Yorkshire’s working class chronicles
Accade talvolta che semplici ma puntuali note di viaggio raccontino più e meglio di tante analisi sociologiche un luogo, la gente che lo abita, i rapporti sociali che ne regolano la vita. Per questo abbiamo pubblicato queste riflessioni/appunti (già circolate su facebook nei giorni scorsi) di un compagno emigrato come tanti come lavoratore stagionale nel nord dell’Inghilterra.
(grazie a Dodo Csa)
Scrivo queste righe da Selby (North Yorkshire), solitamente si identifica il regno (dis) unito con Londra e la “Swinging London“, sinceramente, già forte di una lunga permanenza in questi luoghi, posso dire che se non si è stati nel nord della Gran Bretagna non si conosce nulla di ciò che è la vera Inghilterra e la sua gente.
Quì mi trovo a lavorare come saldatore in una distilleria in cui ho già lavorato da maggio 2011 fino a giugno 2012. Conosco e frequento la working class inglese, sempre meno “working” anche perchè ultimamente c’è un tasso di disoccupazione alle stelle – non è “come nei film di Ken Loach”, se devo pensare a un film che inquadri realmente la situazione mi può venire in mente “This is England“,di Shane Meadows, più grezzo, meno politico ma ben più reale dei film di Loach.
Questa settimana tutti i tabloid, che sono i giornali più letti nella zona, riportano la preoccupante dichiarazione di David Cameron riguardo il reddito di disoccupazione il quale ha detto che: “Non intendiamo dare soldi ai disoccupati per le tv al plasma e gli ipad”, queste parole non solo danno un idea del personaggio ma sono da inserirsi nella sistematica campagna di attacco al welfare che in UK va avanti da 5 anni a questa parte, visto che con 344 euro e 16 centesimi (286 pound e 8 pences) di reddito di disoccupazione ci si compra a malapena da mangiare a patto di vivere di “pot of noodles” (spaghetti liofilizzati) e scatolette di meatballs.
Come ho detto prima i tabloid sono i giornali più letti, non bisogna pensare che si tratti di giornaletti “rosa” o stampa scandalistica, i tabloid sono la stampa del proletariato locale. Quì la divisione di classe è molto forte la gente non si sognerebbe mai di leggere “The guardian” il giornale dei “cock’n ass” (tradotto come cazzi’ nculo il modo in cui vengono definiti ricchi e fighetti) il massimo della cultura è rappresentato dallo “Yorkshire post” oppure dal “Daily Mail” anche i pub (unici posti di ritrovo nella zona) sono ben distinti e se per caso capitate a Selby e volete un pò di sano disagio alcolico, vi conviene andare al New Castle pub (evitatelo quando gioca il Leeds United) oppure al Blackamoor;i o,non sapendolo, una sera andai al “The Griffin” pub molto bello ed esclusivo. Il risultato fu che, al lavoro, tutti mi evitarono per una settimana (e non scherzo).
Quì i benefit per i figli e il l’indennità di disoccupazione (quest’ultima riguarda solo il lavoro subordinato) sono le principali fonti di reddito per numerose famiglie, l’Inghilterra “ricca” si trova nel sud con gli scambi commerciali che passano per Southhampton e nel mercato della finanza di Londra, posti in cui difficilmente chi esce da una free school ha accesso, il risultato di questa condizione sociale lo vedi fisicamente o,per meglio dire, lo vedi in anni passati a trangugiare junkie food da 4 soldi tipo quello spacciato da “Fulton Foods” una catena di supermercati specializzata in primizie tipo “polpette di carne con solo il 30% di carne” (e il resto che cazzo e’?) oppure finte bistecche di maiale che in realtà sono wurstel o le pizze surgelate farcite con l’ananas,tutto rigorosamente a un pound!
Potrei andare avanti ma uscirebbe un immagine negativa di un posto in cui c’è anche (in mancanza di altro) una socialità fortissima che si manifesta nello stare sempre insieme, tutto il tempo libero lo si passa al pub in interminabili partite di domino (gran bel gioco d’azzardo occhio però che certe partite finiscono a pugni e coltellate) oppure in lunghissime discussioni sulla guerra (qui non c’è famiglia che non abbia un parente in Afghanistan e non è vero che son tutti daccordo con la guerra, anzi…) o in assurdi picnic nei cimiteri (si avete letto bene i cimiteri sono anche parchi pubblici) che sembrano usciti da un b-movie (mi aspetto sempre una mano che da sottoterra mi apra una john smith).
Un saluto a tutti e tutte dallo Yorkshire repubblicano e socialista.
IL DISAGIO DEL SABATO SERA
L’odore pungente e rancido è una caratteristica del pub, inizialmente è fastidioso ma poi ci si abitua identificandolo con il posto in cui si trascorre la quasi totalità del proprio tempo libero.
Il pub quì è un istituzione, non è solo il posto in cui si va a bere la sera ma è anche il posto in cui si passano le giornate a giocare a snooker (variante del biliardo), oppure a domino o a forza 4 (ogni pub degno di tal nome ha una considerevole scorta di giochi da tavolo) tutto intervallato da pinte di john smiths (extra smooth) a cadenza più o meno regolare (ogni 20 minuti).
Il sabato, già nella tarda mattinata, intere famiglie escono di casa per andare nel loro pub preferito e restarci fino a sera; la prima domanda che ti fanno i colleghi sul lavoro (se non ti conoscono) è: “In quale pub vai?”
Nei pub, o meglio nei pub frequentati dai prolet, si organizzano le riffe di beneficenza per chi ha difficoltà economiche,
Il pub è per tutti e non ci devi lasciare un capitale ti bastano 1.25 pound per una mezza pinta e ci puoi stare dentro fino alla chiusura, ma il giorno speciale per andare a socializzare è il sabato dove il pre-serata inizia alle 16.
Sì perchè da queste parti il sabato sera inizia presto (alle 21 si è già nel pieno della serata) e finisce presto: pub e disco pub chiudono TASSATIVAMENTE alle due in punto invece che alle 22 e 30 (cosa ottima per noi che, inesorabilmente, ci avviciniamo ai 40 anni)
Questo per due ragioni: il tasso alcolico, che verso le 18 già si fa sentire ed è ben visibile sulle strade, e il tempo: alle due il freddo diventa insopportabile e non c’è alcool che tenga.
La prima tappa, quella pomeridiana, inizia al Londesborough che ha sempre delle buone offerte e li già capisci l’origine di quest’odore così caratteristico.
Arrivo al bancone, ordino una pinta e me la spillano fino all’orlo, nel frattempo, mentre bevo, qualcuno già in disagio pieno, attacca discorso e mi chiede da dove arrivo appena sanno che sono italiano (da queste parti non ce ne sono molti) mi presenta alla compagnia e ognuno insiste per farmi “assaggiare” una birra diversa vale a dire che nel giro di un ora mi sono già scolato: una Guinness, una mezza pinta di Bombardier, una pinta di Carling e, mentre vai a pisciare, ti stanno già spillando una pinta di Strongbow (sidro).
Mentre vado a prendere il mio sidro e mi dirigo al tavolo dei miei nuovi amici mi rendo conto di avere qualche leggera difficoltà deambulatoria e, immancabilmente, rovescio buona parte del contenuto sulla moquette nessuno ci fa caso perchè tutti e tutte, e dico tutti e tutte, nel tentativo di raggiungere i posti a sedere sbrinciano birra da tutte le parti e dando vita (nel corso degli anni) all’odore caratteristico dei pub.
Finisco il sidro, saluto gli altri (un gruppo di ragazzi e ragazze di Brighton) e mi dirigo verso il Riverside un pub noto per la musica dal vivo che sponsorizza gruppi punk e oi della zona.
Mi ritrovo seduto a un tavolo con Wilson uno scaffolder (quelli che montano i ponteggi) conosciuto in stabilimento che subito mi dice: “ci facciamo un paio di pinte a andiamo al Market Tavern” il “paio di pinte” diventano quattro quando finalmente troviamo la forza di andare al Market Tavern uno dei disco pub più trucidi di Selby dove si beve a prezzi popolari e dove, il sabato sera, si ritrova la working class locale.
A Selby, oltre a una quindicina di pub ci sono 5 disco pub, ogni classe sociale ha il suo posto. Il sabato sera i ricchi e i fighetti vanno al “The Griffin” molto bello ma molto costoso (una pinta di Guinnes ti costa 4 pound), la middle class si ritrova al “New Inn”, sulla main street, a sbronzarsi e cantare al karaoke, noi andiamo al “Riverside” in prima serata e poi passiamo il resto al Market Tavern, il “Blackamoor” è il punto di riferimento per i polacchi.
Verso le 23 al Tavern ci siamo tutti, intendo dire tutti noi dello stabilimento in cui lavoro, ogni tanto si esce per andare a vedere qualche scazzottata con il calcio e l’alcool gli animi si scaldano, ma senza cattiveria, allora ogni tanto qualcuno esce volano un paio di cartoni e si torna dentro a bere senza rancore, per fortuna, non seguendo il calcio, sono esente da questo rituale tipico del proletariato del posto.
Se il Liverpool ha perso contro il Leeds United lo capisci il lunedì mattina alla macchinetta del caffè guardando in faccia i colleghi.
Una caratteristica del Tavern è che non c’è il dj, l’impianto musicale (di tutto rispetto) è collegato al jukebox la gente arriva mette cinquanta pences e il pezzo finisce in playlist.
E’ il primo locale che trovo dove la scelta musicale la fanno i clienti.
All’ una e mezza suona la campana, non si serve più da bere, allora ci si riversa al Newcastle (un take away) per pizza e patatine le ragazze si tolgono le scarpe, qualcuno di noi noi si da una sistemata (due dita in gola) e ci si incammina verso casa.
La domenica mattina,con la testa un po pesante,mi dirigo al charity shop del Salvation Army che è l’unico posto dove,oltre al cappuccino, trovo qualcosa da mangiare che possa avvicinarsi a una colazione e che non sia bacon o patatine fritte.
LO YORKSHIRE
Molti mi stanno facendo notare il fatto che io parli solamente dello Yorkshire e non dell’ Inghilterra di tutta l’Inghilterra (o Regno Unito) “Stai in inghilterra!” mi dicono. No! Non “sto in Inghilterra”, sto nello Yorkshire.
Il “Regno Unito” esiste solo sulle carte geografiche, nella realtà esistono il Galles, la Scozia, lo Yorkshire, il nord Irlanda, l’isola di Mann ecc… Le differenze sono molte: nel North Yorkshire, ad esempio, oltre all’inglese si parla anche il gaelico per meglio capirsi con i lavoratori scozzesi (l’inglese parlato dagli scozzesi è incomprensibile) e con i gypsy irlandesi che soggiornano, numerosi, da queste parti.
Lo Yorkshire è di tradizione laica socialista e repubblicana mentre il resto della Gran Bretagna e in parte monarchico-anglicana e in parte repubblicana-cattolica (Scozia e Nord Irlanda). Le divisioni sono profonde, anche se non conflittuali, magari vai a Londra e sei in una metropoli europea poi prendi il treno vai a Liverpool, a Leeds o Bradford e ti sembra di stare su marte, di aver passato quattro nazioni differenti in una manciata di ore.
Lo Yorkshire, come l’Italia, ha un grandissimo passato di lotta, nel 900 i lavoratori e le lavoratrici dello Yorkshire sono stati i principali protagonisti della storia Inglese e non solo, arrivavano quasi tutti dalle miniere dello Yorkshire i combattenti del British Battalion che, nel febbraio del 1937, inflissero la prima bruciante sconfitta all’esercito fascista di Francisco Franco in Spagna a Jarama.
Sempre da queste parti lavorò, nelle miniere, Tom Mann che in seguito fondò la “SDF” (Social Democratic Federation) e, nel 1887, organizzò il grande sciopero dei lavoratori dei docks londinesi grazie al quale i lavoratori ottennero la giornata di otto ore e e portò gli ideali del marxismo e della fratellanza fino in Australia.
Anche George Orwell passò da queste parti per aderire al locale partito socialista e andare a combattere il fascismo in Spagna.
Ma quello che più ha contraddistinse questa terra fu lo “UK miners’ strike” ossia il grande sciopero dei minatori organizzato dalla “National Union Miners” e che durò un anno (da marzo 84 a marzo 85) tutta la gente (e allora come oggi era povera gente) si organizzò per supportare lo sciopero in ballo c’era la sorte di 20mila lavoratori il governo, capeggiato da Margaret Thatcher (the shit lady) annunciò lo smantellamento di 20 siti estrattivi e chiuse, immediatamente e senza preavviso, la miniera di carbone di Cortonwood.
Ci furono numerosi scontri con la polizia che presidiava le miniere e che videro due morti tra i lavoratori, l’11 agosto dell’85 30mila donne provenienti dallo Yorkshire (i minatori presidiavano le miniere per impedirne la chiusura) arrivano a Londra per manifestare e sensibilizzare la popolazione alla loro causa. La mossa funzionò perchè il 24 febbraio del 1985, mentre i lavoratori continuano a occupare le miniere, 80mila persone scendono in strada nella capitale per appoggiare la lotta dei minatori.
Nonostante l’appoggio dei lavoratori portuali che rallenteranno l’approvigionamento delle acciaierie locali, dopo 2 morti, 1750 feriti ufficiali, 11.312 arresti, 5.653 processi per direttissima, lo sciopero fallirà. I lavoratori traditi dal loro sindacato,che il 3 marzo dell’85 vota a strettissima maggioranza (98 a 91) la ripresa del lavoro senza alcun accordo con la direzione usciranno sconfitti dopo il più grande sciopero di massa del 900.
Giorni fa Samantah (la padrona di casa) mi mostrò la foto che vedete quì nel post erano le famiglie dei minatori che nell’84 manifestarono a Selby.
Questa, brevemente, è la storia, l’unica storia, dello Yorkshire.
SEE YOU LATER FUCKIN’ FELLAS !!!!
Si torna a casa, fine lavori e pausa fino a giugno.
Lo scazzo, in questo caso, sono le tre ore di furgone che separano Selby da Londra (il volo per Torino parte da Stansted) e Ryanair che, durante il volo, è una televendita continua.
Mi ci è voluto un po per conoscere le particolarità di questo posto sia prima,che ora, far crollare miti e luoghi comuni e rafforzare convinzioni.
Prima di tutto non è vero che all’estero è tutto meglio e tutto più bello a prescindere, come in Italia va molto di moda raccontare ultimamente. Lascio un posto che ha dei problemi enormi (povertà e disoccupazione in primo luogo) e dove c’è un vuoto politico totale.
In italia abbiamo visto sorgere numerosi movimenti,lotte in difesa dell ambiente, per il diritto alla casa, ecc…
Lì il vuoto politico è totale e non c’è nulla di tutto ciò nemmeno in città come York e Leeds, il Partito Socialista dello Yorkshire avrà anche una storia gloriosa ma ha un presente piatto come le campagne del luogo.
I pochi italiani che ho incontrato, sia in passato che ora, arrivano quasi tutti dalla Sardegna dal Veneto e dalla Sicilia i primi lavorano nella ristorazione, gli altri nel settore industriale.
Un mito da sfatare è quello che riguarda il lavoro, il lavoro subordinato paga esattamente come in italia un operaio o un muratore guadagnano circa 1000 gbp (1200 euro) al mese, e sono pochi anche da queste parti; si ripiega sui benefit ma non sono grande cosa e non si può pensare di campare con il reddito di disoccupazione perchè, semplicemente, è impossibile. In alcuni piccoli comuni come Hemingsboroug, Selby oppure Nottingham il council riesce ancora a garantire l’affitto in caso di morosità dovuta alla perdita del lavoro.
A Selby, ad esempio, come in gran parte dei luoghi circostanti il grosso del welfare si regge sui centri di aiuto alle famiglie e sul volontariato del Salvation Army (gran bella istituzione).
Il lavoro è un grosso casino, da un lato c’è una forte richiesta di manodopera specializzata dovuta al fatto che non esistono scuole professionali degne di tal nome esistono corsi, a livello di contea, di pochi mesi che danno una formazione pessima dall’altro (per chi, giustamente, nella vita ha altri progetti) uscire laureati da una free school comporta lo stesso futuro che comporta in Italia: precarietà perenne. Questo è il motivo della forte emigrazione dal Nord dell’ Isola verso l’ Australia.
La mancanza di manodopera specializzata ha portato da queste parti tantissimi lavoratori e lavoratrici dal resto dell’ Europa (soprattutto dalla Polonia e dalla Romania) molti si sono stabiliti da queste parti in pianta stabile, registrando la residenza e accedendo (per legge) ai benefit, il governo ha colto la palla al balzo per demolire quel poco che rimane del welfare attraverso una campagna isterica e xenofoba infatti non passa giorno che giornali come il Daily Mail o The Sun riportino un articolo dove attaccano gli stranieri incolpandoli di stabilirsi in UK per rubare i soldi dei benefit: da noi in Italia questo è un film già visto; al pub quando si parla di quest’argomento lo faccio sempre notare.
Questo tipo di propaganda ha una forte presa sulla classe media quella attaccata con le unghie alla sua casetta di Doncaster e allo shopping nelle arcades di Leeds, quelli che qui la gente, chiama amabilmente cock’n ass o, con meno cattiveria, shameless.
Se prima la mia curiosità e la necessità di conoscere l’ambiente circostante portava molti a essere prevenuti oggi tutti mi dicono che sono un “selber” nato per caso in Europa.
Non ho visto centri sociali,ci sono le case occupate, nel senso che sono occupate per esigenze abitative, ci sono però numerosi Pub che sponsorizzano gruppi musicali (oi, punk, hip hop, reggae ecc…) di base, fortemente legati al territorio, frequentati da repubblicani, afa (da noi li chiameresti antifa), socialisti, marxisti ecc…
I fascisti, da queste parti, sono pressochè insistenti nemmeno l’altra volta mi è capitato di vederli, a Leeds c’è la English Defence League ma sono più tristi di Fogna Nuova.
Che cosa mi può mancare ogni volta che lascio questo posto, freddo e povero, dove il sole si vede 10 giorni all’anno?
La fratellanza e l’amicizia di TUTTA la gente che ho conosciuto, al lavoro, al pub, in giro, nelle alcoliche partite di domino in qualche block o nei confronti politici in qualche pub tanfante di birra vecchia.
Mi mancheranno i bambini in mutande che, con un freddo glaciale artico, la domenica si fanno i gavettoni al parco, le tizie in disagio alcolico che il venerdì sera fanno a pugni con i bancomat, quelli che al lavoro quando si parla di politica anzichè dirti “sono di sinistra” (che brutta parola) ti dicono: “I’m a marxist!“, la gente che non nasconde la propria provenienza sociale, i charity shop, il Salvation Army che gestisce un asilo completamente gratuito e anzichè chiedere offerte alla povera gente gestisce un pub a prezzi popolari, i 60 enni che mi raccontavano del grande sciopero dell’84, il Market Tavern da cui nessuno è mai uscito camminando sulle proprie gambe, i truzzissimi pakistani (dei veri fratelli) e i polacchi (se vi invitano a una grigliata evitate è da coma etilico) gli scaffolders dello stabilimento rissosi e caldi come pochi, tutta la tifoseria del Leeds United al completo, i lavoratori Kenyani di Nottingham e i lavoratori scozzesi di Selby di cui tutti han paura (han fama di essere dei bravi picchiatori) che mi han fatto conoscere il Glasgow Celtic e la storia del loro paese, le cassiere del Morrison che con me han sempre avuto una pazienza infinita, tutti i comrades del Bay Horse Pub, il pub più comunista di tutto lo Yorkshire.
Ciao a tutta Selby, ci si rivede a Giugno.
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