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10.000 in piazza per Taranto libera

Un provvedimento che autorizza l’Ilva a continuare a produrre nonostante il sequestro degli impianti disposto dalla magistratura già nel mese di Luglio, calpestando la protesta e il diritto alla salute dei cittadini di Taranto che da tempo denunciano gli effetti nefasti sulla città prodotti dallo stabilimento di proprietà della famiglia Riva.

Il corteo è partito intorno alle 16.30 da piazza Sicilia e si è snodato per le vie della città fino a giungere in piazza della Vittoria; la manifestazione era aperta da uno striscione che recitava ‘Taranto libera’ ma lungo il percorso tanti cartelli hanno ricordato a più riprese le responsabilità e le scelte del governo nella vicenda dell’Ilva, in primis quelle del ministro dell’ambiente Corrado Clini.

Un corteo che ha chiesto a gran voce di lasciare a casa bandiere e appartenenze a partiti e sindacati, che in questi mesi hanno tutti, con rarissime eccezioni, fatto sempre il gioco di chi si schierava dalla parte del profitto trincerandosi dietro la difesa del lavoro a tutti i costi.

Un discorso, questo, che è stato rifiutato fin dal testo di indizione del corteo di ieri, che ha reclamato innanzitutto il diritto alla salute, alla difesa dell’ambiente e ad un reddito.

La grande partecipazione che ha riempito le strade di Taranto e le parole d’ordine portate in piazza hanno lanciato un segnale importante rispetto all’indisponibilità crescente da parte della città a farsi mettere i piedi in testa dai dettami e dai voleri del governo e della famiglia Riva e alla determinazione nel non voler più rinunciare alla salute e al futuro di tutti in nome del profitto di pochi.

 

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