Firenze. La lotta contro l’abbattimento degli alberi in viale Corsica
Da Firenze dal Basso riportiamo la cronaca di una lotta di quartiere contro l’arroganza delle istituzioni. Forme di aggregazione e finanche di scontro sorgono tanto sulla vivibilità della città quanto sul nodo, tutto politico, di chi ha il diritto di decidere sul territorio. Le istituzioni contro chi abita un territorio o chi abita un territorio contro le istituzioni?
Mattinata movimentata in viale Corsica martedì primo agosto, dove alcuni abitanti della zona si sono opposti all’abbattimento degli ippocastani.
Dopo una partecipata assemblea lunedì sera, fin dalle 7e30 del mattino decine di persone hanno presidiato l’area finale di viale corsica, da dove sarebbero iniziati i lavori di taglio delle piante.
Alcuni ragazzi distribuiscono volantini ricchi di slogan ed esplicativi della questione.
“Senza le perizie, nessun abbattimento.”
“Rivendichiamo il bisogno di un quartiere vivibile e non assoggettato alle decisioni (calate dall’alto) di un amministrazione sempre meno attenta alle necessità degli abitanti.”
Il comune aveva reso pubblico il maxi taglio degli alberi solo pochi giorni fa con manifesti e interviste sui giornali usando espressioni opache e poco comprensibili.
Nello specifico in viale Corsica, dopo l’abbattimento degli alberi di classe D (ovvero a rischio cedimento) il comune aveva disposto anche il taglio dI 40 alberi di classe C (rischio moderato o lontano nel tempo) e di 20 alberi sani, eliminando tutto il verde rimasto sulla strada. Gli ippocastani verranno sostituiti (entro fine autunno promette l’amministrazione) con dei peri cinesi, una specie non autoctona che porterebbe con se vari problemi.
Immediata la reazione degli abitanti del quartiere e degli attivisti dell’occupazione Corsica81, che si sono organizzati per dare vita alla mobilitazione.
“La questione é chi decide sui nostri territori”, spiega un ragazzo, “é inaccettabile che nessuno ci abbia consultato e che vengano a tagliare gli alberi della nostra zona da un giorno all’altro.”; subito interrotto da una signora informata : “I peri cinesi vivono poco e non assorbono CO2, in una zona come questa, dove siamo pieni di polveri che fuoriescono dal cantiere TAV, la presenza di alberi é fondamentale. Non si puó sperperare cosí il denaro pubblico, siamo già martoriati dai disagi delle grandi opere, vogliamo tranquillità e aria pulita per noi ed i nostri figli !”.
L’imposizione dall’alto é stata percepita come irricevibile e inaccettabile da tanti, il diritto ad essere ascoltati in percorsi partecipativi realmente democratici e dal basso ha dato ai presenti quella forza necessaria per intimorire la controparte, costrigendo le ruspe e le scale mobili a cedere il passo e ad allontanarsi.
Il presidio mattutino con determinazione é riuscito anche a strappare un incontro al Q5 nella serata.
L’incontro si é svolto in un clima di tensione surreale.
I rappresentanti del quartiere ed i delegati tecnici del comune non sono riusciti a fornire risposte alle domande della ampia platea.
La certezza é che il progetto firmato da Nardella prevede l’abbattimento anche di piante sane, non é dato sapere se le piante classificate come C siano effettivamente malate o se la presunta pericolosità delle piante é solo una scusa per l’abbattimento.
Senza nessuna garanzia da parte delle istituzioni, i tanti abitanti di viale corsica, che nella mattina sono riusciti a fermare il taglio degli alberi e nel pomeriggio hanno messo in difficoltà la controparte con domande semplicissime, si ridanno appuntamento per i prossimi giorni per vigilare sugli alberi e fermarne, nel caso sia necessario, l’abbattimento.
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