InfoAut
Immagine di copertina per il post

Dopo l’aggressione ai facchini S.I.Cobas: Piacenza come laboratorio della “lotta di classe dall’alto”.


Partiamo dalla cronaca. Nella notte fra il 22 e il 23 dicembre quattro facchini iscritti al S.I.Cobas vengono aggrediti dentro il magazzino GLS di Piacenza, dove opera la cooperativa SEAM. Ad aggredirli sono loro colleghi di lavoro iscritti alla CGIL, a volto coperto e armati di spranghe e sedie metalliche. Un’aggressione particolarmente cruenta (uno dei facchini è stato per quasi un giorno in coma, ora è fuori pericolo anche se ha vistose escoriazioni a tutto il volto) che non si spiega senza fare un tuffo nel mondo della cooperazione nel facchinaggio-logistica.

Come sa chi si occupa di movimenti sociali nel nostro paese, il territorio piacentino è stato uno dei primi ad essere investito dalle mobilitazioni dei facchini a maggioranza migrante nel 2010-2011. GLS è stata una delle prime aziende coinvolte, nonché un caso. Questo perché, a fronte di una repressione dei picchetti molto dura, la vertenza venne vinta dal S.I.Cobas grazie al ricorso all’arma della solidarietà di altri magazzini (Vicenza, Padova, Bologna), che scelsero di bloccare anch’essi il lavoro in soccorso dei loro colleghi piacentini.

Da lì in avanti i facchini GLS ottennero un trattamento considerevolmente migliore per quanto riguarda la paga e soprattutto il trattamento all’interno del magazzino. Ma come sempre nella storia della classe operaia, ogni conquista è anche foriera di insidie. Un meccanismo molto banale ma sempre attuale è quello dell’opportunismo: servirsi delle organizzazioni operaie per migliorare la propria condizione ma interrompendo in un secondo momento il legame di solidarietà sviluppato con la lotta. E’ quanto si è verificato lentamente dentro GLS. Dapprima, alcuni dei delegati manifestarono atteggiamenti di spacconeria verso i colleghi. In un secondo momento, iniziarono ad esercitare funzioni di selezione dei nuovi facchini, dando corsia preferenziale ad amici e parenti (va da sé che tale facoltà è verosimilmente legata a un meccanismo di corruzione: molti lavoratori immigrati sono disposti a pagare per essere assunti).

Nonostante i numerosi episodi in cui il S.I.Cobas piacentino ha cercato di stroncare questo malcostume, esso è cresciuto sino ad arrivare a soglia critica durante la scorsa estate. Non ha quindi stupito quando, alla dichiarazione di sciopero nazionale di categoria indetto da S.I.Cobas e ADL Cobas lo scorso 30 ottobre, i facchini GLS di Piacenza si dichiararono estranei alla mobilitazione. L’indomani, portando a conclusione un lavoro evidentemente già preparato da tempo, essi passarono in blocco al sindacato CGIL, noto nell’ambiente per compiacenza e collaborazione con le parti datoriali. A fronte di 80 defezioni, a rimanere fedeli al S.I.Cobas solo un gruppo di 30 lavoratori.

I mesi successivi furono segnati, non per caso, da un costante attacco alle conquiste ottenute durante la grande mobilitazione del 2011. Turni massacranti, mancanze nelle buste paga, atteggiamento poliziesco operato dai delegati passati a CGIL convinsero non pochi facchini a ritornare sui propri passi, re-iscrivendosi al S.I.Cobas e riportando le proporzioni all’interno del magazzino in sostanziale parità. E qui arriva l’aggressione. Sarebbe facile poter dire che tale aggressione è stata “commissionata” dalla CGIL che vedeva erodere i propri consensi. Certo vi è una responsabilità politica, e probabilmente anche un “via libera” dall’alto a eventuali provocazioni, imputabile al sindacato confederale. Ma è la dinamica è un po’ più sottile di così e ci risulta difficile credere a un mandato di “violenza indiscriminata” da parte della CGIL. Lo ripetiamo: ciò non esula dalla responsabilità politica (aggravata dalla non condanna dell’episodio!), ma crediamo si inseriscano altri elementi favoriti dalla sostanziale non conoscenza/ignoranza/estraneità della CGIL dalle dinamiche proprie del mondo del facchinaggio/logistica, un mondo che conoscono solo dalle colonne del giornale per le lotte del S.I.Cobas nel quale avevano tentato di inserirsi maldestramente arruolando pessimi elementi.

Tra gli elementi che si inseriscono ve ne è uno che potremmo definire “vendetta” all’interno della comunità egiziana con delle specificità proprie che sarebbe sbagliato nascondere, e che già nel periodo precedente all’aggressione si era manifestata con la richiesta dei facchini CGIL di licenziare gli iscritti al S.I.Cobas “non musulmani”. Categorie spurie rispetto alla lotta di classe così come la abbiamo conosciuta in occidente fra otto e novecento, ma che aprono contraddizioni con cui è giusto confrontarsi. Chi sicuramente ha scelto di agirle, o quantomeno di giovarsene, è stato in questo caso il sindacato confederale, ben preoccupato di arginare lo strabordare del sindacalismo conflittuale nella provincia di Piacenza.

 

E qua veniamo alla definizione di “laboratorio di lotta di classe dall’alto”. L’aggressione violenta delinea uno dei primi tratti di questa tendenza. Ma quel che segue ne fornisce la cornice. E’ infatti della sera stessa dell’aggressione un giro di sms e telefonate diffusi ad arte da parte di elementi riconducibili alla CGIL che imputerebbero i facchini S.I.Cobas di una “vendetta” nelle strade cittadine con tanto di di accoltellamento di un facchino iscritto alla CGIL. I media fanno da grancassa al punto che l’articolo del giornale cittadino “Libertà” relega a mero articolo di spalla il fatto dell’aggressione in magazzino (“rissa generatasi per contrasti sindacali”) mentre regala ampio spazio all’accoltellamento avvenuto la sera dopo. Peccato che…l’accoltellamento nulla centrasse con i fatti del magazzino. Pare infatti che i facchini GLS iscritti alla CGIL abbiano numerosi altri “affari” che esulano dal lavoro o dall’attività sindacale e che l’accoltellamento sia da inserire in un regolamento di conti legato a queste vicende.

Ma si sa, la macchina del fango non è interessata all’obiettività dei fatti, e quindi basta l’apertura dell’articolo (“evidentemente collegata alla rissa in GLS l’aggressione subita da un facchino in via Colombo…”) per orientare il comune sentire di un’ “opinione pubblica” provinciale e spaventata. Non ci stupiremmo se in un secondo momento, una volta acclarata l’estraneità di questo accoltellamento alla vicenda sindacale, si cercasse di ricondurre il tutto a una questione di “ordine pubblico” relativa alla zona-ghetto cittadina (via Roma, Via Colombo). I soliti immigrati (i soliti poveri) che si accoltellano, non c’è da stupirsi Contessa.
Retoriche e tattiche comunicative che ricordano appunto altre epoche, se non fosse che la demagogia securitaria e i proclami Salviniani le rendono ancora di drammatica attualità.

Ma la macchina della guerra di classe dall’alto non si ferma qui. Solo due giorni prima dell’aggressione subita dai facchini S.I.Cobas la CGIL promuoveva a Piacenza un’iniziativa insieme a Libera, ai sindacati di polizia e ala cooperativa S.Martino (quella divenuta tristemente famosa per i licenziamenti discriminatori in IKEA) sul tema della legalità nel facchinaggio-logistica. Una vera presa in giro al movimento dei facchini dopo anni di strenua opposizione su tutti i livelli alle loro mobilitazioni. Questa sacra alleanza fra parti datoriali, sindacati confederali e forze di polizia non è nuova ma rappresenta un elemento che insieme a un saldo controllo dell’informazione locale diventa troppo pesante per essere sostenuto da parte operaia davanti all’opinione pubblica.

Non c’è quindi da stupirsi se a Piacenza si sia in questi anni verificata una divergenza sempre maggiore fra la stessa sfera dell’opinione pubblica e la città reale. L’una appannaggio dei gruppi di potere economico e politico che comandano la città e tutto quel movimento che ha riportato lotta (e vittorie) in città dopo decenni di sonno e disciplinamento. L’articolazione politica di questo potere è ovviamente il PD, ma è da registrare anche l’assordante silenzio delle varie SEL, PRC e altre sigle della sinistra istituzionale a fronte della gravissima aggressione ai S.I.Cobas, probabilmente dettata dal fatto che la totalità delle loro “dirigenze” è parte della CGIL. D’altra parte, già in occasione della vertenza IKEA non erano mancati i fastidi da parte del PRC, allora in giunta insieme al PD, per la mobilitazione operaia dei facchini. Come da tradizione, insomma, quando si arriva ai nodi e al contrasto di interessi materiali la -fu- sinistra istituzionale sceglie un silenzio che è implicitamente schierato con chi opprime: una storia ormai vecchia di vent’anni che crediamo abbia in larga misura contribuito all’estinzione di quell’opzione politica.

Esiste insomma una città viva dentro una città morta, troppo presa a curare i propri affari nel mondo della cooperazione, della cementificazione del suolo e del buisness del cosiddetto “capitalismo municipale” delle multiutilties e dell’incenerimento di rifiuti per curarsi di chi sta sotto. Le statistiche, anche quelle diffuse dalla questura in fatto di ordine pubblico, parlano però di un 2015 segnato da un crescente numero di picchetti operai e antisfratto ad opera del pur circoscritto ambito dell’antagonismo cittadino.

I binari sempre più divergenti fra queste due realtà sembrano non avere un possibile punto d’incontro, ma viene da chiedersi se ciò non preluda a uno scontro possibile nel futuro prossimo, che a quel punto mixerebbe ad elementi di rivendicazione sociale anche quel nichilismo tipico degli scenari dove la questione sociale è stata per troppo tempo “nascosta sotto il tappeto” invece che ascoltata.

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Bisognidi redazioneTag correlati:

aggressionepiacenzasicobas

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Un rito meneghino per l’edilizia

Sul quotidiano del giorno 7 novembre, compare un suo ultimo aggiornamento sotto il titolo “Il Salva-città. Un emendamento di FdI, chiesto dal sindaco Sala, ferma i pm e dà carta bianca per il futuro”.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

La parabola della salute in Italia

È un potente monito in difesa del Servizio sanitario nazionale quello che viene dall’ultimo libro di Chiara Giorgi, Salute per tutti. Storia della sanità in Italia dal dopoguerra a oggi (Laterza, 2024). di Francesco Pallante, da Volere la Luna Un monito che non si limita al pur fondamentale ambito del diritto alla salute, ma denuncia […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Cuba: blackout ed embargo

Cuba attraversa la sua maggiore crisi energetica, con la pratica totalità dell’isola e con 10 su 11 milioni di abitanti privati di elettricità.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Movimento No Base: Fermarla è possibile. Prepariamoci a difendere la nostra terra!

Da mesi le iniziative e le mobilitazioni contro il progetto strategico di mega hub militare sul territorio pisano si moltiplicano in un contesto di escalation bellica in cui il Governo intende andare avanti per la realizzazione del progetto di base militare.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Sanità: dalle inchieste torinesi al G7 Salute di Ancona

Due approfondimenti che riguardano la crisi sanitaria per come viene messa in atto dalle istituzioni locali e nazionali.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Alberto non c’è più, ma la lotta è ancora qui!

Alberto non c’è più, ma la lotta è ancora qui.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Comunicato del cs Rivolta di Marghera sulla manifestazione di sabato 28 ottobre

Sabato 28 settembre una straordinaria ed imponente manifestazione ha attraversato le vie di Mestre per ricordare Jack e stringersi forte alla sua famiglia e a Sebastiano. Oltre 10000 persone, forse di più, si sono riprese le vie della città, una città che ha risposto nel migliore dei modi alle vergognose dichiarazioni di Brugnaro e dei suoi assessori. Comitati, associazioni, centri sociali, collettivi studenteschi con la rete “riprendiamoci la città” e una marea di cittadine e cittadini, hanno trasformato una parola d’ordine in una pratica collettiva.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Per Jack, per noi, per tutt*. Riprendiamoci la città, sabato la manifestazione a Mestre.

Mestre (VE). “Per Jack. Per noi. Per tutt*”. Manifestazione in ricordo di Giacomo, compagno 26enne del centro sociale Rivolta ucciso venerdì a Mestre mentre – con un altro compagno poi rimasto ferito – cercava di difendere una donna da una rapina. Il 38enne aggressore si trova in carcere.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

MESTRE: UN COMPAGNO UCCISO E UNO FERITO NEL TENTATIVO DI DIFENDERE UNA DONNA VITTIMA DI RAPINA

La scorsa notte un compagno è stato ucciso ed un altro ferito a Mestre nel tentativo di sventare una rapina nei confronti di una donna. Come redazione di Infoaut esprimiamo la nostra solidarietà e vicinanza nel dolore ai compagni e alle compagne di Mestre.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Cosentine in lotta per il diritto alla salute

Il collettivo Fem.In Cosentine in lotta nasce nel 2019 e da allora si occupa del tema dell’accesso alla sanità pubblica, del diritto alla salute, con uno sguardo di genere.

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

L’attività sindacale equiparata ad “associazione a delinquere”: la Procura di Piacenza ci riprova

Dunque, sebbene il carattere tutto politico di questo teorema sia stato ampiamente smascherato, ciò non ha frenato la procura di Piacenza dal perseguire il proprio scopo di criminalizzare il SI Cobas

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

SI Cobas: pistola puntata verso gli operai di Verona e aggressione con metodo mafioso a Prato

Gravissima vicenda fuori dai cancelli della Maxidi di Belfiore, in provincia di Verona: una guardia giurata ha puntato la pistola in faccia ai lavoratori in sciopero da mesi per chiedere l’applicazione del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro, oltre che a salari e condizioni di lavoro migliori.

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

Nuova aggressione a Mondo Convenienza mentre è in corso il tavolo in Regione

Il Si Cobas Prato e Firenze riferisce di una nuova aggressione da parte dei caporali della Rl2 , ditta che ha l’appalto di Mondo Convenienza a Campi Bisenzio. Di seguito il comunicato su quanto accaduto.

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

Bologna: aggredito picchetto di lavoratori davanti ai cancelli di Mondo Convenienza

Ieri mattina, davanti ai magazzini di Mondo Convenienza di Bologna, il picchetto di lavoratori del Si Cobas è stato aggredito a più riprese da una decina di preposti e caporali della società RL2, venuti anche da altre città.

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

Piacenza: tolto l’obbligo di firma ad Arafat (Si Cobas) – Un’altra vittoria contro il teorema della procura

A darne notizia, in una nota, è il coordinamento provinciale del sindacato che torna in questo modo agli arresti effettuati la scorsa estate a Piacenza su ordine della Procura.

Immagine di copertina per il post
Bisogni

IL BUCO NERO DELLA LOGISTICA EMILIANA: DENUNCE DI CAPORALATO AI MAGAZZINI KAMILA DI PARMA. OPERAIO GRAVEMENTE FERITO ALLA GEODIS DI PIACENZA

Un vero e proprio sistema di caporalato che si va ad aggiungere alle “condizioni di precarietà e sfruttamento prodotte dal sistema di cooperative, appalti e subappalti”. E’ quanto avviene nei magazzini Kamila di Parma, parte della filiera dell’Alleanza Coop 3.0, denuncia oggi l’Adl Cobas Emilia-Romagna. Per un simile lavoro, hanno spiegato alcuni lavoratori dello stabilimento […]

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Piacenza: il vuoto della politica lo riempie il marcio

Rimprendiamo da ControTendenza Piacenza alcune considerazioni sui fatti emersi alla cronaca negli ultimi giorni nel piacentino. Un’indagine che ha sollevato il velo su quello che viene considerato a tutti gli effetti un “sistema” che coinvolgeva imprenditori, primi cittadini, dirigenti di diversi enti pubblici, figure della politica regionale e nazionale. Secondo le ipotesi investigative, sindaci e […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Appello dal mondo della ricerca per Adil

Siamo ricercatrici e ricercatori che si considerano mobilitati dall’uccisione di Adil Belakhdim. Per quanto consapevoli che non saranno i nostri appelli a modificare le cause profonde di questa tragedia, riteniamo necessario rendere esplicito il legame che esiste – anche se spesso negato o reso invisibile – tra questa vicenda, le dinamiche che lo hanno prodotto […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Mazzieri FedEx liberi di manganellare gli operai a San Giuliano Milanese… E tutto tace! Sulla Skp, nuova Pinkerton

Ripubblichiamo il contributo “Mazzieri FedEx liberi di manganellare gli operai a San Giuliano Milanese – E tutto tace!” ricevuto dai compagni della redazione Il Pungolo Rosso e già pubblicato sul loro sito il 28 aprile scorso a seguito dell’aggression padronale contro i lavoratori Fedex da parte di mazzieri e crumiri allo sciopero del 21 aprile dal […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Il video dell’aggressione armata compiuta stanotte a Lodi dai sicari di Zampieri contro i lavoratori Fedex in sciopero

Pubblichiamo il video integrale dell’assalto armato compiuto stanotte dagli squadristi assoldati da Zampieri contro i licenziati FedEx di Piacenza, che hanno mandato un lavoratore di Piacenza in coma: Dalle immagini si comprende come l’agguato fosse stato pianificato a tavolino: i mazzieri, travestiti da lavoratori, erano già preparati con centinaia di bastoni ricavati sfasciando i bancali […]