Gulf Coast stanno combattendo contro ognuno dei terminali di esportazione GNL proposti. Come afferma Rebekah Hinojosa, membro della South Texas Environmental Justice Network, “L’industria dei combustibili fossili vuole asfaltare le zone umide lungo tutta la costa con impianti di GNL come [è successo con] il vicino terminal di GNL della Rio Grande Corporation. Oltre alle loro implicazioni ambientali, questi piani violano le terre sacre indigene e le persone che lavorano nella pesca, nel settore dei gamberetti e nell’eco-turismo rischiano di perdere il lavoro. Le nostre comunità si rifiutano di essere sacrificate per le esportazioni di gas sporco dell’industria del fracking.”

La produzione di energia a gas farà saltare il nostro budget per il carbonio

GOGEL 2023 – per la prima volta – fornisce dati sui piani di espansione dell’energia elettrica alimentata a gas. In totale, GOGEL identifica 651 imprese che stanno progettando di sviluppare ulteriori 567 gigawatt (GW) di potenza alimentata a gas nel bel mezzo della crescente crisi climatica. Se portati a termine, questi progetti aumenterebbero la capacità mondiale di produzione di gas del 30%.17 Una parte sostanziale della produzione globale di energia alimentata a gas si baserebbe sul GNL importato.
L’industria ama definire il gas fossile come il sostituto più pulito del carbone e come un combustibile ponte per la transizione energetica. Questa è una fantasia fossile imperfetta. Se le emissioni del ciclo di vita sono adeguatamente prese in considerazione, il gas fossile può essere altrettanto dannoso del carbone per il clima“, spiega Bartsch.18 Le proiezioni dell’AIE mostrano che in un mondo allineato [all’obiettivo del contenimento del riscaldamento globale entro] 1,5 °C, il contributo del gas naturale al mix energetico dovrebbe scendere dall’attuale 22% al 6% entro il 2035. Invece di costruire nuovi impianti a gas, si richiederebbe il ritiro di 82 GW di potenza già installata a gas entro il 2035. 19 I piani di espansione combinati dei sette maggiori sviluppatori di energia prodotta col gas nella lista di GOGEL da soli ammontano a 86 GW: Korea Electric Power Corporation – KEPCO (17,2 GW), Bangladesh Power Development Board (16,9 GW), Taipower (14,9 GW), Vietnam Electricity Group (EVN) (9,9 GW), China Huaneng Group (9,5 GW), China Huadian Corporation (9,3 GW) e Comisión Federal de Electricidad EPE – CFE (8,3 GW).

KEPCO: il più grande sviluppatore di energia prodotta col gas al mondo

La KEPCO, di proprietà dello Stato della Corea del Sud , possiede più del 70% della capacità di produzione di energia operativa del paese. 20 Alla fine del 2022, le energie rinnovabili costituivano solo il 2% del portafoglio di energia installata della KEPCO. Mentre i piani di espansione delle energie rinnovabili della società rimangono vaghi, i piani per aggiungere nuova capacità di generazione dal gas fossile al suo portafoglio sono in pieno svolgimento.21 Con oltre 17 GW in cantiere, KEPCO è il più grande sviluppatore di energia prodotta col gas al mondo.

Su questo totale, 14,9 GW sono previsti a livello nazionale per sostituire parte dei giganteschi impianti a carbone di KEPCO. Gli altri progetti di espansione di KEPCO si trovano principalmente nel sud-est asiatico, dove sta collaborando con KOGAS e partner locali per accelerare l’enorme produzione di energia a gas nella regione. “Le opzioni per le energie rinnovabili stanno rimodellando i mercati dell’energia in tutto il mondo, eppure KEPCO si rifiuta di “leggere la scritta sul muro”. La forte dipendenza di KEPCO dai combustibili fossili ha portato a perdite operative sempre maggiori, ma la società continua a investire in nuovi stranded asset. KEPCO ha urgente bisogno di una transizione e di lasciare il suo vecchio modello di business“, dice Dongjae Oh, attivista nelle campagne in materia di petrolio e gas della ONG sudcoreana Solutions for our Climate.

Istituzioni finanziarie: porre fine o perpetuare l’espansione del petrolio e del gas?

L’espansione è al centro del modello di business del petrolio e del gas. Prima che un pozzo si esaurisca, le compagnie petrolifere e del gas stanno già trivellando il prossimo per mantenere o addirittura aumentare i loro livelli di produzione.
Con ogni decisione di trivellare un nuovo pozzo, le imprese ci stanno bloccando in un percorso verso il disastro. Le emissioni di combustibili fossili hanno raggiunto un livello record lo scorso anno, ma le compagnie del petrolio e del gas come Shell, TotalEnergies e BP hanno rapidamente ridimensionato i loro impegni climatici già deboli nel 2023 – mostrando ancora una volta che il profitto viene prima del pianeta. 22 La cosiddetta azione per il clima dell’industria petrolifera e del gas è poco più di una competizione per sottrarsi alla responsabilità, fare promesse vuote e diffondere disinformazione. “I finanziatori e gli investitori devono affrontare il fatto che questo settore non si trasformerà volontariamente. Istituzioni finanziarie pubbliche e private, assicuratori, regolatori e banche centrali devono adottare politiche che pongano fine al finanziamento dell’espansione dei combustibili fossili. GOGEL fornisce i dati necessari per sviluppare e attuare queste politiche. Senza un’azione rapida, la possibilità di un mondo [dove il riscaldamento globale sia contenuto entro] 1,5 º C sarà irrimediabilmente persa“, afferma Katrin Ganswindt, Head of Finance Research di Urgewald.

Per maggiori dettagli sugli investitori che stanno dietro alle società di combustibili fossili, vedere il database di Urgewald “Investire sul caos climatico“.

A proposito di GOGEL

GOGEL è il database pubblico più completo sull’industria petrolifera e del gas. È stato creato per accelerare l’adozione di politiche significative in materia di petrolio e gas da parte del settore finanziario. Nel 2023 GOGEL fornisce dati dettagliati su 1.623 imprese. Si tratta di un database lungimirante e offre una vasta gamma di metriche che consentono agli utenti di valutare i piani di espansione di petrolio e gas delle imprese nei settori dell’esplorazione, processamento, trasporto, stoccaggio e commercializzazione di petrolio e gas. GOGEL consente inoltre agli utenti di identificare le imprese che non sono in linea con lo scenario Net Zero Emissions dell’International Energy Agency. Inoltre, GOGEL evidenzia il coinvolgimento delle imprese in progetti selezionati di rischio reputazionale, che aggravano i conflitti violenti, causano immensi danni sociali e ambientali o sono sfidati da cause legali e dall’opposizione della comunità locale. 234 istituti finanziari stanno attualmente utilizzando GOGEL per analizzare i loro portafogli o per sviluppare nuove politiche di esclusione. Anche molti accademici, giornalisti e organizzazioni della società civile utilizzano GOGEL per valutare, esaminare e comprendere meglio l’industria del petrolio e del gas. Le principali fonti di informazione di GOGEL sono le fonti di dati aziendali – come i rapporti annuali e le presentazioni degli investitori, Rystad Energy e Global Energy Monitor. GOGEL viene aggiornato ogni autunno e verrà ampliato nel tempo per coprire ulteriori sottosettori dell’industria del petrolio e del gas.

Qui originale in   su Urgewald.org
**Traduzione Ecor.Network


Note:

[1] International Energy Agency, Net Zero by 2050. A Roadmap for the Global Energy Sector, maggio 2021, p.160.
[2] La metrica di espansione a breve termine di GOGEL include le risorse classificate da Rystad Energy come “valutazioni sul campo” e “in fase di sviluppo.” Le compagnie inizieranno a produrre queste risorse nel prossimo futuro (prossimi 1 – 7 anni).
[3] Oil Chage International, Sky’s Limit Data Update, agosto 2023, p.5.
[4] S&P Global, Closing door or window of opportunity? The prospects for frontier oil and gas producers, ottobre 2021.
[5] Sulla base dello scenario originale pubblicato nel 2021 e aggiornato nel 2022, in cui si afferma che in un mondo [dove il riscaldamento globale sia mantenuto entro ] 1,5°C, Non bisogna dare l’approvazione di nuovi giacimenti di petrolio e gas. Vedi: International Energy Agency, World Energy Outlook 2022, 2022, p. 133.
[6] Elaborazione effettuata sulla base dei dati di ADNOC e dell’IPCC.
Vedi: ADNOC, ADNOC Takes FID on World’s First Project That Aims to Operate with Net Zero Emissions, 2023.
IPCC, Chapter 2: Stationary Combustion, 2006, paragrafo 2.16.
[7] IPCC, Anthropogenic and Natural Radiative Forcing, 2013, p.714.
[8] International Energy Agency, Net Zero Roadmap A Global Pathway to Keep the 1.5 °C Goal in Reach, 2023, p. 132.
[9] Le capacità di esportazione si riferiscono agli impianti di liquefazione, le capacità di importazione si riferiscono agli impianti di rigassificazione.
[10] Dati relativi alla capacità operativa di esportazione di GNL tratti da; Global Energy Monitor (GEM), Global Gas Infrastructure Tracker, luglio 2022.
[11] Permian Climate Bomb, Chapter 3. Flooding Global Markets. Exports and Environmental Racism from the Permian to the Gulf.
[12] Analisi basata su Rystad Energy, ottobre 2023.
[13] Earthworks, Hydraulic Fracturing 101.
[14] EHP, Unconventional Oil and Gas Development Exposure and Risk of Childhood Acute Lymphoblastic Leukemia: A Case–Control Study in Pennsylvania, 2009–2017, 7 agosto 2022.
[15] AAVV, Quantifying methane emissions from the largest oil-producing basin in the United States from space, 22 aprile 2020.
[16] NRDC, Sailing to Nowhere: Liquefied Natural Gas Is Not an Effective Climate Strategy, 8 dicembre 2020.
[17] Dati relativi alla capacità di potenza in esercizio alimentata a gas tratti da: Global Energy Monitor (GEM), Global Gas Plant Tracker , febbraio 2023.
[18] Gordon e altri, Evaluating net life-cycle greenhouse gas emissions intensities from gas and coal at varying methane leakage rates, 2023.
[19] International Energy Agency, Unabated fossil fuel-based electricity, 2023.
[20] Michael Lustig, Anna Duquiatan, 1 company controls most of South Korea’s power generation supply, S&P Global, 12 maggio 2022.
[21] Le dichiarazioni riguardanti la capacità di generazione di energia rinnovabile, vanno da un aumento di 49 GW di capacità installata nel 2034 a un molto più vago 1,9 GW nel 2036.
[22] Lottie Limb, Shell joins BP and Total in U-turning on climate pledges ‘to reward shareholders, Euronews, 15 giugno 2023.

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