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Le proteste dei ferrovieri SNCF e tecnici teatrali infiammano la Francia

Da più di una settimana continua lo sciopero dei ferrovieri che ha paralizzato tutta la Francia con un’intensità particolare di mobilitazioni nel sud, ovest e nella capitale.

Treni soppressi, scioperi, cortei, assemblee e presidi stanno impegnando il personale di SNCF (Società nazionale delle ferrovie francesi), il quale sta combattendo una battaglia cruciale. Per comprendere meglio i motivi di questa lotta molto determinata sono necessarie alcune osservazioni storiche. Durante il governo socialista di Jospin (1997-2002), il ministro dei trasporti, Jean-Claude Gayssot, appartenente in teoria al Partito Comunista Francese, scinde in due parti la società SCNF: una prima società che rimane pubblica e responsabile dei vagoni e dei treni e l’altra società, RFF, che gestisce l’infrastruttura ferroviaria francese, garantendo la manutenzione e valorizzazione delle strade ferrate. Essendo una struttura giuridicamente indipendente da SNCF, la RFF è aperta anche a gestori e investitori privati, permettendo loro di sfruttare i binari pubblici per usi privati. Inoltre la RFF non è stata affatto in grado di garantire la manutenzione dei binari, dato che ha determinato un grave calo della qualità del servizio, rallentando il flusso del traffico, compresi i treni TAV, i quali viaggiano a velocità ridotta. Così due anni fa è stato studiato un piano di cinque anni di ristrutturazione e manutenzione delle rotaie, ma nel mentre la RFF è fallita, nonostante (o proprio a causa?) la spietata privatizzazione. Ora la ricetta del governo francese non va nella direzione più logica, ovvero quella di creare un’unica società pubblica che inglobi la fallita RFF, bensì propone di risanare la fallita RFF e creare una terza società, la quale dovrà coordinare le altre due. Una complicazione, oltre allo sperpero di denaro pubblico per estinguere i debiti della RFF, che penalizza anche i dipendenti. I ferrovieri hanno preso le strade e hanno indetto scioperi con la conseguente soppressione dei treni, proprio perché si oppongono alla creazione di una terza società, visto anche il suo carattere misto tra pubblico e privato, che comporterebbe 3 statuti dei lavoratori differenti che mirano a peggiorare le condizioni lavorative. I nuovi codici del lavoro infatti prevedono orari più lunghi, meno ferie e allo stesso tempo di durata ridotta, meno tutela e sicurezza sul lavoro, oltre all’ulteriore apertura alla concorrenza.

Merita qualche nota anche il ruolo che giocano i media, i quali tentano in tutti i modi di colpevolizzare, denigrare e banalizzare le ragioni della lotta intrapresa. Sin dai primi giorni i giornali e le trasmissioni TV hanno criminalizzato le mobilitazioni, affermando che i lavoratori stanno utilizzando un pretesto per scioperare, che ogni scusa è buona per non lavorare, mentre i treni soppressi causano gravissime conseguenze, soprattutto, i lavoratori della SNCF mettono a repentaglio il futuro di migliaia di giovani che hanno difficoltà a raggiungere le sedi per sostenere gli esami della maturità. Un’accusa ignobile e falsa, visto che il minimo del servizio è comunque garantito. Un’infamia che è stata smentita dalle stesse associazioni studentesche come Mouvement inter lycéen, il quale ha denunciato come il governo e la direzione della SNCF strumentalizzi gli esami della maturità per screditare la mobilitazione dei ferrovieri.

In parallelo, da una settimana si è aperta anche la vertenza dei tecnici e dei dipendenti teatrali, la maggior parte dei quali ha contratti di lavoro intermittente o a tempo determinato. Se all’inizio della mobilitazione i lavoratori si sono battuti contro l’approvazione dell’accordo che prevede una drastica riduzione per il calcolo dell’indennizzo, un accordo che è stato firmato a sorpresa dai soliti sindacati gialli, attualmente i lavoratori hanno ingaggiato una dura battaglia affinché quest’accordo non diventi legge. In quest’ottica, i tecnici e i dipendenti minacciano di bloccare tutti i festival teatrali in programma, compreso quello famosissimo di Avignon che attira nel mese di luglio diverse decine di migliaia di turisti.

Ieri in più città della Francia i ferrovieri hanno organizzato cortei per ribadire ancora una volta alla direzione della SNCF, la quale tenta in tutti i modi di screditare la mobilitazione portata avanti, che non sono disposti a fare una passo indietro. A Parigi i ferrovieri hanno raggiunto in corteo selvaggio i tecnici del teatro davanti al Palais Royal, sede del Consiglio di Stato. Anche oggi è in corso una grande e determinata mobilitazione, la quale ha unito le due vertenze: diverse centinaia di lavoratori sono partiti dalle varie stazioni ferroviarie della capitale e si sono ricongiunte in piazza des Invalides, dove si contavano più di due mila persone. I manifestanti erano determinati ad andare a presidiare l’Assemblea Nazionale ma sotto il Ministero degli Esteri l’imponente schieramento dei CRS ha caricato il corteo, manganellando e sparando lacrimogeni e granate stordenti. In seguito il corteo si è spostato alla stazione Montparnasse dove è stato improvvisato un blocco dei binari, da lì i manifestanti sono ripartiti in corteo e hanno bloccato boulevard Pasteur.

 

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