Bologna: nuova autoriduzione alla mostra di Escher
Senza la paura di ricadere in vuote retoriche, possiamo definire la seconda autoriduzione alla mostra di Escher a Palazzo Albergati un ulteriore successo e passo avanti della campagna “Spazio agli Studenti”. Per la seconda volta, decine e decine di giovani sono entrati all’interno della mostra al dignitoso prezzo di 3€ anziché 13.
Per la seconda volta, infatti, gli studenti e le studentesse hanno dimostrato che una soluzione concreta ed effettiva al problema del caro cultura c’è, esiste, si chiama autoriduzione. Per la seconda volta abbiamo dimostrato che riappropriarsi di qualcosa da cui ci vorrebbero estromessi ed emarginati è possibile.
Per l’ennesima volta abbiamo dimostrato come oramai l’autoriduzione, se organizzata, sia una pratica che si va gradualmente consolidando tra gli studenti, portando così a soluzioni tangibili per l’accesso ai bisogni. In un centinaio ci siamo diretti da piazza Verdi verso Palazzo Albergati con un lungo corteo che ha portato la nostra voce e le nostre rivendicazioni all’interno di uno dei tanti luoghi ove avviene una netta esclusione tra chi può ancora permettersi di accedere alle manifestazioni culturali e chi, invece, stretto dalla morsa di un Governo e di un’università che tagliano fondi al welfare e dimezzano i servizi per gli studenti, preferisce rinunciare alla fruizione di questi eventi.
Rivendicazioni e pratiche di lotta che questa volta hanno messo a segno un’ulteriore vittoria all’interno del lunedì universitario promosso dall’Arthemisia Group (organizzatrice della mostra) per dire che anche 8€ son troppi e li autoriduciamo! In questo periodo vediamo come l’UniBo preferisca destinare milioni e milioni (si parla di circa 70) in investimenti per grandi (e inutili) opere come quella del progetto Staveco, invece di destinare questi fondi per soddisfare i bisogni e le esigenze dei suoi studenti e delle sue studentesse.
Noi chiediamo spazi, servizi accessibili a tutti e tempi di vita liberi dai ritmi frenetici imposti dall’università-azienda e, se essa non vorrà concederceli, ce li riprenderemo a suon di autoriduzioni in mensa, a teatro, nei musei, e di riappropriazioni di spazi universitari!!”
#SpazioAgliStudenti!
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