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Catania: occupazione del comitato Casa x Tutti

Un’emergenza fino ad ora taciuta dall’amministrazione Bianco, impelagata nella gestione del capoluogo catanese, attraversato in questi giorni anche dal corteo dei lavoratori delle Acciaierie Sicilia, a rischio licenziamento, come riportato dalla stampa locale.

I nuclei familiari del Comitato hanno avviato da tempo un percorso di lotta all’interno di cui si inserisce il “blitz” di questa mattina. Un percorso che li ha visti prendere di mira sia l’Istituto Autonomo Case Popolari che il Comune, a più riprese.

Come riportato direttamente dai militanti del Comitato, gli sfratti esecutivi emessi a Catania nel 2015 sono ben 615, condannando alla miseria oltre 60 famiglie al mese; sono invece oltre 13000 i richiedenti un alloggio popolare, a fronte di 6000 nuclei inseriti nella graduatoria cogestita da IACP e Comune.

Numeri record per un’emergenza record. Il Comitato ha sottolineato come le lungaggini burocratiche e la lentezza dell’amministrazione nell’alleviare il disagio sociale che comporta l’essere privati del diritto alla casa, sia oramai del tutto inaccettabile. Come inaccettabili sono le risposte e le iniziative delle istituzioni. Apprendiamo infatti sempre dal Comitato come nessun contributo per morosità incolpevole sia stato erogato nel 2014. E i dati per il 2015 non aprono spiragli di speranza per le migliaia di famiglie colpite. Nessuna progettazione a breve e medio periodo, solo sul lungo termine, con la promessa di 144 alloggi che “dovrebbero” essere pronti per il 2017. Ad oggi, gli unici in procinto di essere assegnati sono 16, ma non prima del gennaio prossimo.

Insomma un quadro fin troppo noto che ha spinto il Comitato Casa X Tutti ad organizzarsi e stimolare sia una riflessione sul tema, sia una pratica conflittuale concreta con obiettivi chiari e specifici.

Obiettivi tra cui: la pretesa di maggiore trasparenza sui bilanci e progetti dell’ufficio casa, sullo stato degli immobili adibiti ad alloggi popolari; l’apertura di un tavolo di discussione con il direttore dell’Ufficio occupato questa mattina, con l’assessore al Welfare e l’assessore al Patrimonio, per una risoluzione efficace e immediata di uno stato emergenziale che rifugga le complicazioni istituzionali, di qualunque natura esse siano. In particolare quelle legate ad una gestione speculativa che oramai pare essere paradigmatica della governance dei nostri territori.

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