COVID-19: ALZANO LOMBARDO, PRIMI INDAGATI PER LA MANCATA CHIUSURA DELL’OSPEDALE
Ci sarebbero i primi due indagati nell’inchiesta della procura di Bergamo sulla gestione del pronto soccorso di Alzano Lombardo che il 23 febbraio scorso – dopo la scoperta dei primi due casi di Coronavirus – venne chiuso e poi riaperto nel giro di sole 3 ore . Lo riferisce il Corriere della Sera, precisando che l’identità delle persone sotto inchiesta non è nota e che per il momento nessun dirigente e nessun medico dell’Azienda socio sanitaria territoriale di Seriate, competente su Alzano, avrebbe ricevuto avvisi di garanzia. Le accuse contestate sarebbero epidemia colposa e omicidio colposo.
C’è poi il fronte dell’inchiesta che riguarda la mancata istituzione di una zona rossa ad Alzano e Nembro, due comuni della Bassa Val Seriana dove si svilupparono i focolai del contagio. I familiari delle vittime da Covid-19 hanno chiesto un incontro con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in programma a Bergamo il prossimo 28 giugno, che sono già andati davanti alla Procura per presentare le prime 50 denunce per avere “verità e giustizia” per i loro cari. I rappresentanti del comitato “Noi denunciamo” hanno in preparazione almeno altri 200 esposti “non contro i sanitari che hanno fatto il possibile ma contro i politici che non hanno fatto altro che raccontare bugie”. Tra essi i fratelli Pietro e Diego Federici, bergamaschi, che nel giro di quattro giorni hanno perso il padre e la madre a causa del Coronavirus: “Non ha funzionato niente, dalla comunicazione con gli ospedali alle cure”.
L’approfondimento con la giornalista freelance Francesca Nava che ha appena pubblicato con TPI insieme ad altri giornalisti un instant book per mondadori dal titolo Epidemia Colposa? Le verità nascoste sulla mancata zona rossa in Val Seriana. Ascolta o Scarica.
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