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Blitz dei lavoratori degli appalti ferroviari in tutta italia!

La crisi infatti inizia a mordere, e anche nel comparto ferroviario iniziano a manifestarsi i primi malumori che vengono proprio da una delle categorie meno garantite di questo settore.

Cosa sta succedendo?

Molti lavoratori degli appalti ferroviari sono stati licenziati da Trenitalia in diverse città. Gli appalti saranno affidati ad altre ditte. La richiesta dei licenziati consiste in un riassorbimento dentro la nuova azienda appaltatrice.

Il 9 dicembre i lavoratori a rischio licenziamento hanno dato vita in tutta Italia a una serie di iniziative tutt’altro che simboliche, con l’obbiettivo di riuscire a farsi sentire e a catalizzare l’attenzione sulla loro vicenda.

A Torino un gruppo di lavoratori della ex Wagon Lits hanno bloccato il treno Freccia Rossa diretto a Milano e sono saliti sulle torri faro della stazione. Anche a Napoli ed a Messina i lavoratori hanno bloccato la stazione. Nel capoluogo lombardo inoltre i lavoratori hanno esposto da una delle torri della stazione striscioni e bandiere. A Roma infine alcune centinaia di lavoratori hanno bloccato il traffico in Piazza della Croce Rossa.

Insomma la politica scellerata del Dott. Moretti (a.d. Trenitalia) inizia a farsi sentire sulle spalle dei lavoratori, e si è già ampiamente manifestata su quelle degli utenti. Una politica che parla di un trasporto sempre più selettivo all’insegna del risparmio dell’azienda, che valorizza i treni ad alta velocità e manda in malora tutte quelle tratte con un prezzo più moderato ed accessibile. Gli orari dei treni pendolari vengono continuamente ridotti di mese in mese, e le lunghe tratte da nord a sud e viceversa sono state più volte mutilate e sostituite per costringere l’utenza a servirsi dei freccia rossa, argento, bianca ecc ecc… Viaggiare, o semplicemente anche solo tornare dai familiari, dagli amici, o per lavoro sta diventando una cosa esclusivamente da ricchi. Chi ha i soldi viaggia con tutti i comfort, chi no nei carri bestiame, quando va bene!

E proprio mentre in Val di Susa si vogliono spendere 20 miliardi di euro per un’opera totalmente inutile le ferrovie italiane cadono a pezzi, i lavoratori subiscono pressioni e licenziamenti, i costi aumentano e il servizio è sempre più scadente. Mentre vogliono stuprare la Valle con il super-treno veloce (che come si è visto dai disastri in mezz’Italia così super non è), tagliano pensioni, aumentano l’Iva e cercano di far pagare la crisi ai ceti più bassi.

Caro Moretti, le tue stazioni, i tuoi treni sono sempre più pieni di gente infuriata, chissà che non facciano come il macchinista di Guccini?

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