InfoAut
Immagine di copertina per il post

Dada a Oristano. Piano pandemico, secondo episodio

||||

Se a qualcuno fosse sfuggito, ricordiamo che la Costituzione e l’Ordinamento Penitenziario prevedono che le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato.

Che il trattamento dei detenuti  deve essere integrato da un’azione di assistenza alle loro famiglie, tale azione è rivolta anche a conservare e migliorare la relazione dei soggetti con i familiari e a rimuovere le difficoltà che possono ostacolare il reinserimento sociale.

A questo proposito le regole europee prevedono che la vita in carcere deve essere il più vicino possibile agli aspetti positivi della vita nella società libera. Che i detenuti devono essere autorizzati a comunicare il più frequentemente possibile con la famiglia, con terze persone, con rappresentanti di organismi esterni e a ricevere visite da dette persone.

Che le modalità delle visite devono permettere ai detenuti di mantenere e sviluppare relazioni il più possibile normali.

In questo senso si dovrebbero giustificare le nuove misure di sicurezza previste nell’ineffabile piano pandemico adottato dalla casa di reclusione di Oristano.

Sotto il regime di Covid si è costretti ad accettare condizioni di vita inimmaginabili fino a qualche mese prima. Per alcuni le nuove norme sono comprensibili e adeguate ad affrontare il pericolo virale, per altri rappresentano un’insopportabile forma di controllo sociale.

Da non dimenticare i soliti saggi che ci ricordano come la gisuta misura è sempre la via di mezzo.

Non si tratta di disquisire su ragioni tanto dibattute e suppostamente ponderate. Ci prendiamo però il diritto di dire che una comunità che si aggrappa all’assoluta assenza di rischio, rinunciando al libero arbitrio, è senz’altro decadente.

Il virus fa furore nei media globali, ma non si parla d’altro che di ovvi effetti, di origini più o meno fittizie, spesso fantasiose. Sorprende invece l’assenza di dibattito sulle cause reali della pandemia, che porterebbero inevitabilmente a rivedere il sistema di produzione capitalistico che ha raggiunto l’apice dell’oscenità. In ogni caso opportuno o non, se ci sono misure di sicurezza legiferate, queste non possono essere interpretate in forma discriminatoria.

Devono pertanto valere nella stessa misura tanto per il libero cittadino quanto per i reclusi.

E’ dettato costituzionalmente, non può essere ignorato nemmeno da quei giustizialisti che dell’ignoranza ne fanno una dottrina, salvo poi ravvedersi quando dietro le sbarre ci capitano loro stessi o un parente.

C’è stato il periodo in cui la segregazione (lockdown) ha drasticamente limitato la libertà di movimento dei cittadini con i disagi che conosciamo. Nello stesso tempo i detenuti sono stati privati dei colloqui con i familiari, avvocati, magistrati, e qualsiasi altra istanza esterna. Perfino il servizio sanitario fu ridotto ai minimi termini. Mentre fuori si adottavano alcune misure per contrastare il virus, in carcere erano proibiti guati e mascherine, inesistenti, test o tamponi.

Prima di concedere telefonate e videochiamate di mezzora alla settimana, ci furono varie ribellioni, dove ben tredici detenuti persero la vita. Se fosse successo fuori si sarebbe detta strage, ma trattandosi di semplici detenuti non se ne è più parlato.

Poi fu la fase due e anche la tre e divenne impossibile impedire ai cittadini la libertà di movimento per ricongiungersi, tra l’altro, con le persone care. Sotto pressione per la manifesta cattiva gestione, l’amministrazione penitenziaria dovette prendere alcune misure. Ci fu una circolare dove si avvisava la popolazione detenuta, che le famiglie residenti nella regione avrebbero potuto visitare il parente recluso per un’ora alla settimana e un solo familiare alla volta. Una disposizione che non solo esclude in partenza tutti gli AS, giacché nel carcere di Oristano e nella maggior parte degli altri nell’isola il 70% dei reclusi sono continentali e il 100% di questi  sono in regime di alta sicurezza. Insomma, sembra una disposizione fatta apposta per scoraggiare i colloqui. Anche se in seguito questa disposizione fosse applicata alle famiglie non residenti, chi affronterebbe un costoso viaggio in aereo o in nave per fare un’ora scarsa di colloquio? Se inoltre è permesso l’ingresso a un solo familiare, vuole in concreto dire che è proibito ai detenuti riabbracciare i figli minori, giacchè non è pensabile che questi vengano da soli. Fin qui siamo nell’ordine kafkiano del regime.

E’ entrando nella sala colloqui che ci accorgiamo del salto d’epoca e di stile. Sgabelli divelti e ripiantati due a due, tracce di scasso che evocano scene di guerra,vedi campi minati, tavolini rotondi sovrapposti ad altri rettangolari, gettano l‘ambiente in una sorta di caos psico-geometrico. Ma il tocco di classe si deve senz’altro alla lastra di vetro di circa 60 cm per 80, conficcata nel mezzo di ogni tavolino squadrato.

A questo punto, e senza offendere la memoria del caro Tristan Tzara e complici, non si può non rilevare lo stile inconfondibile del dadaismo puro. Dada è  rifiuto della ragione e della logica, enfatizza la stravaganza, la derisione, l’umorismo insomma. Con le nuove sale colloqui, l’amministrazione penitenziaria ci ha voluto offrire questa composizione artistica per ricordarci quanto stravaganti e irrispettose sono le autorità nei confronti dei propri cittadini reclusi. Inoltre, da rigorosi dadaisti, non potevano assolutamente creare qualcosa di utile. Difatti, a che serve un vetro piantato su un tavolino in una stanza chiusa con altri tavolini e altrettanti vetri piantati su? Visto che  ci si muove tutti nello stesso spazio e si respira la stessa aria?

E’ così che poco a poco si scopre l’ineffabile piano pandemico e con esso si rivelano i talenti nascosti in via Arenula.

Devo concludere con un P.S. perché la notizia che segue mi è arrivata in questo momento. Alla richiesta di accesso agli atti per conoscere i motivi del mio isolamento e della classificazione AS2, il ministero della giustizia risponde quanto segue:

” La documentazione richiesta rientra fra quelle sottratte al diritto di accesso, ai sensi dell’art.3 D.M. 25/01/96 n.115…”

Traduzione: a Cesare Battisti non è dato sapere perché è mantenuto in isolamento e perché è classificato AS con retroattività di 40 anni.

Il sequestro perpetrato a Santa Cruz della Sierra il 12 gennaio 2019 continua in Sardegna sotto i riflettori della giustizia italiana.

Di Cesare Battisti da Carmilla

 

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Bisognidi redazioneTag correlati:

battisticarcere

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Tubercolosi al Neruda: no alle speculazioni sulla malattia

Riprendiamo il comunicato del Comitato per il diritto alla tutela della salute e alle cure del Piemonte sulla vicenda che vede coinvolto lo Spazio Popolare Neruda.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Intelligenza artificiale: l’umanità è diventata obsoleta per i padroni?

La distopia è già qui. Negli Stati Uniti, negli ultimi giorni, una pubblicità che sembra uscita da un film di fantascienza è apparsa ovunque.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Manovra 2026: La “responsabile” Meloni, atto terzo. 

Prima di dilungarci nel merito dell’allocazione dei miserrimi 18 miliardi previsti, quattro aggettivi possono sintetizzarne il contenuto. Una manovra “responsabile”, pavida, iniqua e belligerante. 

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Difendere i padroni. Un commento sulla norma affitti brevi, l’organizzazione delle lotte e l’inasprirsi dei conflitti abitativi a Bologna

Due dirette sulla questione abitativa in Italia, tra le mistificazioni del dibattito pubblico sugli affitti brevi e l’inasprimento del conflitto sulla casa a Bologna.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Torino: lo Spazio Popolare Neruda sotto attacco: la risposta di chi abita e vive lo spazio per la tutela della salute collettiva

Da ieri i quotidiani locali a Torino hanno alimentato la bufera in merito allo Spazio Popolare Neruda dove si è verificato un caso di tubercolosi al quale è seguita un’attenta gestione per la tutela della salute collettiva, sia della comunità che vive e attraversa lo spazio, sia del quartiere e di chi lo anima con le più varie attività. 

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Il problema è il Neruda o l’assenza di prevenzione?

Questa mattina è uscita la notizia su “La Stampa” e altre testate locali riguardo alla presenza di alcuni casi di tubercolosi all’interno dello Spazio Popolare Neruda.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Chi paga il “miracolo economico” (che poi è la solita austerità) del Governo Meloni

Il prelievo fiscale è salito dal 2024 al 2025 dal 41,4% al 42,6% del Pil, toccando un picco da record a danno di milioni di contribuenti con redditi medio bassi

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Fuori dalla metropoli. Quaderno di lavoro su lotta per la casa e capitale immobiliare

Una lettura necessaria per ragionare sulla militanza e le lotte sociali fuori dai grandi conglomerati urbani.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Anan Yaeesh in sciopero della fame

Riprendiamo il comunicato pubblicato dalla campagna Free Anan e ci uniamo alla solidarietà ad Anan Yaeesh.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Palestina: 473 i componenti della Global Sumud Flotilla rapiti. Continua il viaggio della Thousand Madleens to Gaza

Sono 473 i componenti degli equipaggi della Global Sumud Flotilla rapiti in acque internazionali dalle forze occupanti dell’esercito israeliano dopo l’assalto alle imbarcazioni iniziato la sera di mercoledì 1 ottobre 2025 a meno di 70 miglia da Gaza.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Milano: convalida degli arresti ai domiciliari e divieto di andare a scuola per i due minori fermati il 22 settembre

La giudice del Tribunale per i minorenni di Milano Antonella De Simone ha convalidato gli arresti e disposto come misura cautelare i domiciliari per due studenti di un liceo milanese, un ragazzo e una ragazza di 17 anni, accusati di resistenza aggravata e danneggiamenti dopo il corteo di lunedì a Milano.

Immagine di copertina per il post
Culture

Respirando Gaza

Respiro i miei pensieri, non sono io, è un verso di Blessing Calciati, l’ho letto ieri sera ed è perciò che stanotte mi sono svegliato respirando male.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Comunicato stampa: sottoscrizione nazionale per Anan Yaeesh

Nei primi quindici giorni della campagna nazionale di sottoscrizione a sostegno del combattente per la libertà palestinese Anan Yaeesh – detenuto nel carcere di Terni e attualmente processato presso il Tribunale dell’Aquila – la solidarietà popolare ha prodotto un risultato straordinario.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Georges Ibrahim Abdallah uscirà di prigione il 25 luglio, dopo 41 anni di reclusione

Abbiamo tradotto questo testo apparso su ContreAttaque in seguito alla notizia della decisione di fare uscire dal carcere Georges Ibrahim Abdallah dopo 41 anni di reclusione ingiusta, simbolo della persecuzione e dell’attacco da parte di Stati Uniti e Israele in primis e, di conseguenza della totale complicità di uno Stato europeo come la Francia, nei confronti di un militante anti-imperialista, rivoluzionario marxista libanese.

Immagine di copertina per il post
Culture

“Carcere ai Ribell3”: Mamme in piazza per la libertà di dissenso

Presentiamo il libro “Carcere ai ribell3”, scritto dalle donne del gruppo Mamme in piazza per la libertà di dissenso. Con una delle “mamme” ripercorriamo alcune storie di compagn* e attivitst* che hanno incontrato il carcere nel loro percorso di lotta; raccontiamo delle pratiche di solidarietà portate avanti dalle “mamme” in sostegno dei/delle figli/e e delle […]

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Il Consiglio dei Ministri approva il decreto sicurezza

Blitz del governo, approvato il decreto Sicurezza, varato dal governo Meloni nel Consiglio dei ministri di ieri sera.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Ingiusta detenzione, i numeri del 2024 e la facile criminalizzazione al sud

La somma complessivamente riconosciuta nel 2024 dalle Corti di Appello italiane per riparare all’ingiusta detenzione subita da centinaia di persone ogni anno è 26,9 milioni di Euro. di Salvatore Palidda, da Osservatorio Repressione I distretti in cui si concentrano le pronunce di ingiusta detenzione sono quelle di Napoli, Reggio Calabria, Catanzaro e Roma. Si conferma quindi la […]