Pisa. Scandalo case: occupato il comune, polizia sgombera con i manganelli. Scontri
Il corteo parte determinato e velocemente giunge in piazza XX settembre ma le porte del Comune sono chiuse. Le famiglie sotto sfratto e i cittadini dei quartieri popolari non esitano un secondo ad irrompere all’interno dell’atrio. Inzia così l’occupazione che durerà per diverse ore.
Le centinaia di persone presenti alla protesta chiedono di parlare con il sindaco Filippeschi e l’assessore alla casa Zambito ma ogni volta che i cittadini protestano i membri del governo cittadino non si fanno mai vedere. Si accende così la rabbia di tutte le persone presenti.
Nel frattempo alcuni vigili urbani tentano goffamente di entrare nell’atrio occupato ma non riescono a passare.
Il tempo passa e verso le 21 di sera nella piazza si presentano 15 vetture di polizia e carabinieri accompagnate da blindati antisommossa. Il presidio si barrica con tavoli e sedie. In “prima linea” ci sono signore anziane dei quartieri popolari, mamme con i propri figli, tanti giovani. La polizia irrompe a suon di manganellate senza badare troppo a chi si trova davanti. Iniziano così lunghi minuti di colluttazione tra manifestanti e forze dell’ordine. La polizia riesce ad entrare nel comune dove una decina di persone rimangono intrappolate, picchiate e sequestrate. Dopo mezz’ora riusciranno ad uscire tutti quanti.
Ancora una volta l’apparato politico della città mostra il suo vero volto: nessun diritto per gli abitanti della città, privilegi per gli imprenditori mafiosi come Bulgarella. In queste settimane l’imprenditore è sotto indagine accusato di tessere rapporti molto stretti sia con Cosa Nostra sia con Filippeschi e Zambito. Dopo anni di politiche fatte di speculazioni, cemento, affitti dal costo esorbitanti e sfratti oggi centinaia di persone si sono riscattate mostrando all’intera città il volto mafioso della giunta comunale.
In tarda serata è stata allestita una mensa popolare e tantissime persone hanno cenato in piazza.
Verso le 23 ancora manganellate da parte della polizia. I manifestanti resistono e rilanciano. Il presidio si sposta verso la Prefettura. Il corteo si ingrossa rilanciando su domani, i manifestandi dicono “torneremo in Prefettura”.
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