Bologna, occupazione e sgombero immediato: proliferano i momenti di lotta in città!
La Rete Eat The Rich, impegnata da tempo in pratiche di mutualismo e autorganizzazione dedite principalmente a una alimentazione sostenibile, a chilometro zero e alla portata di tutti, si è resa protagonista alle prime luci dell’alba di una occupazione di uno stabile vuoto in pieno centro città.
La risposta della questura è stata tempestiva, con la celere accorsa sul posto nemmeno un ora e mezza dopo e solerte nello sgomberare gli attivisti e le attiviste, dopo che aveva già mostrato il pugno duro nei confronti degli stessi il 7 Maggio scorso in occasione di una occupazione simbolica dell’ ufficio-vendite Unicum (della Trilogia Navile) che aveva lo scopo di denunciare i processi di speculazione nel quartiere e le plurime nocività dell’Expo.
Lo sgombero di stamattina, che ha visto all’opera due reparti celere, non ha segnato la conclusione dell’iniziativa di lotta che vede tra l’altro alle 18 un happening culturale con reading dei Wu Ming.
Diverse le realtà di lotta cittadine che non hanno mancato di esprimere immediatamente la loro solidarietà a fronte di quanto accaduto, tra cui il Collettivo Autonomo Studentesco, il Collettivo Universitario Autonomo e Social Log.
Come dicevamo, l’iniziativa della Rete Eat The Rich si inscrive in una fitta serie di momenti di lotta, a partire dall’occupazione socio-abitativa di ieri in via Emilia Levante 10: un residence sottratto all’abbandono e all’incuria dal Collettivo Internazionale Migranti, Rifugiati e Sans-Papier, che è stato occupato da oltre 150 persone, in primis famiglie e rifugiati.
Una ulteriore occupazione abitativa si aggiunge dunque in città, dopo quella degli studenti e dei precari di “La Rage” in via Zago dello scorso 11 Maggio.
La Bologna meticcia e delle lotte sociali vede un fiorire di iniziative che parlano di riappropriazione e autorecupero dello sfitto, di resistenza quotidiana agli sfratti e agli sgomberi sollecitati dalla Procura, nonché di imminenti autoriduzioni e iniziative di autogestione nel centro universitario e oltre, testimonianza di una continuità che merita di essere sottolineata e che rappresenta un buon preambolo per le lotte a venire in un contesto urbano che entra in una profonda quanto brusca fase di ristrutturazione e metropolitanizzazione che coinvolge in primis i quartieri popolari e ampie fasce di non garantiti e sfruttati.
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