
Gaza-Barbés-Sarcelles: lo spettro della resistenza palestinese nel cuore della République
Barbès e Sarcelles non sono due luoghi casuali nel fitto tessuto urbano parigino. Barbès è forse l’unico e ultimo quartiere non “gentrificato” all’interno di Parigi. Un quartiere povero, a popolazione pressoché interamente migrante, dove reggono le uniche forme di socialità cittadina non interamente mediate dal capitale. Niente vernissages, niente localini alla moda, niente negozi alternativi e chioschi per i turisti. Un mercato popolare tre giorni alla settimana, una vasta e radicata economia informale. Sarcelles, invece, è una delle tante ville nouvelle – così venivano chiamate in fase di progettazione – costruite intorno a Parigi tra gli anni Cinquanta e Sessanta per far fronte alla rapida espansione urbana legata ai processi di decolonizzazione. Un assemblaggio di case popolari (i cosiddetti HLM) per una popolazione mista costituita da pieds-noirs (i francesi d’Algeria), ebrei sefarditi di origine algerina, magrebini e caraibici. Sono spazi di discontinuità rispetto alla rappresentazione posticcia e stucchevole della capitale francese. Sono i luoghi della contraddizione, gli emblemi del fallimento del modello repubblicano, quelli in cui la linea del colore segmenta il corpo sociale in classi ben separate. Qui la République ha il volto della Compagnies Républicaines de Sécurite (CRS), la polizia nazionale.
Alla fine degli anni Sessanta, un filosofo francese impegnato a decifrare la portata politica delle trasformazioni urbane di Parigi, osservò come, in seguito alla decolonizzazione, si fosse avviato un processo di «colonizzazione interna», uno spostamento e una moltiplicazione delle ex frontiere all’interno della metropoli. I vecchi confini – le gerarchie sociali, le forme di sfruttamento e i conflitti che comportavano – si reiscrivevano nella città: l’espansione urbana capitalistica si intrecciava con la storia coloniale della Repubblica. Questo è lo scenario di media durata su cui si è scatenata la rabbia di Barbès e di Sarcelles: le striature dello spazio metropolitano diventano crateri, rendendo ben visibili gli assi sui quali – nella presunta liquidità contemporanea – si tracciano separazioni molto nette. O di qua, o di là. O con la Palestina, o con la République. Eccolo qua lo spostamento imprevisto attraverso il quale due luoghi così distanti come Gaza e Parigi entrano in risonanza, condividono – se pure in un lampo – le ragioni di una lotta. La solidarietà non basta più.
da Parigi, Simona de Simoni
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