Confindustria e sindacati si lamentano ma la crisi la paga il paese
Quello che è emerso da questo incontro è principalmente che dovremmo aspettarci un cambio repentino della manovra già varata, con una manovra ancora più pesante, ma sopratutto l’ennesimo attacco a quei principi che regolamentano, un minimo, lo stato sociale di questo paese, andando a colpire nuovamente il mondo del lavoro e tutto quello che comporta l’aspetto sociale del nostro paese, tralasciando tutte quelle manovre che andrebbero ad intaccare i soliti noti: solo i tanti tagli richiesti a gran voce – da parte padronale – alla politica italiana.
Piuttosto, quel che risalta sono le solite dichiarazioni di chi rimane deluso da questi tipi d’incontri, difatti se da una parte confindustria dice che il governo non ha dato risposte e ribadisce la propria indipendenza per quanto riguarda le modifiche nel mondo del lavoro, dall’altra ci sono sindacati che ribadiscono l’imperativo di una manovra equa, su tutti la solita Cgil che con una voce un po’ più ‘cattiva’ torna ad affermare che se pagheranno i soliti noti, partiranno mobilitazioni.
É evidente che questa classe dirigenziale continua a prendere per il culo italiani e italiane perché nessuno ‘crede’ più a una confindustria che fa sempre e solo i propri interessi di corporazione (che illusi coloro che si aspettano il contrario!), consapevole che prima o poi il governo andrà verso le sue richieste. La gente è stanca delle solite dichiarazioni di mobilitazioni della Cgil, mobilitazioni rimaste a semplici passeggiate per le città, con le solite dichiarazioni dal palco da parte di una classe sindacale che legata alla propria poltrona ha palesemente dimenticato cosa vuole dire lavorare, faticare, resistere.
Se mobilitazioni ci devo essere, che queste siano reali strumenti di sciopero, blocco, rottura. Lo vediamo nel resto dell’Europa e del mondo: non si tratta di delinquenza, come ci vogliono far credere i politici di turno e i media compiacenti, ma di genuino disagio sociale che sfocia i rabbia, una rabbia capace di mettere in ginocchio interi paesi, paesi che pur di non cambiare l’architettura del loro sistema di potere, reprimono, sparano e uccidono in nome della legalità.
Continua ad essere tempo di que se vayan todos, quantomai nel nostro paese.
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