InfoAut
Immagine di copertina per il post

Precisazioni sull’operaismo di ieri e di oggi

 

Nel Suo articolo “Come il patrimonio teorico ecc.” Lei non parla di Toni Negri e del contributo da lui portato all’analisi della società postfordista. Una dimenticanza o cosa?

È vero, non ne parlo. La ragione a me pare assai chiara, spero di riuscire a spiegarla. Negri è uno dei fondatori dell’operaismo ma sin dai tempi di “Classe Operaia” il suo lavoro teorico ha avuto una dimensione, un’ampiezza, che travalicava i confini dell’operaismo. Se poi teniamo conto di tutta la sua produzione politico-filosofica dalla metà degli Anni ’70 ad oggi è evidente che essa supera largamente per ricchezza e complessità il terreno occupato dall’operaismo. Non so se riusciamo a parlare di un “negrismo”, certamente possiamo parlare di un sistema di pensiero di Antonio Negri, che in parte arricchisce l’operaismo in parte se ne allontana, perché segue un percorso solitario, un progetto che è soltanto suo. Sono due sistemi di pensiero differenti, incrociati per un certo verso ma totalmente indipendenti. La stessa cosa si può dire per la produzione teorica di altri compagni, Christian Marazzi, per esempio, o Paolo Virno. Mi viene da dire che sia loro che Negri non hanno avuto bisogno dell’operaismo per produrre pensiero, mentre, per quanto riguarda me, l’operaismo rappresenta un punto di riferimento indispensabile. Starei per dire che per loro l’operaismo è stata un’esperienza umana fondamentale ma dal punto di vista dello stimolo del pensiero ha avuto un peso minore, se non addirittura secondario, rispetto ad altri stimoli. È vero. Sin dalla metà degli Anni ’70 Toni Negri ha ragionato come se la società fordista fosse un retaggio del passato ed è andato alla ricerca di un soggetto sociale o di una composizione sociale che potesse sostituire, sublimare e inglobare l’operaio massa. Ma lo ha fatto partendo dall’alto, non dal basso, dalla sua concezione dello stato, dal governo complessivo del capitale, con un approccio fortemente leninista. Il suo problema non è mai stato il comportamento operaio ma la distruzione dell’apparato di potere capitalistico, in lui la classe operaia non è un universo sfaccettato e pieno di contraddizioni ma un potenziale esercito compatto. Non è un caso che fu lui a scegliere il titolo “Operai e stato” per il primo volume della collana “Materiali marxisti”. Un titolo azzeccato, un titolo che è un programma, mentre il titolo del secondo volume “Crisi e organizzazione operaia” non corrisponde per niente ai contenuti, è un titolo sbagliato. Il percorso solitario che Toni Negri ha intrapreso sin dall’inizio dell’avventura operaista si è accentuato dopo il suo arresto e il protagonismo mediatico impostogli dai suoi persecutori. A quel punto il livello dello scontro è apparso troppo alto perché valesse la pena di ricorrere ancora all’armamentario operaista. La sua produzione teorica quindi si è allargata a dismisura, da Spinoza a Leopardi, fino a toccare i livelli di “Impero”, di “Moltitudine”, separandosi completamente dalla dimensione dell’operaismo, che è rimasto un “prodotto di nicchia” destinato a pochi amatori mentre la produzione di Toni Negri diventava un dispositivo globalizzato. Per me invece l’operaismo è qualcosa da cui non riesco a liberarmi, fa parte della mia natura ed è a misura delle mie modeste capacità intellettuali. Non ho ambizioni superiori, forse perché non ho mai osato pensare la rivoluzione comunista, la distruzione dello stato borghese mi è apparsa sempre una prospettiva così lontana da impedirmi di “pensarla”. Anzi, dirò di più, io non ho mai condiviso l’idea di tanti compagni di essere i “veri comunisti”, quelli che hanno raccolto la bandiera del comunismo lasciata cadere dai partiti riformisti e oggi neoliberali. La mia adesione completa, convinta, all’operaismo derivava dal fatto che pensavo di ritrovarmi in mezzo a persone che consideravano il comunismo un’esperienza storica conclusa e che dinanzi a noi si apriva una strada ignota, tutta da scoprire, che doveva portare alla liberazione dalle due dominazioni: quella capitalista e quella del cosiddetto “socialismo realizzato”. A mio avviso solo dopo il ’77 Toni Negri si allontana anche lui consapevolmente dalla tradizione comunista e affronta l’ignoto del postfordismo. Lo fa anche nel momento in cui si allontana dalla prospettiva leninista-potoppina e in cui prende le distanze dalla lotta armata (che, diciamolo, è stata la più eclatante versione moderna del leninismo). Io ho continuato a studiare il comunismo da storico e mi sono trovato a dover metterne in risalto meriti – per esempio nel saggio ”Nazismo e classe operaia” – che gli stessi partiti comunisti del dopoguerra avevano voluto dimenticare e seppellire.

 

Ma allora che significato ha avuto per Lei l’esperienza di “Potere Operaio”? Voi siete stati insieme non solo in “Classe Operaia” e ne “La classe” ma anche in “Potere Operaio”, anzi Lei ne è stato uno dei fondatori.

Non ho mai piacere di parlarne. Perché? Perché – sembrerà impossibile – quei 12/13 mesi passati in “Potere Operaio” non mi hanno lasciato dentro niente. Mi spiace dirlo, perché so quanto quell’esperienza ha significato per tanti compagni a cui sono ancora fortemente legato dal punto di vista umano e non solo. Fedeli a quella esperienza, hanno sopportato senza battere ciglio anni di galera e ancora oggi non riescono a distaccarsene, rimane l’esperienza fondamentale della loro vita. Io ho vissuto quei mesi in maniera schizofrenica, con la sensazione – continuamente ricacciata nel profondo dell’animo – che stessi tradendo quella diffidenza verso il leninismo che il mio spirito libertario considerava una componente essenziale della “nuova” militanza. Anche se in “Potere Operaio” ho trovato parti della mia vita, soprattutto dal lato affettivo, sia dal punto di vista intellettuale che dal punto di vista politico, il bilancio dell’esperienza in quella organizzazione per me è zero. Sicché quando si dice che me ne sono andato perché ero contrario all’uso della violenza non è vero, non è vero. Potevo essere contrario al modo in cui si pensava di esercitarla o ai personaggi su cui si pensava di poter contare (ho avuto facile ragione, ahimè). Ma la verità è che me ne sono andato perché “Potere Operaio” era la riproduzione di un modello bolscevico fuori tempo, analogo a quello di tutti i gruppi extraparlamentari, non aveva quella bella “diversità” che è propria dell’operaismo, anzi ne era la negazione. Ma forse sono io che non l’ho capito. Sta di fatto che solo quando me ne sono uscito ho ricominciato un certo lavoro teorico, ho ricominciato a respirare, a pensare politicamente, a rivivere dentro il movimento.

 

Quindi Lei è convinto di essere il “vero” interprete dell’operaismo? La versione “autentica” dell’operaismo sarebbe la Sua?

Siamo fuori strada, amico mio. Io racconto la mia esperienza, offro una testimonianza con lo stile ed i parametri del mio mestiere, quello dello storico. Ma se domani qualcuno mi dicesse che la mia versione è una deformazione della realtà, una leggenda metropolitana inventata dal mio egocentrismo, e che ben poco hanno a che fare i miei scritti con la “vera” tradizione operaista, non farei una piega. Il termine “operaismo” così come il termine “postfordismo” sono delle convenzioni, si possono accettare o rifiutare. Quello che conta, in politica, non è la storia del pensiero ma la storia del movimento reale. Possono dirmi che io con l’operaismo c’entro come i cavoli a merenda, affari loro, a me basta che quando parlo di operaio massa ci sia un riscontro effettivo, anzi, ci sia una potenza sociale che incute rispetto al potere costituito, e che quando parlo di lavoratore autonomo ci sia un effettivo movimento associativo, di autotutela, di resistenza, di mutualismo, dei freelance. “Ma pensano alla rivoluzione, questi freelance?” domanda Pierino. “Vàglielo a chiedere, ragazzo. Vài, vài, alzare il culo dalla sedia fa sempre bene”.

 

da: Commonware

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Approfondimentidi redazioneTag correlati:

operaismosergio Bologna

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Il cambiamento climatico è una questione di classe/1

Alla fine, il cambiamento climatico ha un impatto su tutti.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Il coltello alla gola – Inflazione e lotta di classe

Con l’obiettivo di provare a fare un po’ di chiarezza abbiamo tradotto questo ottimo articolo del 2022 di Phil A. Neel, geografo comunista ed autore del libro “Hinterland. America’s New Landscape of Class and Conflict”, una delle opere che più lucidamente ha analizzato il contesto in cui è maturato il trumpismo, di cui purtroppo tutt’ora manca una traduzione in italiano.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Controsaperi decoloniali: un approfondimento dall’università

n questo momento storico ci sembra inoltre cruciale portare in università un punto di vista decoloniale che possa esprimere con chiarezza e senza peli sulla lingua le questioni sociali e politiche che ci preme affrontare. Sempre più corsi di laurea propongono lezioni sul colonialismo, le migrazioni e la razza, ma non vogliamo limitarci ad un’analisi accademica: abbiamo bisogno dello sguardo militante di chi tocca questi temi con mano.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Stati Uniti: soggetti e strategie di lotta nel mondo del lavoro

L’ultimo mezzo secolo di neoliberismo ha deindustrializzato gli Stati Uniti e polverizzato il movimento operaio.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

L’intelligenza artificiale. Problemi e prospettive

L’Ai attuale è una grande operazione ideologica e di marketing, confezionata per aumentare il controllo delle persone e restringere il margine di libertà digitale” (1) Intervista a Stefano Borroni Barale, da Collegamenti di Classe L’Intelligenza artificiale (Ai) è un tema oggi talmente di moda che persino il papa ha ritenuto indispensabile dire la sua sull’argomento. […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

L’enigma Wagenknecht

Dopo le elezioni regionali del Brandeburgo, il partito di Sahra Wagenknecht (BSW) ha confermato di essere una presenza consolidata nel panorama politico tedesco. di Giovanni Iozzoli, da Carmilla Il profilo stesso di questa aggregazione non autorizza la sua collocazione nel campo delle performance elettorali effimere o occasionali: le radici sociali sono solide e si collocano […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Ribellarsi per la Palestina è possibile e necessario più di prima: una riflessione dal casello di Roma Ovest su sabato 5 ottobre e DDL 1660

Con questo articolo vogliamo proporre una riflessione sulla giornata di mobilitazione per la Palestina di sabato 5 ottobre a partire dall’esperienza di lotta e conflitto che abbiamo avuto come studentə e giovani di Pisa partitə con il pullman di Studentə per la Palestina, per arrivare a Roma.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Il trattore torna al campo.. e adesso?

I primi mesi del 2024 sono stati segnati in molti paesi d’Europa dall’esplosione del cosiddetto “movimento dei trattori”.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Militarizzazione, guerra contro il popolo e imprese criminali in Messico

Nessuno con un minimo di sensibilità umana può rimanere indifferente alla violenza esorbitante che viviamo in Messico, sono circa 30.000 le persone uccise solamente nel 2023, mentre nel maggio di questo 2024 ne sono state assassinate 2.657.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Abbecedario dei Soulèvements de la Terre – Composizione

Pubblichiamo di seguito un estratto del libro “Abbecedario dei Soulèvements de la Terre. Comporre la resistenza per un mondo comune” in uscita per Orthotes Editrice, curato nella versione italiana da Claudia Terra e Giovanni Fava.

Immagine di copertina per il post
Culture

Immagini di classe. Produzione artistica, operaismo, autonomia e femminismo

Jacopo Galimberti, Immagini di classe. Operaismo, Autonomia e produzione artistica, DeriveApprodi, Bologna 2023

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Toni Negri vincente

Mi riesce difficile scrivere un necrologio. Forse perché ne ho scritto troppi in questo horribilis 2023. Troppi, da quello per Danilo Montaldi su “Primo maggio”, 1975.

Immagine di copertina per il post
Formazione

Se ne è andato Toni Negri: filosofo e militante

Se ne è andato all’età di 90 anni Toni Negri. Tra i maggiori filosofi italiani del ‘900, Negri è stato uno dei principali teorici dell’operaismo fin dalla sua nascita.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Strappiamo Tronti dalle grinfie dei salotti buoni

Quando si parla di operaismo non ci vengono in mente cattedre universitarie e convegni bensì lotte, conflitti, desiderio di libertà, rifiuto di piegare la testa. Oggi come e più di ieri.

Immagine di copertina per il post
Formazione

La politica al tramonto. Dialogo tra Adelino Zanini e Mario Tronti

Lunedì 7 agosto si è spento Mario Tronti. «Scriveva Montaigne: vorrei che la morte mi cogliesse mentre coltivo nell’orto le mie rape. Le mie rape sono i conflitti tra gli uomini, liberamente e antagonisticamente organizzati, o per conservare il mondo così com’è o per rovesciarlo dal sotto al sopra».

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Sergio Bologna, Agli inizi del container

Agli inizi del container: il “Lloyd Triestino” e le linee per l’Australia. At the origins of the maritime container: Lloyd Triestino and the Australia route, a cura di S. Bologna, Trieste, Asterios, 2021. di Lorenzo Tommasini, da L’ospite Ingrato Poco tempo fa, nel 2021, ricorreva il sessantacinquesimo anniversario dell’invenzione del container destinato ai trasporti marittimi. […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Sulla figura di Danilo Montaldi

Danilo Montaldi è stata una figura complessa di militante comunista. I suoi lavori hanno un carattere pionieristico nel campo della storia orale del sottoproletariato e degli emarginati e hanno contribuito alla riscoperta della centralità e della vita quotidiana delle classi subalterne. 

Immagine di copertina per il post
Intersezionalità

Riproduzione sociale e lavoro: l’Arcano spiegato da Leopoldina Fortunati

L’autrice si trovò al centro della campagna italiana per il diritto all’aborto e nella campagna internazionale per l’ottenimento del salario domestico, oggi i suoi scritti sono ancora attuali e offrono spunti importanti per un’analisi di genere della società.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

La globalizzazione è finita? Quattro domande a Sergio Bologna e Giovanna Visco

Due specialisti di logistica mondiale, Sergio Bologna, presidente di AIOM, Agenzia Imprenditoriale Operatori Marittimi di Trieste, e Giovanna Visco, blogger di Mari, Terre, Merci, intervistati da Paolo Perulli Da Doppiozero 1 La globalizzazione è davvero finita? Il governatore della Banca d’Italia parla dipericolo che ci sia un «brusco rallentamento o un vero e proprio arretramento […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

“AGLI INIZI DEL CONTAINER: IL “LLOYD TRIESTINO” E LE LINEE PER L’AUSTRALIA” IL NUOVO LIBRO DI SERGIO BOLOGNA

Sergio Bologna torna a scrivere di trasporto marittimo partendo dall’invenzione del container nel 1956. A 65 dalla rivoluzionaria trasformazione della logistica via mare esce “Agli inizi del container: Il Lloyd Triestino e le linee per l’Australia” edito da Asterios che sul suo sito presenta così il volume “ma con la pura memoria delle persone non […]