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Anomalia è…socialità e cultura altra

Sin dall’inizio, nel Novembre 2009, era chiara la volontà del gruppo di studenti e precari che avevano occupato l’ex consorzio agrario, oggi Anomalia, di destinarne gli spazi alla trasformazione di sogni e bisogni in realtà, e di farlo da subito

 

E così nella sala proiezioni o nell’area dibattiti, giù nella zona concerti o al primo piano tra i vari laboratori artistici, nell’area studio o in quella teatrale non è passato giorno senza che Anomalia abbia saputo essere per la città uno stimolo ed un’occasione. Gruppi che hanno fatto la storia della musica e giovani musicisti alle loro prime esperienze, rassegne cinematografiche attente agli sguardi dei nuovi cineasti ed ai capolavori senza tempo, ai documentari e a tutte le pellicole incentrate sulla condizione precaria e sul disagio esistenziale e sociale delle nuove generazioni, preferendo sempre le produzioni estranee ai circuiti di distribuzioni delle grandi major cinematografiche. Spazi dedicati a chi è stato interessato ad avviare percorsi e laboratori musicali, teatrali e artistici in genere, con l’offerta di luoghi utili alla libera circolazione e produzione dei saperi. Infine le numerosissime occasioni in cui autori, scienziati, studiosi ed intellettuali hanno presentato opere o partecipato a dibattiti e conferenze stimolando il dibattito cittadino. Ed in tutti questi frangenti la capacità di offrire momenti di socialità liberi dall’imperante ideologia del profitto e dai modelli culturali decerebrati ed omologanti  promossi dall’industria culturale.

Anomalia ha saputo essere una voce altra, autonoma e configgente. Capace di produrre ricchezza culturale non omologabile, non compatibile e valorizzabile nei circuiti tradizionali del sapere. Anomalia ha anche portato con se una enorme capacità di contagio e contaminazione nella metropoli, riuscendo a far sì che i linguaggi, i saperi le  conoscenze che (anche) in lei si sono prodotti riuscissero ad avere eco e a produrre effetti nell’intera città.

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