InfoAut
Immagine di copertina per il post

Erdoğan si sta espandendo con i soldi del riscatto dall’Occidente

||||

Il Portavoce YPG Nuri Mahmoud ha dichiarato che Afrin non è stata evacuata in seguito a degli accordi, ma con la decisione della popolazione della città che è arrivata faccia a faccia col genocidio: “Anche le nostre forze hanno preso parte a questa decisione. Era importante spostare la popolazione in una zona sicura. La resistenza non è finita con l’uscita della nostra gente. In questo momento, la nostra lotta ad Afrin continua. Afrin non sarà mai un posto sicuro per gli invasori. Continueremo con la nostra lotta finché Afrin non sarà libera.”

Intervista tratta da ANF news


Con l’evacuazione della popolazione dal centro città, l’amministrazione di Afrin ha annunciato una nuova fase della resistenza. Perché la popolazione ha dovuto lasciare la città?

Il Sultano Erdoğan e il suo codazzo di forze dell’ISIS, di Jabhat Al-Nusra ed Al-Qaeda hanno imperversato per due mesi. Erdoğan non è riuscito ad ottenere risultati con l’attacco di terra ed è passato a bersagliare civili con aerei, elicotteri, droni armati, artiglieria e carri armati tedeschi. Ha costretto gli abitanti del posto a migrare. Davanti a questi attacchi, tutti i popoli di Afrin si sono dovuti spostare dapprima verso il centro di Afrin dai villaggi. I nostri combattenti hanno portato a termine con successo quotidianamente azioni contro queste forze terroriste, ma dagli ultimi sviluppi abbiamo constatato che le forze di invasione stanno preparandosi ad intraprendere un genocidio. C’erano costanti attacchi aerei e di artiglieria sulla città. Innumerevoli donne, bambini e rifugiati da fuori Afrin sono caduti martiri in questi attacchi, ed altri hanno perso le loro case. Gli invasori hanno bersagliato fin dall’inizio le case, i forni, gli impianti per la bonifica dell’acqua della gente. La loro ultima operazione è stata contro l’Ospedale Avrin. Perciò, con la decisione della gente di Afrin, il governo militare e politico ha iniziato la fase dell’evacuazione dei civili dalla città, e continua a combattere gli invasori utilizzando le tattiche della guerriglia. In questo momento, la nostra lotta ad Afrin continua. Afrin non sarà mai un luogo sicuro per gli invasori. Continueremo con la nostra lotta finché Afrin non sarà libera. Ovviamente lo stato turco invasore è impegnato in un serio tentativo di cambiare la demografia della città. Ecco perché prende di mira le persone che vogliono ritornare nelle proprie case. Ad esempio 250 persone volevano far ritorno a Jindires, ma sono finite nel mirino di queste forze terroriste.



Alcune istituzioni e circoli mediatici sostengono che la popolazione e le vostre forze si siano ritirate da Afrin come parte di un accordo, è la verità?



La popolazione di Afrin ha preso la propria decisione, perché stava affrontando un genocidio. Ecco perché la decisione di rimuovere la popolazione di Afrin dalla città è stata completamente la loro, e perché le nostre forze hanno agito in accordo con questa decisione. Era importante ridislocare la popolazione verso una zona sicura. E la resistenza non è finita ora che la gente ne è uscita.

C’è stata una seria lotta contro il terrore dell’ISIS che ha incluso diversi stati globali. Perché la Russia ha aiutato l’invasione di Afrin, mentre gli altri sono rimasti in silenzio?

L’esercito turco e queste forze terroriste che sono entrate ad Afrin lo hanno fatto con l’alleanza che hanno costruito con la Russia. Afrin è stata offerta in cambio di Ghouta. E sono stati stipulati accordi [sul commercio di] gas naturale e doganali sugli stretti [del Bosforo e dei Dardanelli]. Ai turchi è stato aperto lo spazio aereo, e lo stato turco ha utilizzato le armi più avanzate della NATO, incluse le armi chimiche. Non c’è dubbio che lo stato turco guidato da Erdoğan stia progettando qualcosa di grosso. E lo ammette.

Qual’è il grande progetto od obiettivo che vedete?

Per loro non esistono più le mappe della Siria, della Turchia o del Medio Oriente. Vogliono espandere il loro sultanato attraverso la Siria ed il Medio Oriente con metodi mongoli. In un discorso al raduno di Mardin, lui [Erdoğan] parlava di come il territorio ottomano si fosse ridotto da 18 milioni di chilometri quadrati alla dimensione odierna, un confine di 970 km con la Siria. Questo discorso mostra che non si accontenta più dell’attuale situazione.

E le potenze e le istituzioni internazionali non se ne rendono conto?

Lo stato turco utilizza la posizione strategica del paese contro le potenze internazionali e le istituzioni che hanno formato. Utilizzano armi NATO e carri armati tedeschi. Ora raccolgono una  “jizya”, cioé un riscatto, dal mondo cristiano attraverso la Germania in nome dei rifugiati. Minacciano di mandare terroristi in Europa. E la Germania paga un riscatto per proteggersi da ciò. Come l’ISIS era solito raccogliere un riscatto dai cristiani a Raqqa e Mosul, Erdoğan sta raccogliendo un riscatto dal governo Merkel. Attacca il Medio Oriente con il riscatto che raccoglie dal mondo cristiano. Queste terre sono tenute dalla forza terrorista di Erdoğan e del suo governo. Erdoğan non può essere soddisfatto dall’attuale situazione e vuole espandersi. E’ diventato una minaccia per i popoli del Medio Oriente. Anche il mondo riceverà la sua giusta parte di questa situazione. Sfortunatamente, gli stati ed i governi del mondo non si sono opposti a questo terrorismo da parte di Erdoğan e del suo governo. Le potenze internazionali stanno considerando l’utilizzo della posizione strategica della Turchia per i propri interessi, e per sviluppare il proprio capitale su di essa. Il mondo occidentale e gli stati asiatici e mediorientali presentano politiche deboli per il sultano del terrore Erdoğan, o mancano di visione.

Come è stata condizionata la vostra lotta all’ISIS a Deir ez-Zor quando l’ISIS ed il loro architetto si sono insediati ad Afrin?



Quando Erdoğan ha aperto un nuovo fronte ad Afrin in partenariato con l’ISIS, le nostre forze hanno concluso che l’ISIS si stia organizzando ad Afrin sotto un’identità turca. Quelli che hanno creato Baghdadi e l’ISIS stanno combattendo in persona oggi ad Afrin. Ecco perché le nostre forze si stanno concentrando principalmente sul combattere l’ISIS o il vero terrore. Le nostre forze a Deir ez-Zor ora hanno in mente le modalità per difendere Afrin e come combattere là, anziché concentrare il proprio intelletto su Deir ez-Zor. Le SDF hanno annunciato lo stop temporaneo all’ Operazione Cizire Storm, ma ciò non significa che la nostra lotta contro l’ISIS sia conclusa, combatteremo il terrore fino alla fine. E’ acclarato che la guerra contro Afrin abbia permesso all’ISIS di organizzarsi per effettuare nuovi attacchi. Con l’aiuto del Sultano turco Erdoğan, l’ISIS si sta ricostituendo. Non solo a Deir ez-Zor, l’ISIS conta ora su un nuovo fronte ad Afrin e si è sviluppato. I loro attacchi contro Afrin ed il loro ingresso sono stati in ogni caso del tutto terroristici. Quanti stanno entrando ad Afrin ora sono terroristi e saccheggiatori. Lo stato turco minaccia costantemente Manbij e dice che c’è la presenza delle YPG a Manbij. YPG ha lasciato la difesa di Manbij al Consiglio Militare di Manbij dopo l’operazione, ma lo stato turco crea una simile argomentazione e per qualche ragione nessuno dice “No, le YPG non sono lì”. Come YPG, abbiamo liberato Manbij dall’invasione dell’ISIS assieme al Consiglio Militare di Manbij e ad altri costituenti delle SDF per l’appello a noi rivolto dalla popolazione di Manbij. Quindi abbiamo lasciato Manbij alla sua gente, e la sua difesa al Consiglio Militare di Manbij, ed abbiamo lasciato Manbij.

 L’illazione di Erdoğan e del governo dell’AKP che le YPG siano ancora lì, che Manbij sia ancora governata dai curdi, non è assolutamente vera. E’ una pura scusa per attaccare Manbij.



Potrebbe succedere?

Non è chiaro se i governi globali sacrificherebbero Manbij al terrorismo di Erdoğan per i loro interessi periodici o anche per le loro ristrette vedute. Lo stato turco vuole legittimare il proprio futuro attacco contro Manbij attraverso la locazione che abbiamo discusso in precedenza ed i propri strumenti di marketing. Se vincono ad Afrin, non si fermeranno. Non si accontenteranno di Manbij, della Siria e del Medio Oriente. Prenderanno di mira l’Europa e l’Asia. Ogni preda è lecita per lo stato turco. In quanto tale, il loro sultano Erdoğan può usare qualsiasi stile e propaganda al di fuori del regno della moralità, della legge internazionale, e persino della realtà.

Cosa possono fare i popoli della Siria del Nord ed i curdi?



I curdi, i popoli della Siria del Nord e quanti vogliono libertà e democrazia nel mondo dovrebbero sapere che abbiamo difeso il mondo intero dal terrorismo con la lotta che abbiamo intrapreso in Siria del Nord. Oggi il fondatore del terrore, il Sultano turco, ha attaccato ed invaso Afrin per distruggere la democrazia, le libertà ed il consenso sociale. Gli stati e le alleanze internazionali sono silenti. Le società dovrebbero discutere questa realtà con una responsabilità naturale, ed organizzarsi davanti ad una simile realtà. Noi diciamo, basatevi sull’autorganizzazione e sulla difesa di una società libera. Noi come YPG difenderemo la nostra società fino alla fine e dappertutto.

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Approfondimentidi redazioneTag correlati:

Afrin

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Il cambiamento climatico è una questione di classe/1

Alla fine, il cambiamento climatico ha un impatto su tutti.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Il coltello alla gola – Inflazione e lotta di classe

Con l’obiettivo di provare a fare un po’ di chiarezza abbiamo tradotto questo ottimo articolo del 2022 di Phil A. Neel, geografo comunista ed autore del libro “Hinterland. America’s New Landscape of Class and Conflict”, una delle opere che più lucidamente ha analizzato il contesto in cui è maturato il trumpismo, di cui purtroppo tutt’ora manca una traduzione in italiano.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Controsaperi decoloniali: un approfondimento dall’università

n questo momento storico ci sembra inoltre cruciale portare in università un punto di vista decoloniale che possa esprimere con chiarezza e senza peli sulla lingua le questioni sociali e politiche che ci preme affrontare. Sempre più corsi di laurea propongono lezioni sul colonialismo, le migrazioni e la razza, ma non vogliamo limitarci ad un’analisi accademica: abbiamo bisogno dello sguardo militante di chi tocca questi temi con mano.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Stati Uniti: soggetti e strategie di lotta nel mondo del lavoro

L’ultimo mezzo secolo di neoliberismo ha deindustrializzato gli Stati Uniti e polverizzato il movimento operaio.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

L’intelligenza artificiale. Problemi e prospettive

L’Ai attuale è una grande operazione ideologica e di marketing, confezionata per aumentare il controllo delle persone e restringere il margine di libertà digitale” (1) Intervista a Stefano Borroni Barale, da Collegamenti di Classe L’Intelligenza artificiale (Ai) è un tema oggi talmente di moda che persino il papa ha ritenuto indispensabile dire la sua sull’argomento. […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

L’enigma Wagenknecht

Dopo le elezioni regionali del Brandeburgo, il partito di Sahra Wagenknecht (BSW) ha confermato di essere una presenza consolidata nel panorama politico tedesco. di Giovanni Iozzoli, da Carmilla Il profilo stesso di questa aggregazione non autorizza la sua collocazione nel campo delle performance elettorali effimere o occasionali: le radici sociali sono solide e si collocano […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Ribellarsi per la Palestina è possibile e necessario più di prima: una riflessione dal casello di Roma Ovest su sabato 5 ottobre e DDL 1660

Con questo articolo vogliamo proporre una riflessione sulla giornata di mobilitazione per la Palestina di sabato 5 ottobre a partire dall’esperienza di lotta e conflitto che abbiamo avuto come studentə e giovani di Pisa partitə con il pullman di Studentə per la Palestina, per arrivare a Roma.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Il trattore torna al campo.. e adesso?

I primi mesi del 2024 sono stati segnati in molti paesi d’Europa dall’esplosione del cosiddetto “movimento dei trattori”.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Militarizzazione, guerra contro il popolo e imprese criminali in Messico

Nessuno con un minimo di sensibilità umana può rimanere indifferente alla violenza esorbitante che viviamo in Messico, sono circa 30.000 le persone uccise solamente nel 2023, mentre nel maggio di questo 2024 ne sono state assassinate 2.657.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Abbecedario dei Soulèvements de la Terre – Composizione

Pubblichiamo di seguito un estratto del libro “Abbecedario dei Soulèvements de la Terre. Comporre la resistenza per un mondo comune” in uscita per Orthotes Editrice, curato nella versione italiana da Claudia Terra e Giovanni Fava.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Rojava: violenta esplosione all’interno del quartier generale dei mercenari filoturchi

Nel cantone di Afrin le cose non sembrano andare tutte lisce e tranquille per gli invasori turchi e i loro ascari. Come riportato dall’agenzia di stampa Hawar (ANHA), sabato 15 gennaio un’esplosione (di cui al momento non si conoscono le cause) nel distretto di Jindires ha devastato quello che rappresenta(va) il vero quartier generale delle […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Il consiglio comunale di Torino prende posizione contro la sorveglianza speciale

Ieri il consiglio comunale di Torino ha approvato un ordine del giorno di sostegno ai 5 giovani torinesi inquisiti dalla procura Torino.  Partiti per sostenere a diverso titolo, nelle strutture militari e civili, la lotta contro Daesh in Siria a fianco della rivoluzione confederale, rischiano ora di essere sottoposti alla misura della “sorveglianza speciale” dallo […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Attentato a Manbij: 18 morti, 4 tra i soldati USA

Un commento di Davide Grasso ai microfoni di Radio onda d’urto. Siria del Nord. E’ di almeno 16 morti il bilancio dell’attentato suicida che ha preso di mira oggi, mercoledì 16 gennaio 2019, Manbij, località controllata dalle forze del confederalismo democratico e su cui, da mesi, ha messo gli occhi la Turchia di Erdogan, che continua ad […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

SiAmoAfrin: il ricavato raggiunge il Rojava attraverso la Mezzaluna rossa

Il ricavato della campagna di solidarietà con il Kurdistan SiAmoAfrin è arrivato a destinazione! La campagna SiAmoAfrin, durata dal 25 aprile al 2 giugno 2018, ha coinvolto un gran numero di collettivi, centri sociali e associazioni accanto a individui solidali, Ong nazionali e straniere, internazionalisti impegnati in Rojava nella società civile, nelle Unità di protezione […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

L’esperienza della rivoluzione. Eddi e Jacopo di ritorno dalla Siria del Nord

  Eddi e Jacopo sono appena tornati a Torino dopo aver passato gli ultimi nove mesi nel Kurdistan siriano. Abbiamo chiesto loro di raccontarci questa esperienza. Perché due giovani italiani hanno deciso di andare in Siria? Quale impatto con la guerra? Cosa significa in concreto una rivoluzione sociale nel 2018? Come un cambiamento radicale del […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Battaglia di Al Dashisha. Aggiornamenti dal fronte

Un aggiornamento in presa diretta da due italiani arruolati nelle YPG, le unità di auto-difesa popolare della Siria del nord Nell’operazione per liberare la zona di Al Dashisha dai miliziani dell’isis, la popolazione locale, con il loro aiuto, sta dando un supporto primario ai combattenti delle Sdf. Senza il loro supporto, colmare la fame, la […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Doppiogioco USA in Siria, Manbij appesa a un filo

Gli USA vendono alla Turchia la dipartita delle YPG/YPJ ed Erdogan spera di potersi spingere sempre più a ovest per eliminare l’esperienza di auto-governo laica e multiconfessionale che è cresciuta in ciò considera il suo cortile di casa.  La città di Mambij era stata liberata dalle SDF, le forze democratiche siriane a trazione curda, nell’estate […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Si Amo Afrin: una campagna per costruire solidarietà a livello globale

Segnaliamo la traduzione di questo articolo (uscito sul sito Morning Star) che contiene alcune informazioni in più sulla campagna globale di raccolta fondi “Si Amo Afrin”, anche attraverso le parole di Hawzhin Azeez, cofondatrice della Hevi Foundation e tra le coordinatrici della campagna (qui il link all’articolo originario). di Rosa Gilbert Perché i socialisti di tutto […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Eddi, combattente internazionale delle YPJ, per la campagna Si Amo Afrin

Il video di Eddi, combattente internazionale delle YPJ, per la campagna globale Si Amo Afrin. Riprendiamo dalla pagina facebook Si Amo Afrin questo video che Eddi, compagna italiana e combattente internazionale delle YPG, ha inviato dal Rojava con l’invito a sostenere la campagna globale di sensibilizzazione e raccolta fondi per Afrin. L’iniziativa, lanciata lo scorso […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Dai nostri monti alla Siria del nord, lotta partigiana!

Una lettera per il 25 aprile da alcuni italiani nella rivoluzione della Siria del nord   Settantatre anni fa l’Italia veniva liberata dall’oppressione nazi-fascista. I partigiani erano la parte di quella generazione che decise di combattere il fascismo e di lottare per una società più umana, libera e giusta. Un’impresa difficile per cui tanti hanno […]