Impressioni dalla piazza No Greenpass di Milano
Riceviamo e pubblichiamo volentieri le considerazioni di un lettore che si è affacciato alla piazza No Greenpass di Milano e ha maturato queste osservazioni… Per seguire il resto del dibattito su Green Pass e pandemia clicca qui.
CORTEO “NO GREEN PASS/NO VAX”, A MILANO IL 4 SETTEMBRE: DARE UNA OCCHIATA PUO’ SERVIRE.
Dopo varie esitazioni, diffidenze e pigrizie, mi son deciso ad andare a dare uno sguardo. Partiamo dai fatti.
Il corteo parte poco dopo le 18 da Piazza del Duomo ed imbocca Corso Italia. Presenti in tutta la fase iniziale svariate migliaia di persone, diciamo 4 o 5 migliaia, forse anche più. Di certo non i mille riportati da Radio Popolare. Qui un breve inciso: a meno che i conteggi su questi cortei vengano fatti in malafede, a chi va a fare i resoconti per conto della radio, dovrebbero essere dati più strumenti per far meglio il lavoro.
Partiamo da alcuni dati per me certi: LA PRESENZA DI UN GRUPPO ORGANIZZATO DI FASCISTI ALLA TESTA DEL CORTEO, alcuni muniti di piccoli megafoni, molto in incognito, senza magliette, spillette, bandiere o tatuaggi appariscenti. Il tentativo da parte di questi signori di acquisire un qualche ruolo di “direzione”, mi pare passi molto dal fatto di proporsi in piazza come una sorta di servizio d’ordine, molto sciolto e fluido, in un contesto di manifestazioni assai poco strutturate. Passa anche dal fatto di non forzare troppo sui contenuti, ripetendo quelli peraltro abbastanza generici del “movimento”. Unico momento di forzatura da parte di costoro, anche se non ne son sicuro al 100%, è forse stato l’avere proposto fra i vari “obiettivi” da contestare lungo il percorso, anche la Camera del Lavoro in Corso di Porta Vittoria.
ALTRO DATO CERTO E’ LA ESTREMA FURBIZIA E SPREGIUDICATEZZA DI QUESTI SIGNORI, i quali pur di stare ed avere un ruolo dentro il “movimento”, hanno accettato di convivere, per tutto il corteo, con la presenza di tre striscioni di cui uno tenuto da un gruppo di studenti universitari, e dal contenuto chiaramente antifascista.
MA IL DATO CERTO PIU’ IMPORTANTE E’ CHE NON SI TRATTAVA DI UN CORTEO FASCISTA O UNIVOCAMENTE DI DESTRA. Questo emerge dal fatto che alla testa a tirare la baracca si intravedevano altri soggetti, che però a dire la verità io non conosco ma che così a naso non mi sembravano fascisti. Ma su questo aspetto, cioè chi è a Milano il gruppo che coordina questi cortei, e come è composto, lascerei un bel punto interrogativo. Ma non era un corteo fascista soprattutto guardando alla composizione di tutta la gente che marciava, certamente molto variegata e composita e con una forte presenza di cani sciolti.
Chiudo con una nota sulla presenza poliziesca. Molto discreta e poco invasiva: non c’erano i classici contingenti di truppe davanti alla testa e dietro la coda: soltanto polizia locale. Però erano presidiati tutti gli “obiettivi sensibili” collocati lungo il percorso, ed in particolare Assolombarda, il tribunale, la camera del lavoro (meno presidiata degli altri), e la redazione di Libero. Quando è iniziato il breve sit in in Piazza Oberdan, me ne son andato, e quindi non so cosa è successo nel prosieguo. Erano passate le 20,30, ed in piazza ci stavano ancora svariate centinaia di persone.
Questo post voleva solo offrire una testimonianza dal vivo di un percorso in atto anche a Milano, ed il quale al di là di come la si pensi di questi cortei, mette al centro temi che riguardano anche noi. Per evitare equivoci: il prestare attenzione non implica da parte mia nessuna indicazione sulla opportunità di una partecipazione organizzata ai suddetti percorsi.
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