#Ikeainlotta: ancora una giornata di blocchi [video]
Immediato, ancora una volta, l’intervento delle forze dell’ordine che si sono subito schierate per cercare di tenere sotto controllo la situazione, senza riuscire però ad impedire che numerosi camion rimanessero bloccati fuori dai cancelli.
Anche in questo caso forte la presenza di persone solidali accorse per sostenere e condividere la battaglia dei facchini Ikea: numerosi studenti della città di Piacenza, ma anche da Bologna e Milano.
In mattinata un amministratore delegato dell’Ikea ha voluto incontrare alcuni rappresentanti dei lavoratori: lunedì ci sarà un tavolo di trattativa in Comune che potrebbe aprire nuovi sbocchi per la lunga e tenace battaglia portata avanti in questi mesi. L’azienda in questo incontro informale si è mostrata disposta ad un possibile reintegro dei lavoratori in cambio di alcune garanzie. Ma la quasi certezza dei lavoratori e del sindacato SiCobas è che avendo ottenuto la cassa integrazione l’Ikea prima faccia rientrare a lavoro i facchini che fino ad adesso non voleva reintegrare (tutti delegati sindacali) e poi sfrutti la cassa per ricacciarli fuori dall’azienda. Comunque la giornata di oggi segna un nuovo risultato importante grazie ai partecipati e riusciti blocchi che dalle prime ore dell’alba hanno colpito e danneggiato concretamente l’azienda.
Intanto continuano i gesti intimidatori verso i lavoratori più esposti nelle lotte delle varie cooperative della Lombardia e dell’ Emilia nel comparto della logistica. L’ultimo gesto risale al 28-12-2012, dove nel magazzino dell’Ortofin di Liscate, alle ore 23,00 è stata fatta saltare in aria l’auto di un delegato che lavora nella cooperativa. I carabinieri chiamati, senza fare il minimo d’indagine hanno sostenuto che si era trattato di un’autocombustione interna, anche se l’auto non viaggia col combustibile a gas.La verità è che all’interno dell’auto sono stati trovati dei candelotti confezionati con polvere da sparo e soprattutto dalla riprese del video della camera di sorveglianza si vede un individuo che si avvicina all’auto e accende la miccia dell’ordigno. Tutto ciò a dimostrare come il sistema delle cooperative sia intrecciato con gli ambienti malavitosi e mafiosi che utilizzano tutti gli strumenti per intimorire i lavoratori.
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