Commento: Una dicotomia che rafforza l’ordine costituito
Continuiamo a pubblicare i materiali che abbiamo ricevuto per la rubrica Green Passion. Il testo che segue ci è stato mandato da un lettore e si relaziona con il contributo che abbiamo riportato ieri, “I no-vax devono morire (e dopo di loro gli altri). Estremismo di centro e marginalizzazione del conflitto”, proponendo un altro punto di vista… Buona lettura!
Di Granieri Nicolò
Nell’articolo “I no-vax devono morire (e dopo di loro gli altri). Estremismo di centro e marginalizzazione del conflitto” ospitato sul vostro sito ho letto spunti interessanti ma mi sembra che la dinamica qui sia letta al contrario rispetto a come invece opererebbe socialmente, antropologicamente e politicamente. Non mi pare che dietro queste piazze ci siano proprio dei semplici cittadini sgangherati e impreparati, ma proprio la destra e proprio quella più estremista. Come dimenticare i cartelloni alle manifestazioni di Roma anti vaccino e no Mask che nascondevano i manifesti di Fratelli d’Italia o CasaPound e elementi di spicco del movimento Forza Nuova tra cui un Giuliano Castellino sceso in piazza insieme ad altri noti camerati. Non si può negare che il fenomeno No Vax, No Mask, No Green Pass in Italia, come spesso anche nel resto mondo, sia stato cavalcato sia dalle destre estremiste e non, sia da persone estranee alle file cameratesche e più vicini alla New Age e ai rimedi naturali e meditativi che propongono di volta in volta i santoni di turno…
Se da un lato è vero che non si possa liquidare la contestazione, qualunque essa sia, con due righe di condanna come spesso è accaduto è pure vero che andrebbe ridata la giusta lettura e dimensione a questi fenomeni. I media di governo hanno sovrarappresentato questo virus terribile soprattutto in questo ultimo anno sia in termini virali che epidemiologici e ciò ha sicuramente aperto ad una facilitazione e velocizzazione di dinamiche repressive e di controllo che avrebbero magari trovato lo stesso applicazione se pur più lentamente e con maggiori pressioni e resistenze sociali. Una delle questioni che ha facilitato e faciliterà in futuro possibili altre applicazioni e leggi repressive è questo cavallo di Troia creato grazie ad un evento che ha sconvolto il corso delle nostre vite ormai da anni: il COVID che ancora ci ostiniamo a chiamare con un nome fuorviante e anti scientifico anziché chiamarlo con il nome dal punto di vista medico più consono alla patologia che è SARS, magari corredato dalla specifica a seconda della variante. Sembra questo un problema del tutto irrilevante ma anche le parole che vengono usate spesso invece sono funzionali alla rappresentazione del potere o alla gestione politica e sociale che si fa di un evento o di noi stessi e della comunità tutta. Ad esempio se si fosse dall’ inizio chiamata propriamente SARS saremmo stati tutti più preparati nell’affrontarla, per primi i medici e il personale sanitario che avendo già avuto esperienza analoghe in passato avrebbero saputo destreggiarsi e non farsi cogliere impreparati.
Ecco che in questo quadro ci appare chiaro che questi movimenti seppur pongono un problema e appaiono antiestablishment e antisistema invece distruggono o comunque minano la credibilità della controinformazione, della resistenza e dell’antagonismo più genuino, preparato, quello che mette veramente paura sia ai progressisti che ai conseravatori di un centro che ormai si sposta sempre di più a destra e sempre meno a sinistra. Se da un lato bisogna stare attenti a condannare senza se e senza ma tutti questi movimenti e non cadere nella trappola che siano la maggioranza o che sembrano avere un presa maggiore di ciò che in realtà hanno, dall’altro bisognerebbe anche temere il rischio oggettivo e palpabile che questi fenomeni abbiano un ruolo che le destre e chi le governa hanno già fiutato da tempo, ovvero quello di ridurre le tensioni sociali e i conflitti ad una dicotomia spaventosamente censorea e totalitaria, essendo note a tutti le piazze di complottisti dell’ ultim’ora, santoni, personaggi folkloristici, ex comici, dottori prestati all imprenditoria, avvocati che mantengono in vita un teatrino culturalmente indecente che dà adito e rafforza un capillare controllo di chi detiene le leve del potere, dei media e quindi l’opinione pubblica. Automaticamente si traccia una linea netta tra una realtà ufficiale degna dei migliori rappresentati ben vestiti e ben studiati e quelli del dissenso sgangherato da pagina rosa o nera che sia, da teatrino grottesco per cui è facile così fare di tutta l’erba un fascio e gettare insieme al terrapiattista o al curatore che usa pietre miracolose anche chi da sempre si batte e resiste per portare alla luce un’altra verità rispetto a quella ufficiale totalizzante e dicotomizzante. Così chi sostiene i brevetti pubblici o punta il dito verso chi ha tagliato i fondi alla sanità, o verso come vengono gestiti, passa quasi inosservato, “complotti” che spesso sono reali per quanto riguarda l’azione dei governi, ma troppo poco assurdi da credere per chi invece si ciba delle menzogne che circolano e che vanno ad alimentare una dicotomizzazione che finisce sempre per fare il gioco e rafforzare il solito ordine precostituito.
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