La sanità piemontese verso il commissariamento
A pesare sul bilancio è infatti un buco da 900 milioni di euro aperto dalla giunta del 2006/2007 (all’epoca sotto la direzione della Bresso) che sembra essere spuntato tra i conti solo quest’anno.
Un’ipotesi, quella del commissariamento, rispetto alla quale Cota si è opposto, giocando a scaricare le colpe sulle giunte precedenti e lodando invece l’operato della propria, che nel 2012 ha rispettato il piano di rientro imposto dai ministeri di sanità e finanza, riuscendo a ‘risparmiare’ 100 milioni sul capitolo della sanità.
Che le responsabilità del debito che strozza il bilancio della regione arrivino da lontano è fuor di dubbio ma non si può certo dire che la sanità piemontese abbia tratto beneficio dalle misure messe in campo da Cota durante il suo governo: quel che il presidente della regione ha dimenticato di specificare, infatti, è che per far tornare i conti di quest’anno ha operato tagli e svendite molto pesanti che stanno facendo sentire i propri effetti concreti (la chiusura dell’ospedale Valdese e la sua probabile messa in vendita ne è l’esempio più recente).
Inoltre, l’ipotesi del commissariamento non mancherebbe di far pesare ancora una volta il peso del debito regionale sulle spalle dei cittadini perché comporterebbe un aumento automatico di aliquote e ticket regionali, smentendo peraltro anche l’altra ‘vittoria’ sbandierata ieri da Cota, quella di non aver toccato le tasse piemontesi durante il proprio mandato.
Al di là dei bisticci tra la Regione e la volontà di commissariamento del governo o tra responsabilità di giunte in veste leghista piuttosto che Pd, quel che è chiaro è che il tentativo unanime sarà ancora una volta quello di scaricare i costi del ripianamento dei conti verso il basso.
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