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Le città specchio della deriva neo-liberista della riproduzione delle guerre permanenti e delle resistenze

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Quinto contributo, inviato da Salvatore Palidda, dei materiali preparatori per il convegno del 3 ottobre a Bologna organizzato dal Laboratorio Crash! intitolato “Città, spazi abbandonati, autogestione” (qui la call, qui i precedenti scritti di Pietro SaittaPietro SaittaPietro SaittaGennaro AvalloneUgo Rossi e Henri Lefebvre). Chi volesse contribuire al dibattito inviando dei testi può mandarli a conferenzacrash@gmail.com e verranno pubblicati su Infoaut prima dell’iniziativa in modo da arricchire la discussione. Ricordiamo inoltre che l’invito è a presentare brevi abstract di interventi per costruire il programma delle due sessioni del convegno.

 

Le città specchio della deriva neo-liberista della riproduzione delle guerre permanenti e delle resistenze

 

La storia delle città è sempre stata segnata da congiunture in cui i gruppi dominanti hanno sperimentato le derive autoritarie con la militarizzazione, la criminalizzazione razzista degli inurbati e di chi si oppone a tale deriva. Dal 1990 e ancor di più dopo il G8 di Genova e l’11 sett. 2001, anche in Europa come già negli Stati Uniti i dominanti con i loro think tanks hanno sfruttato ogni occasione e investito sempre più per cercare di modellare le città secondo la logica neo-liberista. I discorsi mainstream legittimati da alcuni accademici e della grande maggioranza dei media sono stati martellanti per creare il consenso dei cosiddetti cittadini a ciò che s’è configurata come una vera e propria guerra permanente urbana. In nome del decoro, della morale e dell’igiene, contro le “inciviltà urbane”, contro rom e immigrati accusati di tutti i mali e malesseri della città e della pseudo-criminalità diffusa e contro i sovversivi accusati di voler mettere sempre a ferro e a fuoco le città, sempre più ingenti finanziamenti sono stati destinati all’implementazione di un dispositivo sicuritario senza precedenti. Video-sorveglianza dappertutto – persino al di là di qualsivoglia stessa efficacia securitaria -, conversione militaresca delle polizie (anche urbane) con dotazioni e modalità inedite (interventi per spaccare con griglie alte 4 metri in più parti le manifestazioni – a Parigi persino al 1° maggio – bombe a mano fumogene molto tossiche per creare panico e disperdere la folla, spari di candelotti con mortai, tazer e flashball, corazzature, scudi e altri equipaggiamenti di agenti stile robocop – visti anche al G8 di Genova -, uso massiccio di elicotteri e persino droni, massiccia campagna mediatica per terrorizzare i manifestanti prima dell’evento e ancora altre perle quali le creazioni di unità a forte coesione di neo-pretoriani con note sensibilità fascisteggianti (come visto sempre al G8 di Genova e come raccontato anche a proposito della creazione dell’Eurogendfor). Fra altri episodi rivelatori, si ricordino le cariche contro i terremotati dell’Aquila, contro i pastori sardi, contro sindacalisti, tanti sgomberi di luoghi occupati fra i quali il recente di piazza Indipendenza a Roma il 23 agosto 2017, oltre alle violenze ad Amburgo e persino gli stupri in Francia, senza dimenticare lo squadrismo poliziesco della polizia di Erdogan contro i manifestanti a difesa di Gezi Park a Istanbul e le centinaia di assassinii di neri nelle città americane.

La versione neo-liberista della riproduzione della guerra permanente nelle città non è solo il tentativo di eliminare militarmente quella parte della popolazione urbana definita dai dominanti e dai cittadini perbenisti-sicuritari (di destra e di pseudo-sinistra) come ‘eccedente umano’ o feccia (come ebbe a dire Sarkozy). Ma anche una nuova occasione di business: la gentrification è infatti innanzitutto speculazione finanziario-immobiliare, proliferazione delle gated communities, proliferazione di polizie pubbliche e private, affari per le nuove tecnologie dei cosiddetti controlli ‘postmoderni’ e per ogni sorta di dispositivo di sicurezza e affari per le società di assicurazione che finanziano le campagne allarmistiche che incitano di fatto alla criminalizzazione razzista a colpi di sondaggismo manipolatorio (è semplice: se si diffonde la paura di furti in appartamento, tanti correranno a prendere una polizza contro tale ‘minaccia’ e lo stesso vale per altre polizze, oltre al fatto che le assicurazioni sono spesso legate a e alimentano il business delle nuove tecnologie e delle polizie private: se non hai i dispositivi e le guardie l’assicurazione non paga, così come se non hai rispettato le prescrizioni dell’autorità locale in occasione di inondazioni ecc. non sei indennizzato…). Oltre a ciò, questa deriva è diventata anche una manna per tutto uno stuolo di parvenus, cioè di aspiranti al potere in tutti i settori: funzionari delle polizie ‘solerti’, amici di giornalisti altrettanto in sintonia con l’andazzo del cittadinismo guerresco e i comitati della “gente perbene”, imprenditori del sicuritarismo in tutte le sue sfaccettature, pseudo-intellettuali e accademici anche ex “di sinistra” pronti a saltare sul carro vincente. Chi avrebbe scommesso una lira sui vari personaggi della Lega, del M5S, delle altre destre e anche della pseudo-sinistra che in questi circa 35 anni siedono nelle varie istanze elettive e trovano sempre grande spazio nei media. L’unanimità a sostegno del discorso della guerra urbana sembra schiacciante e si propone come sacrosanta difesa delle conquiste del progresso e della democrazia ottenute con tanti sacrifici dai padri nobili del paese, dell’Europa e dell’Occidente (così si sollecitano anche i vecchi antifascisti a partecipare a tale tenzone bollando rom, immigrati e sovversivi dei centri sociali come nemici). Proibizionismo delle migrazioni e neo-genocidio dei migranti e daspo anche per militanti antifascisti o NOTAV o NOsgomberi sono infatti le ricette che garbano di più sia alla destra sia al ministro degli interni della pseudo-sinistra che punta ad avere consenso da tutti.

La congiuntura attuale – a livello locale, nazionale, europeo e mondiale, appare quindi come la peggiore del secondo dopoguerra. È difficile essere ottimisti. Come diceva Pasolini: “diffidate degli spacciatori di speranze”, troppi elementi inducono a pensare che tale congiuntura possa durare a lungo così come fu il fascismo, il berlusconismo e il suo continuum con l’attuale maggioranza del parlamento e quella che sembra prevedibile nella prossima legislatura.

Tuttavia, non solo la storia insegna che tali congiunture sono destinate a terminare, ci sono anche tante resistenze che non cessano di riprodursi. Ma, nell’area della militanza dei centri sociali e area anarchica o delle occupazioni, spesso si pensa alle resistenze in modo alquanto autoreferenziale e quasi monotematico. È invece interessante pensare che le resistenze sono molteplici e probabilmente quelle che “rovesceranno” l’agenda politica a tutti i livelli riguardano ambiti e temi purtroppo un pò trascurati anche nell’area delle resistenze militanti. È per esempio il caso delle popolazioni (nazionali e immigrati) vittime di disastri sanitari e ambientali e di disastri economici (ossia economie sommerse, caporalato, neo-schiavitù e per le donne violenze sessuali connesse). Si pensi alle persone a rischio o già affette da tumori e altre malattie connesse alle malsane condizioni e ambienti di lavoro e di vita, si pensi a quelle che oscillano fra lavoro precario, nero e neo-schiavitù: probabilmente si tratta di oltre la metà se non della maggioranza della popolazione. Ma solo di rado e spesso solo per brevi periodi queste vittime riescono a reagire: ci si ricordi delle rivolte contro le discariche in Campania, dei NOTAV, dei NOMUOS, dei NOPONTE, dei NOGronda, ma anche delle rivolte a Taranto e altrove contro le contaminazioni mortali da industrie tossiche. Ma perché queste mobilitazioni non riescono a trovare lo sviluppo che dovrebbero avere? La prima risposta è che sono contrastate innanzitutto non solo dalla stessa repressione poliziesco-militare, ma dalla super pervasiva distrazione di massa. Il bombardamento continuo delle news che vomitano i media non danno spazio alle vere insicurezze della popolazione o se ne parlano le fanno apparire come “sfighe” di singoli o gruppi locali, oppure come conseguenze di comportamenti dannosi dovuti a incultura, devianze ecc. (se ti becchi il cancro o altre malattie è colpa tua, così come se hai un incidente sul lavoro o sei vittima di stupro ecc. ecc. questa è la tematizzazione psicologizzante della resilienza neo-liberista che appunto occulta le responsabilità dei dominanti). Appare allora importante fare della lotta contro queste insicurezze ignorate e l’assenza di tutela delle loro vittime la priorità di ogni mobilitazione proprio perché i responsabili di queste insicurezze e di queste vittime sono esattamente gli stessi che aizzano alla guerra urbana neo-liberista.

 

(S. Palidda)

 

 

Bibliografia

Marx, G.T., 2016. Windows into the Soul. Surveillance and Society in an Age of High Technology. University of Chicago Press.

– Migrations as a Total Political Fact in the Neo-Liberal Frame: https://www.academia.edu/33907409/Palidda_Migrations_as_a_Total_Political_Fact_in_the_Neo-_Liberal_Frame.pdf

–  Conflict, Security and the Reshaping of Society: The Civilisation of Warhttp://www.oapen.org/search?identifier=391032

–  Ten years after the G8 Summit in Genoa, Statewatch, 2011, http://www.statewatch.org/analyses/no-152-genoa-palidda.pdf

– Violenze e tortura nel frame delle guerre permanenti della postmodernità liberista: https://www.academia.edu/33907505/Violenze_e_tortura_nel_frame_delle_guerre_permanenti_della_postmodernit%C3%A0_liberista

– Appunti per una epistemologia della conversione liberista della “sinistra”, http://effimera.org/appunti-epistemologia-della-conversione-liberista-della-sinistra-salvatore-palidda/

– L’ordine regna a Rignano. Schiavi, caporali, repressione poliziesca: un modello di regolazione economica e sociale, http://effimera.org/lordine-regna-rignano-salvatore-palidda/#prettyPhoto[gallery5949]/0/

– L’Antropocene: aumenteranno i crimini contro l’umanità? http://effimera.org/lantropocene-aumenteranno-crimini-lumanita-salvatore-palidda/

– Città mediterranee e deriva liberista, Messina: Mesogea, 2011

Razzismo democratico: la persecuzione dei rom e degli immigrati in Europa: http://www.agenziax.it/wp-content/uploads/2013/03/razzismo-democratico.pdf

Un mondo di controlli: http://www.agenziax.it/wp-content/uploads/2013/03/conflitti-globali-5.pdf

 

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