Firenze. Rifugiati occupano lo stabile di una banca
Stamani, lunedì 17, il gruppo di rifugiati sgomberato lo scorso mercoledì dall’edificio di proprietà del Comune in via Luca Giordano hanno ripreso casa in un edificio di proprietà di Unipol-Sai in via Baracca 18. Abbandonato dal momento della costruzione, occupato tre anni fa e sgomberato nel marzo 2015, e da quel momento lo stabile è stato lasciato sempre vuoto senza nessun progetto in vista.
La contraddizione è lampante: il Comune dichiara di aver finito i soldi e blocca quindi ogni tipo di soluzione per l’emergenza abitativa, alla faccia dell’auto-rappresentazione del PD come “partito dell’accoglienza”, in particolare in Toscana. I rifugiati non ci stanno e puntano il dito contro quel sistema banche-partiti-cooperative che è il nemico principale di chi oggi in Italia si ritrova in difficoltà economica.
La giornata di lotta è appena iniziata…
Uno dei rifugiati che stamani ha occupato un edificio abbandonato di proprietà di una banca in via Baracca 18 racconta la lotta degli ultimi giorni.
I rifugiati politici scappati dalla guerra in Somalia arrivano in Italia – Paese dove i loro diritti dovrebbero essere garantiti secondo la legge – cercando condizioni di vita migliori, ma lo Stato italiano li scarica in mezzo di strada. Per questo decidono di rialzare la testa e riprendersi la propria dignità, puntando il dito contro la mafia delle cooperative e i legami tra queste ultime, il PD e le banche, uniche beneficiarie di contributi economici da parte dello Stato.
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