La Sardegna contro “EquiUsura”: 30.000 in piazza a Cagliari
Cagliari – E’ la giornata delle grandi occasioni e lo si vede fin dal mattino, dall’arivo delle prime delegazioni, con le bandiere, i camion, furgoni di vario tipo e grandezza, rimorchi e slogan inventivi in salsa isolana: “avete rotto il tasso”, tre avvoltoi stilizzati con su scritto Equitalia, “Uniti possiamo cambiare”fino al più sintetico ed efficace “ΛΛ EquiUsura”.
Sono artigiani, piccoli commercianti, lavoratori autonomi giunti a Cagliari da tutta la Sardegna, il ‘popolo delle partite Iva‘ come viene oggi definito. Due elementi saltano subito all’occhio: l’attitudine poco ideologica e un’insofferenza quasi epidermica per i politici. Moltissimi sono infatti gli insulti indirizzati contro la casta e anche chi pensava di farsi una bella sortita pre-elettorale ha dovuto fare un passo indietro. Unica “propaganda” ammessa, quella contro il nucleare, argomento molto sentito nell’isola che sembrerebbe essere proposta come probabile discarica nazionale delle scorie. Il prossimo 15 maggio si voterà contro quest’ipotesi in tutta l’isola. Quando giunge la notizia del sequestro del poligono di Quirra (dove i militari del nostro e altri eserciti testavano l’uranio impoverito da usare in una delle tante guerre) per “disastro ambientale”, un boato riempie la piazza.
Il corteo attraversa tutta la città, paralizzando letteralmnete il traffico, e giunge sotto la sede della Regione. Ma è un Consiglio regionale completamente circondato e blindato dalle forze dell’ordine in tenuta antisommossa quello che i manifestanti in corteo a Cagliari si sono trovati davanti nella sede di via Roma. La protesta popolare fa paura. Ma i nemici di Equiusura non si spaventano e pretendono una risposta minacciando: “se non bloccano le cartelle esattoriali le blocchiamo noi!”.
Alla fine una delegazione viene ricevuta dal goveranatore Ugo Cappellacci, uomo di Berlusconi nell’isola che promette risposte certe e rapide, rassicurando i dleegati. La piazza ha chiesto cose nette e inderogabili: un decreto esecutivo per bloccare i pignoramenti imposti e – subito – il blocco della svendita delle prime case con le aste e lo sblocco dei pagamenti da parte delle pubbliche amministrazioni. Cappellacci promette, per ora, un tavolo speciale per dirimere la questione ma è certo che il popolo sceso in piazza oggi contro Equitalia non si accontenterà delle vane promesse.
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