20G Roma: blocchi diffusi e corteo con gli autoferrotranvieri
Bloccare metro, autobus, tram, è stato il modo per sottolineare il legame stringente che c’è tra le rivendicazioni degli autoferrotranvieri in lotta e quelle che giorno dopo giorno vengono portate avanti nei nostri specifici terreni d’intervento, legame che parte prima di tutto dall’essere utenti di un servizio che non funziona e sul quale speculano partiti e dirigenti aziendali. Un legame che si struttura soprattutto nella lotta serrata alle politiche di auterity e precarizzazione del lavoro, nelle quali trovano ampio spazio le privatizzazioni di enti tanto quanto le svendite di patrimonio pubblico, lo sfruttamento dei lavoratori tanto quanto l’aziendalizzazione dell’università.
A piazzale Esquilino I cortei della mattina si sono uniti ai cinquecento autoferrotranvieri in lotta che si sono dati appuntamento dopo lo sciopero degli straordinari e le mobilitazioni di dicembre, per ribadire ancora una volta e tutti insieme un’opposizione netta a tutte le politiche di privatizzazione del servizio di trasporto pubblico che da anni governo ed enti locali tentano di avviare. Un pubblico che non può essere difeso così com’è, perchè fatto di sprechi e di corruzione, ma di cui la privatizzazione non può essere una soluzione. Ieri chiaramente si è partiti dall’incompatibilità con i governi, con partiti e sindacati, con I dirigenti aziendali e I menager di turno che rappresentano I responsabili della gestione delle risorse pubbliche in maniera clientelare e per il profitto dei pochi. C’erano autisti da tutta italia, Genova, Pisa, Torino, Milano, Livorno e naturalmente Roma. Il corteo insieme agli autoferrotranvieri sembrava una festa, tutti erano sbalorditi dalla partecipazione e increduli che dal basso senza il supporto di partiti e sindacati è possibile costruire mobilitazioni e battaglie comuni.
Dopo il corteo autisti, occupanti, studenti e semplicemente utenti si sono riuniti a Piazza Santi Apostoli per urlare dal microfono il rifiuto a qualsiasi privatizzazione. Gli autoferrotranvieri hanno urlato contro il patto sottoscritto dai confederali di gennaio, che impedisce alle loro iniziative nate dal basso di crescere ed avere un peso all’interno del comparto del trasporto pubblico, hanno denunciato la gestione del pubblico come bancomat per partiti e sindacati, e hanno ribadito che la loro battaglia non è solo contro la privatizzazione e per il miglioramento delle condizioni di lavoro ma è una battaglia “contro la precarietà , contro la legge Treu e Biagi, contro il liberismo”.
La giornata di ieri ci racconta che sempre più persone, con composizione sociale differente, sono disposte a mettersi in gioco e a costruire dal basso un’alternativa. Sempre più persone hanno perso la fiducia nella delega, nelle organizzazioni che solitamente raccoglievano la domanda dal basso e la trasportavano nelle sedi decisionali. I meccanismi di rottura che si producono non possono essere lasciati alla destra, al qualunquismo, alla paura dei movimenti. Quel rifiuto e incompatibilità che si esprimono ogni giorno nelle università, nelle occupazioni, nei territori possono essere comprensibili e attraversabili da tutti semplicemente a partire dal fatto che oggi è patrimonio di tanti nonostante le numerose ambivalenze e contraddizioni con cui bisogna misurarsi. Quindi avanti ancora così verso la primavera.
GUARDA IL VIDEO RACCONTO DELLA GIORNATA DI LOTTA
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