InfoAut
Immagine di copertina per il post

La scuola telematica aumenterà le disuguaglianze di classe

||||

Pubblichiamo queste interessanti riflessioni di una giovane professoressa sulle forme di insegnamento al tempo del Covid19, e su come queste forme di insegnamento non tengano conto delle differenze di classe.

Sono una giovane professoressa, insegno in un istituto professionale in un quartiere popolare a Torino, i miei studenti sono tutti proletari, figli di meccanici, operai, molti immigrati di seconda generazione. In questa situazione di emergenza sanitaria mi sembra importante condividere una riflessione a proposito di alcuni aspetti della scuola che questa “svolta tecnologica” improvvisata ha fatto emergere.

Parto dal presupposto che la scuola è un’istituzione classista, che riproduce e alimenta la suddivisione sociale. Ciò si dimostra principalmente attraverso due aspetti collegai tra loro:

  • L’effettiva possibilità di studio e di accesso alla cultura dipende moltissimo dalla classe sociale della famiglia da cui proviene un bambino / ragazzo.Gli esempi che si possono fare sono centinaia: la possibilità effettiva di aiuto dei genitori nei compiti e nello studio (tempo a disposizione, livello di cultura e conoscenza della lingua), la possibilità di pagare ripetizioni private o il  materiale adeguato, eccetera..
  • L’organizzazione delle scuole superiori riproduce la suddivisione sociale in classi.
  • Gli studenti che frequentano gli istituti professionali provengono per lo più da famiglie proletarie  e andranno a rimpolpare le file della stessa classe, finendo a lavorare in ambiti tecnici professionalizzati, o con i tempi che corrono a lavorare saltuariamente, e a volte in nero. Mentre una parte significativa degli studenti dei licei provengono da classi sociali medie o medio-alte, e in termini di possibilità hanno le carte in regola per poter accedere un lavoro che gli permetterà di vivere abbastanza bene. Con questo non voglio intendere che tutti gli studenti del liceo vivranno nella bambagia, ma è molto probabile che avranno occupazioni che o dal punto di vista reddituale o dal punto di vista del riconoscimento sociale (lavoro cognitivo) possiamo considerare caratterizzanti del “ceto medio”.
    Tutto ciò avviene non perché c’è una particolare affezione alla propria classe , o per portare avanti delle tradizioni, ma perché la selezione  viene fatta prima  (il famoso ORIENTAMENTO in uscita ), in base al rendimento scolastico delle scuole elementari e medie, che come si diceva sopra dipende molto poco dalla brillantezza personale dello studente .
  • [Queste considerazioni sono approssimative e semplicistiche, e tralasciano alcuni aspetti, come ad esempio la differenza tra scuole del centro e di periferia]

    La chiusura improvvisa delle scuole fino a data da destinarsi e l’obbligo di rimanere sigillati in casa, ha imposto alle scuole di tutta Italia di adottare improvvisamente un metodo di didattica a distanza: finalmente una scuola smart, online, aggiornata coi tempi!

    “Finalmente”.. non fosse che questi strumenti sono stati raffazzonati di punto in bianco, senza nessuna sperimentazione precedente, e tutto è lasciato in mano alle singole capacità e disponibilità di professori e soprattutto studenti.

    5114530 1719 scuole chiuse coronavirus

    Tutto ciò mette in luce il carattere classista della scuola e alimenta il solco profondo tra gli studenti “di serie A”, quelli che ce la possono fare , e gli studenti di “serie B”, quelli che rimarranno indietro.

    Io in questi giorni vivo a casa dei miei genitori, anche mia mamma insegna, però in un liceo, e mio fratello frequenta il quinto anno, sempre di un liceo. Tutti e tre svolgiamo le nostre attività didattiche e lavorative: abbiamo una stanza a testa (la casa è grande), un computer a testa, la connessione internet fastweb che funziona perfettamente, e tutto ciò che serve per potersi concentrare e lavorare, i nostri stipendi continuano ad arrivare: non ci dobbiamo preoccupare di come fare la spesa e abbiamo la mente sgombra dall’ansia di dover pagare affitti e bollette.

    Mentre carico le video lezioni e i compiti a distanza penso ai miei studenti: come fanno a seguire le lezioni, concentrarsi per leggere tutto il materiale e fare i compiti , se vivono in piccoli spazi sovraffollati? come fanno a visualizzare tutto il materiale se hanno un solo computer per tutta la famiglia  – se va bene – e spesso nemmeno quello? Sono domande che mi pongo non per pregiudizio ma sulla base di racconti diretti che mi sono stati fatti in questi mesi…

    Confrontandomi con i miei familiari, constato le profonde differenze tra i due tipi di scuole. Mia mamma e mio fratello vanno avanti con i programmi: video lezioni, compiti, lezioni online in diretta, addirittura verifiche e interrogazioni; le osservazioni che fanno sono a proposito della comodità di lavorare a letto in pigiama, o la mancanza dei compagni di classe. Per quanto riguarda le mie classi invece, dopo dieci giorni di didattica online, meno della metà degli studenti ha preso visione del materiale, non ho fatto ancora nessuna lezione in diretta, non ho ricevuto nessun feedback nei canali appositi istituzionali, e attraverso alcuni scambi informali con gli studenti via whatsapp tutti manifestano serie difficoltà nell’accedere alla didattica online: quasi nessuno ha un computer e dal cellulare questi strumenti non sono altrettanto efficaci, alcuni non hanno internet a casa, e i GB delle promozioni telefoniche non sono sufficienti per reggere le video lezioni, altri hanno difficoltà specifiche nell’ usare i canali appositi.

    Tutto ciò non è altro che l’esasperazione di quanto la scuola già fa: fornisce le conoscenze (quelle che ritiene utili), ma non gli strumenti per potervi accedere tutti allo stesso modo, questo dipende dalle personali disponibilità e possibilità.

    Uno dei risultati della didattica a distanza, a mio parere, è quindi quello di aumentare le differenze già forti tra gli istituti professionali e i licei.

    Un’ ultima piccola considerazione che faccio brevemente e su cui non mi soffermerò perché esula dalla mia esperienza diretta riguarda le scuole elementari e medie. In questi contesti di formazione si aggiunge un’ulteriore barriera per l’accesso alla didattica, cioè la capacità o meno dei genitori di saper usare questi strumenti. Inoltre le scuole a  questi livelli di istruzione hanno una composizione delle classi meno uniforme di quella che si trova nelle scuole superiori, quindi con grandi probabilità l’effetto della didattica a distanza sarà l’acuirsi di forti disparità tra studenti in una stessa classe.

    Come verranno gestite quindi al rientro a scuola, queste grandi disparità?  

    Molto probabilmente dipenderà dalle iniziative personali dei singoli professori, che sono lavoratori inseriti in un sistema ben strutturato, “funzionari” che hanno spesso come principale obiettivo quello di assolvere i loro compiti burocratici (finire il programma, mettere voti, eccetera), e –putroppo- non quello della formazione che non lasci indietro nessuno.

    Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

    pubblicato il in Bisognidi redazioneTag correlati:

    CORONAVIRUSscuola

    Articoli correlati

    Immagine di copertina per il post
    Bisogni

    Italia: una società anziana, malata e sempre più diseguale

    Due recenti rapporti ci offrono un affresco delle condizioni in cui versa la società italiana, disegnando uno scenario di forti diseguaglianze, frammentazione sociale e crisi demografica.

    Immagine di copertina per il post
    Bisogni

    Briosco dice No all’Italian Raid Commando nella scuola del paese

    A Briosco, paesino di poche migliaia di abitanti in Brianza, si è tenuta la 37esima edizione dell’Italian Raid Commando ossia una esercitazione militare cammuffata da competizione/allenamento da svolgersi nella palestra della scuola, resasi disponibile per l’accoglienza, oltre che nei boschi circostanti.

    Immagine di copertina per il post
    Bisogni

    Falerna: uomo muore per strada dopo aver trovato la guardia medica chiusa

    La vicenda di Falerna, in cui un uomo muore davanti alla guardia medica chiusa, rappresenta una realtà drammatica e simbolica della situazione della Calabria, dove gli interessi privati hanno divorato i servizi essenziali. da Addùnati Questo episodio non è un caso isolato, ma la conseguenza di anni di abbandono, tagli e decisioni politiche sbagliate frutto […]

    Immagine di copertina per il post
    Bisogni

    Libertà per Tarek,Anan, Ali e Mansour. Libertà per il popolo palestinese

    Riceviamo e pubblichiamo da compagne e compagni di Roma questo appello in solidarietà a Tarek Dridi, Anan, Alì e Mansour. Mercoledì 21 si invitano tutt a partecpare al presidio in solidarietà al tribunale a L’Aqula per il procecesso di Anan, Alì e Mansour, mentre giovedì 22 al faro del gianicolo si porterà solidarietà a Tarek […]

    Immagine di copertina per il post
    Bisogni

    Stop Riarmo: assemblea pubblica a Torino

    Riprendiamo l’indizione dell’assemblea pubblica e segnaliamo il percorso di Stop Riarmo che si sta sviluppando a Torino.

    Immagine di copertina per il post
    Bisogni

    In ricordo di Sara Marzolino

    La redazione di Infoaut si unisce al Movimento No Tav nel ricordo di Sara, giovane compagna reggiana che ci ha lasciati ieri.

    Immagine di copertina per il post
    Bisogni

    La città cantiere e il mito delle grandi opere: una chiamata dallo Stretto a intrecciare voci, resistenze, immaginari

    Ci sono progetti che non si misurano solo in chilometri di cemento, in tonnellate d’acciaio e in cavilli ingegneristici. Progetti che dall’alto piombano sulla vita delle persone imponendo devastazione, macerie e profitto per pochi.

    Immagine di copertina per il post
    Bisogni

    La sanità tra finanziarizzazione ed economia di guerra

    È un anno, il 2025, caratterizzato dalla Terza guerra mondiale, che rischia di ampliarsi e deflagrare oltre quei “pezzetti”, che percepì e segnalò per primo, solo pochi anni fa, Papa Francesco e dalla svolta protezionistica dei dazi innescata dal presidente USA Trump, un passaggio epocale, paragonabile, per portata storica, agli accordi di Bretton Woods, alla […]

    Immagine di copertina per il post
    Bisogni

    Blackout in Spagna: un segnale inascoltato

    Cercando i fatti Giorgio Ferrari ci guida tra speculazioni, bugie e contraddizioni.

    Immagine di copertina per il post
    Formazione

    Immaginare un contropercorso nelle scuole, partire dalle condizioni oggettive della lotta

    Ci troviamo in una fase in cui le organizzazioni studentesche della politica anti-istituzionale da anni si muovono solo in un terreno tattico di risposta alle grandi dichiarazioni scandalose dei politici e dei padroni, molto spesso assumendole come punto di vista generale.

    Immagine di copertina per il post
    Formazione

    Sbatti i prof in prima pagina: solidarietà a Gaia Righetto

    Sempre più spesso, insegnanti e lavoratori/trici della scuola vengono messi alla gogna per le proprie idee e il proprio impegno civile. da Global Project È il caso di Gaia Righetto, attivista e docente precaria colpita da una campagna diffamatoria prima ancora di entrare in classe. Come già accaduto ad altri, si vuole trasformare il dissenso […]

    Immagine di copertina per il post
    Formazione

    Collettivo Einstein: contro guerra e riarmo, organizziamoci e lottiamo

    Oggi (ieri ndr) abbiamo lanciato un presidio sotto scuola per dire la nostra in merito al riarmo e a un incontro che si sarebbe dovuto svolgere all’interno dell’auditorium di via Pacini. Riprendiamo da Collettivo Einstein Riarmo che si farà grazie ai soldi per le scuole, per la sanità pubblica e quelli delle tasse pagate dalle […]

    Immagine di copertina per il post
    Intersezionalità

    Violenza di genere a scuola: parte la mobilitazione

    A seguito della notizia di uno stupro avvenuto in una scuola di Genova da parte di un ragazzo sedicenne nei confronti di una ragazza di 15 anni molte scuole a Torino hanno organizzato iniziative di mobilitazione in reazione a un evento che non deve passare sotto silenzio e per ribadire che questa violenza non è un caso isolato.

    Immagine di copertina per il post
    Formazione

    Il governo ha stanziato 750 milioni di euro per le scuole private

    Attraverso due decreti firmati dal ministro per l’Istruzione Valditara, il governo ha stanziato per l’anno 2024-2025 750 milioni di euro per le scuole paritarie, con un aumento di ben 50 milioni rispetto all’anno precedente. di Valeria Casolaro, da L’indipendente Di questi, 500 milioni saranno destinati a tutte le scuole paritarie, 163,4 milioni al sostegno degli […]

    Immagine di copertina per il post
    Formazione

    La scuola dei sogni di Valditara: nazionalista, reazionaria, militarista. Annunciati i futuri programmi scolastici

    La scuola di Valditara è fatta di programmi che ricordano altri periodi storici: le poesie imparate a memoria, la Bibbia in classe, la storia “italica” nel programma scolastico. Sono alcune delle indicazioni anticipate dal ministro dell’Istruzione e del Merito del governo Meloni, previste per l’anno scolastico 2026/27. Le nuove indicazioni redatte in commissione ministeriale per la futura riforma scolastica, tra le altre […]

    Immagine di copertina per il post
    Formazione

    VALDITARA NON POTRÀ PATRIARCARE PER SEMPRE! DIMETTITI. VERSO E OLTRE IL 25 NOVEMBRE, PER UNA SCUOLA ED UN’UNIVERSITÀ TRANSFEMMINISTA

    Riprendiamo il comunicato di ZAUM: Noi, student3 dei licei e delle università, non possiamo restare in silenzio di fronte alle gravissime dichiarazioni del Ministro “dell’Istruzione e del Merito” Giuseppe Valditara, rilasciate la settimana che precede il 25 novembre, giornata internazionale contro la violenza di genere. Affermazioni che riducono il patriarcato a una “questione ideologica”. Vogliamo […]