InfoAut
Immagine di copertina per il post

25 aprile festa della liberazione….. Brutali violenze poliziesche a Milano. Fermi e multe a Napoli

||||

Un ragazzo buttato a terra per essere bloccato. Una ragazza colpita con una gomitata al volto nella concitazione. Un anziano fermato da due agenti sull’asfalto e un’altra ragazza spinta via con forza. 

Il video che potete vedere andando su questo link, QUI, non lascia poi senza parole e non ci stupisce nemmeno così tanto ma certo non va taciuto. E’ stato girato poco prima di mezzogiorno da una finestra di una via milanese, proprio oggi, 25 aprile 2020, 75° anniversario della liberazione dal nazifascismo.

Un 25 aprile diverso da sempre, vista l’impossibilità di muoversi a causa dei decreti emergenziali per il Coronavirus, un 25 aprile che ci toglie via dalle piazze, dalla collettività, dal calpestare insieme le strade e riempirle del rosso delle bandiere e degli ideali di libertà. Sempre e comunque.

Ma anche un 25 aprile dove si era deciso di iniziare a violare le misure, di farlo insieme, con tutte le cautele del caso, ma farlo, per commemorare i partigiani ma anche per riprendersi una prima boccata di vita.

Perché se è ovvio che dovevamo tutelare la comunità e rimanere a casa, se è ovvio che non c’era probabilmente altro modo per frenare una crescita esponenziale dei contagi … non è certo ovvio ritrovarsi con le strade svuotate dalla vita e riempite solo da pattuglie, repressione, controllo totale.

Quello a cui abbiamo assistito in questi giorni, il costante abuso di potere perpetrato in ogni strada ed in ogni contesto non può certo continuare a proseguire.
Bisogna rimetterli al loro posto, bisogna riprendersi le strade per vivere, per stare insieme, e non solo per gli interessi di Confindustria che invece ci manda sereni sereni a morire ammazzati sui posti di lavoro

Le immagini di Milano di questa mattina si susseguono a quelle di Torino di qualche giorno fa : dobbiamo fare in modo che questo non riaccada. Imparare a riprenderci le strade in massima sicurezza, tentare di riappropriarsi della vita malgrado i prossimi mesi complicati con l’inevitabile “distanziamento sociale”.

Bisogna fargli capire che non si è disposti a vivere così, mandati al macello per gli interessi dei padroni, detenuti in casa con i droni a controllarci.

Qui altri link : Milano Via Padova , Milano Via Democrito
Compagni accerchiati anche in Via Ascanio Sforza, sempre a Milano

da baruda.net

TESTIMONIANZA DA VIA PADOVA
Siamo un gruppo di antifascist* del quartiere e vorremmo spendere due parole su quanto accaduto. Mentre alcun* di noi portavano dei fiori alle lapidi dei partigiani del quartiere, rispettando le norme sanitarie (mascherine e distanza), in via Dogali, siamo stati accerchiati e caricati senza alcun motivo.
Tra di noi c’erano un padre con una bambina piccola e una persona anziana. Dopo che la Polizia ha detto che ci si poteva allontanare, siamo andati verso la lapide di Via Celentano per concludere il giro. Una volta deposti i fiori, stavamo andando via. A quel punto, siamo stati nuovamente aggrediti, ancora senza motivo, da parte delle forze dell’ordine che hanno preso uno dei nostri compagni, di cui non abbiamo ancora notizie.
Altri compagni e persone del quartiere sono accorsi a portare solidarietà. In risposta, è stata chiamata la celere. Dopo un’ora di accerchiamento e tensione, siamo riusciti ad andarcene. Situazioni simili sono accadute anche in altre zone della città.
I fatti di oggi dimostrano come qualsiasi forma di dissenso venga repressa con la scusa dell’emergenza sanitaria, persino rivendicare la lotta partigiana contro il nazifascismo. La reazione spropositata da parte delle forze dell’ordine in questo periodo è un’evidenza della loro volontà di stringere sempre più il controllo e limitare le libertà, accusando persone singole per non assumersi le loro responsabilità riguardo questo disastro sanitario.
In un momento in cui il Governo programma quando riaprire le aziende, quando rimandarci a lavorare, noi dobbiamo rivendicare la nostra libertà di autodeterminarci e di vivere le città e gli spazi, incluso il commemorare chi è mort* per questa libertà.

*****

Napoli. Per il 25 aprile fermi, multe e repressione, attendendo la fine del lockdown

Fin dalla mattina in numerosi quartieri della città sono stati affissi striscioni che legavano la Resistenza al nazifascismo con la lotta di questi giorni per il reddito, i servizi e i diritti sociali.

Napoli 25 aprile 2

A metà mattinata a Bagnoli un gruppetto di manifestanti è stato fermato dopo aver distribuito mascherine ed aver esposto uno striscione. A Piazza Municipio altri tre sono stati fermati, identificati e portati in questura dopo aver esposto uno striscione che rivendicava Reddito, Salario e Tamponi per Tutte e Tutti. In entrambi i casi venivano rispettate e ricordate le misure di distanza, perché l’ultima cosa che interessava ai manifestanti era mettere a rischio e pericolo la popolazione.

Oggi, però, la polizia ha usato modalità d’intervento più forti circondando i compagni, identificando le persone e portando in Questura alcuni attivisti ai quali è stata elevata non solo la sanzione economica prevista dal DPCM ma anche la denuncia per manifestazione non autorizzata. Il tutto – come sta diventando prassi in questi casi – con un grande dispiegamento di uomini e mezzi e con una ostentazione della forza arrogante e provocatoria.

La Prefettura di Napoli, le Istituzioni regionali e cittadini e, soprattutto, gli “esperti” della DIGOS napoletana conoscono bene la città e le problematiche sociali irrisolte e capiscono che appena il lockdown sarà allentato potranno trovarsi di fronte ad una esplosione della crisi sociale. Già nelle settimane scorse il Ministero degli Interni ha “allertato le Prefetture e le Questure per il possibile accendersi di tensioni sociali”!

Sulla base di tale consapevolezza questa mattina – il 25 Aprile – hanno deciso di non tollerare una protesta pacifica e simbolica ed hanno scelto di usare le maniere forti a mò di preavviso anticipato in attesa dei prossimi giorni quando la dura realtà dei fatti si incaricherà di ricordare a tutti che l’accelerazione della crisi economica non potrà essere scaricata impunemente sulle spalle dei settori popolari della società.

 

L’area metropolitana di Napoli si è caratterizzata in questo periodo di crisi pandemica come una zona del paese in cui la stragrande maggioranza dei cittadini ha dimostrato un grande senso di responsabilità collettiva osservando tutte le indicazioni in merito alla necessità del distanziamento sociale.

Parimenti, però, sono andati crescendo tutti i fattori di crisi economica che hanno peggiorato le già precarie condizioni di vita e di lavoro che attanagliano l’esistenza di decine di migliaia di persone che già – normalmente – facevano fatica ad arrivare a fine mese o a pagare un fitto per una abitazione.

E’ evidente – quindi – dopo circa 60 giorni di “quarantena” che iniziano a manifestarsi le contraddizioni sociali ed il vero proprio disagio materiale di questi settori popolari che comprendono, giorno dopo giorno, come la loro condizione sarà sempre più penalizzata dal corso prossimo degli avvenimenti.

A questa situazione si sta sommando l’assenza di un vero ed articolato piano di protezione sociale in grado di ammortizzare, per davvero, i nefasti effetti della crisi pandemica.

Tutti gli interventi fin qui varati – da quelli del Governo nazionale a quelli della Regione Campania – sono escludenti di alcuni segmenti della popolazione (quella veramente dei senza niente) e, per i cittadini che sono riusciti ad accedervi, si registrano ritardi nell’erogazione dei fondi e ci sarà un periodo temporale limitato di questi sussidi.

Inoltre, anche sul versante della tutela della Salute, si assiste ad un procedere confuso che non punta alla prevenzione delle possibilità di propagazione del contagio infettivo privilegiando un modello di gestione della Sanità fondato, esclusivamente, sulla logica degli annunci e della spettacolarizzazione con l’obiettivo di strappare simpatie e convensi in vista delle prossime elezioni regionali.

Già nei giorni scorsi decine di attivisti sociali avevano manifestato (sempre con le necessarie norme di sicurezza individuale e collettiva) sotto la sede della Prefettura a Piazza Plebiscito reclamando reddito di emergenza, allargamento dei criteri di elargizione degli strumenti di welfare e l’avvio di un piano di screanning sanitari di massa. Una iniziativa ripetuta sotto il Comune di Quarto, un paese della cintura metropolitana di Napoli.

Non poteva – a questo punto – la giornata del 25 Aprile consumarsi solo tra retorica nazionale e gli ipocriti inviti alla collaborazione tra le classi. Se i padroni vogliono i lavoratori in produzione non si può pretendere di confinare le ragioni della protesta a casa.

da contropiano

osservatorio repressione

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Bisognidi redazioneTag correlati:

25 aprileCORONAVIRUS

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Gli operai di Forlì occupano la fabbrica e vincono la vertenza

Lavoravano per 12 ore al giorno percependo uno stipendio adeguato a otto ore lavorative, privati di qualsiasi livello di sicurezza e l’alloggio previsto in realtà coincide con lo stesso capannone senza riscaldamento con i materassi buttati a terra. Gli operai hanno bloccato lo stabilimento di mobili e allestito un presidio davanti all’azienda.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Il sintomo Mangione

Si è già detto tutto e il contrario di tutto sull’identità di Luigi Mangione, il giovane americano che qualche giorno fa ha ucciso a Manhattan il CEO di United HealthCare…

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Calenzano (Firenze): esplosione nel deposito ENI

Enorme esplosione al deposito della raffineria Eni di Calenzano (Firenze) con un bilancio di 4 lavoratori morti, 26 feriti di cui 2 gravi.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Cosa succede in città: il turismo

Apriamo questo ciclo di trasmissioni che affronta l’ennesimo grande evento che si affaccia su questa città: il Giubileo.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Milano: “Verità per Ramy e Fares”. In 600 alla fiaccolata al Corvetto

“Verita’ per Ramy e Fares”. Sabato 30 novembre a Milano una fiaccolata  in ricordo di Ramy Elgaml. Centinaia di persone si sono ritrovate alle ore 19.00 in Piazzale Gabrio Rosa al Corvetto per poi raggiungere il luogo dove Ramy è deceduto dopo un incidente stradale a seguito di un inseguimento di un’auto dei carabinieri durato 8 chilometri, su cui indaga la Procura.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

29 novembre: sciopero generale

Proponiamo di seguito una rassegna di approfondimento verso lo sciopero generale del 29 novembre a partire dalle voci collezionate durante la settimana informativa di Radio Blackout

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Un rito meneghino per l’edilizia

Sul quotidiano del giorno 7 novembre, compare un suo ultimo aggiornamento sotto il titolo “Il Salva-città. Un emendamento di FdI, chiesto dal sindaco Sala, ferma i pm e dà carta bianca per il futuro”.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

La parabola della salute in Italia

È un potente monito in difesa del Servizio sanitario nazionale quello che viene dall’ultimo libro di Chiara Giorgi, Salute per tutti. Storia della sanità in Italia dal dopoguerra a oggi (Laterza, 2024). di Francesco Pallante, da Volere la Luna Un monito che non si limita al pur fondamentale ambito del diritto alla salute, ma denuncia […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Cuba: blackout ed embargo

Cuba attraversa la sua maggiore crisi energetica, con la pratica totalità dell’isola e con 10 su 11 milioni di abitanti privati di elettricità.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Movimento No Base: Fermarla è possibile. Prepariamoci a difendere la nostra terra!

Da mesi le iniziative e le mobilitazioni contro il progetto strategico di mega hub militare sul territorio pisano si moltiplicano in un contesto di escalation bellica in cui il Governo intende andare avanti per la realizzazione del progetto di base militare.

Immagine di copertina per il post
Antifascismo & Nuove Destre

25 Aprile 2024: appunti di lotta dalla piazza di Milano

Condividiamo di seguito la cronaca della giornata del 25 aprile milanese e le indicazioni di lotta che arrivano da questa piazza, tutta a sostegno della resistenza Palestinese.

Immagine di copertina per il post
Antifascismo & Nuove Destre

Il significato conteso del 25 aprile di fronte al genocidio. Spinte e possibilità.

Le iniziative ufficiali del 24 e 25 aprile di quest’anno sono state la dimostrazione della separatezza che intercorre tra il sinistro antifascismo istituzionale e quello quotidiano di chi non si rifugia in un’identità stantia priva di sostanza e attinenza alla realtà.

Immagine di copertina per il post
Antifascismo & Nuove Destre

Puntata speciale 25 aprile: resistenze di ieri e di oggi.

In questa puntata del 25 aprile dell’informazione di Blackout abbiamo voluto sottolineare il legame forte e prioritario che ha la resistenza palestinese oggi con le possibilità che si aprono anche alle nostre latitudini.

Immagine di copertina per il post
Storia di Classe

A Paolo Borri, detto Pablo.

Breve storia di un partigiano comunista internazionalista, Paolo Borri detto Pablo.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Milano: 25 Aprile con la resistenza palestinese

Milano – Per un 25 Aprile con la Palestina, Piazza Duomo h. 13:30.
La Resistenza non è soltanto memoria, ma è oggi. Palestina libera!

Immagine di copertina per il post
Antifascismo & Nuove Destre

Contro fascismo, sessismo, razzismo e guerra. Ora e sempre resistenza! Siamo sempre qua.

La facciata del centro sociale Askatasuna assume una nuova veste. In un presente senza storia rimettiamo al centro la Storia di ieri per guardare in avanti, in una prospettiva in cui c’è bisogno di tutta la capacità, le forze, le intelligenze di ognuno e ognuna per produrre trasformazioni .

Immagine di copertina per il post
Antifascismo & Nuove Destre

Torino: 25 aprile, cariche contro chi contesta la NATO

Ieri sera, durante la fiaccolata organizzata dal Comune di Torino in occasione del 25 aprile, davanti alla presenza di alcune bandiere della Nato, lo spezzone giovanile ha ribadito l’inaccettabilità della loro presenza all’interno della manifestazione per la Liberazione.

Immagine di copertina per il post
Culture

25 aprile 1945 – 2023: Guerra di liberazione nazionale, civile e di classe. L’archivio resistente di Radio Onda d’Urto

Radio Onda d’Urto riprende dai propri archivi e dall’attualità una serie di trasmissioni per fornire un approfondimento analitico, non retorico né edulcorato, della Resistenza intesa come intreccio di tre guerre.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Lecco: Condannato delegato sindacale per aver denunciato i guasti della malasanità

Il Tribunale di Lecco ha condannato a 8 mesi di reclusione Francesco Scorzelli delegato sindacale dell’ USB Unione Sindacale Di Base. Aveva denunciato su Facebook e non solo all’inizio della pandemia di Covid-19 la disastrosa situazione della Sanità lombarda – nello specifico della ASST di Lecco – accusando l’operato di una dirigenza manifestamente e volutamente […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Resistenza ucraina?

In occasione del 25 aprile quest’anno un dibattito si impone. Il tema è ovviamente riguarda i possibili accostamenti tra quello che è accaduto in Italia tra il 1943 e il 1945 e quello che sta accadendo in Ucraina a seguito dell’abominevole aggressione russa. Di Valerio Romitelli per Machina Deriveapprodi L’Anpi dichiarandosi contro l’invio di armi […]