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La saga di Salvini a Pisa. Antipasto di contestazione

Ma Salvini non demorde. Non tollera di vedersi estromesso da Pisa. Per sostenere la campagna elettorale di Claudio Borghi alla Regione Toscana e della candidata consigliera Ceccardi, i leghisti annunciano per sabato 16 maggio un comizio al Palazzo dei Congressi, nei pressi del centro cittadino, nell’auditorium da 500 posti. Compaiono i primi manifesti (pochi) che pubblicizzano l’iniziativa al Palazzo dei Congressi, evento facebook ed eco mediatico. Sembrerebbe già una vittoria per loro: uscire anche a Pisa allo scoperto, prendersi lo spazio per parlare pubblicamente.

Qualcosa va storto però. Basta poco, in effetti. Un insieme composito di realtà politiche, sociali e sindacali riunito dietro la sigla comune “mai con Renzi, mai con Salvini” interpreta un sentimento di ostilità a Salvini diffuso in città e nella mattina di giovedì, a due giorni dal comizio, si presenta al Palazzo dei Congressi per annunciare che il leader leghista dovrà scontrarsi con un’altra città se vorrà mettere piede a Pisa. Qui si scopre che… la sala dove Salvini intende svolgere l’evento, e dove i leghisti lo hanno pubblicizzato per due settimane, non è stata prenotata da nessuno! Quando, con tutta probabilità allertati dalla questura, poco dopo provano a prenotarla, a due giorni dal comizio, ovviamente la sala non è più disponibile.

Un radicamento inesistente, una militanza fantasma e incompetente, la costruzione interamente mediatica di un leader che scambia le città in cui si presenta per talk show in cui rivolgersi a passivi telespettatori. Sono da rintracciarsi in questi elementi le ragioni dell’ennesimo flop di Salvini a Pisa. Ma la Ceccardi e Borghi non ci stanno. Come giustificare il proprio fallimento agli occhi del loro “capitano”? Per nascondere le proprie responsabilità cominciano allora un grottesco piagnisteo che smaschera la prepotenza da conigli del Carroccio. I leghisti, in combutta con fascisti e razzisti di ogni risma, vorrebbero dar di sé l’immagine di unici antagonisti a Renzi e di vera forza anti-sistema… ma sono costretti a farsi piccoli piccoli e ad appellarsi alla democrazia per farsi garantire agibilità politica dalle istituzioni cittadine, dalle forze politiche “responsabili” e di “buon senso” della città e dalla polizia.

La libertà di parola è impugnata proprio da chi colonizza quotidianamente lo spazio comunicativo, come Matteo “Mezzobusto” Salvini. Lo spazio intrasistemico delle tv e della stampa le narrazioni assolve a una funzione di governo nel distrarre dalle responsabilità del drenaggio di ricchezza dal basso verso l’alto in questa fase della crisi. Queste narrazioni, siano proposte in salsa renziano europeista – “dovete tutti fare sacrifici per uscire dalla crisi”- o nella versione della guerra tra poveri fascio-leghista – “prima gli italiani, i sacrifici li facciano rom e clandestini” – condividono la medesima cornice di gestione e contenimento della conflittualità sociale, scongiurandone il suo indirizzarsi verso l’alto. La saga di Salvini a Pisa fino a questo momento, simboleggia bene questa convergenza di fondo, smascherando il finto antagonismo tra Lega e sistema di governo “democratico” del territorio, responsabile dell’impoverimento di migliaia e migliaia di pisani.

Domani sarà un’altra giornata difficile per Salvini. Lo aspetteranno per respingerlo a Viareggio e a Massa. Salvini non si è arreso e ha garantito la sua presenza anche a Pisa. Di soppiatto, non in centro. La sua difficoltà a incunearsi in un territorio in cui le storie di chi è colpito dalla crisi circolano, si mettono in comunicazione, si alleano e provano a politicizzarsi contro i livelli di governo dell’esistente di cui Salvini è parte integrante, è stata ancora una volta provata. Ma non basta. Saranno in tanti e tante in piazza domani a Pisa, contro le bugie di Salvini, per respingerlo ancora una volta o per rincorrerlo nuovamente sulle spiagge del litorale. Lontano da Pisa.

 

 

red. InfoAut_Pisa

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