Bologna, nulla di fatto all’incontro in Prefettura sulla vertenza SDA..la lotta prosegue!
Al termine di oltre tre ore di tavolo la firma non c’è stata, palesando la volontà padronale di non cedere alla sacrosante motivazioni operaie espresse nella lotta e al contempo mostrando il timore nel confronto con chi si organizza aldilà dei sindacati concertativi. Quale il motivo di questa fumata nera? Ripercorriamo i fatti con le voci di alcuni operai in lotta [l’articolo prosegue più sotto]
Dopo lo sciopero a oltranza con il blocco durato a fasi alterne negli scorsi giorni, con epicentro a Bologna e articolato in altre città come Milano, Napoli, Brescia, Firenze, Roma, i SiCobas ottengono la firma di un contratto di secondo livello (che integra e migliora quello nazionale CCNL logistica e trasporti a firma confederali del 2013) tra i più importanti corrieri logistici della associazione padronale Fedit, ossia Tnt,Gls, Bartolini e Sda, e catalizzando così un percorso serrato di lotte durato anni. Un accordo a suo modo “storico”, perchè va a negare la possibilità di licenziare la manodopera subentrata tramite il sistema dell’appalto, quasi sempre di tipo cooperativista.
Un passaggio determinato dalle lotte dunque, che ha visto l’emersione di un nodo politico molto forte proprio all’SDA, laddove il padronato si è impegnato nel far rispettare l’accordo alle cooperative, ma sostanzialmente sta giocando la carta di non riconoscere il SI.Cobas come organizzazione all’interno di questo passaggio, “nominando” contestualmente CislPoste quale sindacato “garante” di questa modifica.
Un tiro mancino dell’azienda, che sposta la partita più in alto del livello esclusivamente vertenziale, ponendolo su quello del riconoscimento formale di un sindacato come il SiCobas, con la sua capacità di lotta, di fronte a un colosso privato che porta con sè la contraddizione di vedere come proprietario al 100% il Ministero del Tesoro (essendo SDA del Gruppo Poste Italiane).
E’ in quest’ottica che la lotta all’SDA si iscrive all’interno di un contesto più grande, dato che a monte c’è l’intento di una ristrutturazione complessiva di Poste Italiane, da smantellare e privatizzare, che prevede come ricetta fondamentale il licenziamento in blocco, la precarizzazione e il peggioramento retributivo e qualitativo dei posti di lavoro).
E’ chiaro quindi quanto l’ incontro in Prefettura a Bologna di questo pomeriggio fosse importante, in commisurazione anche della possibilità di lottare in maniera autodeterminata e portare il conflitto non solo all’SDA, ma in un contesto ben più generalizzato di attacco alle condizioni di lavoro di centinaia di operai impiegati in fondamentali comparti produttivi.
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Il tutto mentre all’esterno il presidio dei facchini si scioglieva rilanciando contestualmente prossime giornate di azione su una vertenza che ha mostrato nei numeri e nella vivacità la possibilità di potersi rivelare incisiva e duratura.
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